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    L'avventura della santità


    Santi giovani e giovinezza dei Santi /1

    Francesco Motto

    (NPG 2019-03-68)


    In una società liquida, come è stata definita l’attuale, trovare dei punti fermi, su cui i giovani possono far leva per progettare il proprio futuro, non è così facile. Alle ideologie totalizzanti e alle utopie che li hanno affascinato nel secolo scorso si è sostituito un triste orizzonte di nichilismo, relativismo, indifferenza e provvisorietà. La costruzione dei miti, del potere, del successo è crollata alla prova dei fatti. Anche i personaggi che sono sembrati modelli cui ispirarsi non hanno retto all’impatto del tempo.
    Fra quanti ancora oggi sembrano avere qualcosa da dire ai giovani, ci sono i santi, anche se alla parola santo in prima battuta essi storcono il naso. Al primo posto per loro si collocano alcuni santi con il volto di adolescenti e di giovani del nostro tempo, quelli che nell’esperienza di fede e di carità hanno trovato la risposta all’insopprimibile ricerca del senso della vita. In essi la parola santità, che pure potrebbe apparire priva di rilevanza, ha acquistato un particolare spessore storico; in essi la vertigine della testimonianza di una “misura alta” della vita cristiana è diventata credibile, accessibile. Sono santi-simboli, santi che sentiamo veramente nostri, attuali, perché ci fanno sentire come familiare l’Eterno cui aspira ogni cuore umano.
    “La santità è il volto più bello della Chiesa”, ha scritto papa Francesco nella esortazione apostolica Gaudete ed exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo con temporaneo (n. 7). L’appello è stato immediatamente accolto nel recente Sinodo dei vescovi su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. L’Instrumentum laboris si conclude difatti con il capitoletto (n. 214) dal titolo: “Santi giovani e giovinezza di santi”, che viene poi ripreso in buona parte nella Conclusione del documento finale. Ci sembra una buona ragione per adottare lo stesso titolo per l’incipiente rubrica di NPG, che vogliamo qui presentare.

    Una storia che viene da lontano

    Si iste et ille, cur non ego? è la memorabile domanda di S. Agostino [1] che in passato veniva abitualmente citata dai predicatori per affermare la possibilità che ciascuno ha di fare grandi cose, in base al fatto che altri sono stati in grado di fare. In realtà l’espressione agostiniana era un po’ diversa, in quanto affermava che ognuno aveva la capacità di percorrere la via della fede e della salvezza grazie all’aiuto di Dio.
    Ogni giovane di oggi potrebbe (dovrebbe?) porsi questa domanda: se tanti altri ragazzi e giovani come me hanno percorso la via della fede, della speranza e della carità addirittura fino alla “santità da altare”, perché non posso fare anch’io lo stesso?
    Difatti di giovani beati e di giovani santi abbiamo una lunga lista, accanto a quella ancor più lunga di adulti, ad iniziare dai primi tempi della chiesa finire a quelli che sono stati dichiarati santi attraverso l’iter della apposita Congregazione delle cause dei Santi.
    Il boom dei riconoscimenti di tale santità in verità si è avuto lungo il pontificato di papa S. Giovanni Paolo II († 2002) che ha proclamato 483 santi e 1342 beati (a fronte di soli 80 beati da metà seicento a metà ottocento). Il 15 febbraio 1992, rivolgendosi agli autori di un volume sulla Storia dei Santi e della Santità cristiana, affermava: “Santità non come ideale astratto, ma come via da percorrere nella fedele sequela di Cristo, è un’esigenza particolarmente urgente ai nostri tempo." [2]. E di nuovo all’inizio del 2000: “Le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ciascuno. Ringrazio il Signore che mi ha concesso di beatificare e canonizzare in questi anni tanti cristiani e tra loro molti laici che si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita“ [3]. Famoso è l’invito alla santità la notte di Tor Vergata (2000): “Giovani, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio”. E due anni dopo alla GMG di Toronto: “Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità. La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio”.
    Papa Benedetto non si è discostato dalla linea del predecessore. Nell’omelia tenuta il 2 settembre 2007 sulla piana di Montorso (Loreto) davanti ad una immensa folla di giovani dopo un breve elenco di giovani canonizzati, affermava: “E penso ancora ai molti ragazzi e ragazze che appartengono alla schiera dei santi ‘anonimi’, ma che non sono anonimi per Dio. Tutti, e voi lo sapete, siamo chiamati ad essere santi”.
    A sua volta papa Francesco nell’udienza generale del 19 novembre 2014 ribadiva gli stessi principi: la santità è un dono di Dio, tutti siamo chiamati a farci santi (e non solo chi ha la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera), ciascuno è chiamato a diventarlo nelle proprie condizioni di vita. Ha poi sviluppato il tema nell’esortazione apostolica Gaudete ed exsultate (2018).

    Santità a tutte le età e sotto tutti i cieli

    L’affermazione dei papi recenti che tutti sono chiamati alla santità non è una novità nella Chiesa. Tale infatti era ed è la convinzione della Congregazione delle cause dei Santi sulla base del suo mezzo millennio d’ esperienza. Ma già molti secoli prima, S. Ambrogio (†397) sosteneva che ogni età era matura per Cristo [4].
    Del resto è naturale per i giovani aspirare a mete alte. Nel loro slancio generoso e assoluto sono attratti dalle imprese, specialmente se grandi e apparentemente impossibili. Desiderosi di autenticità sono disposti ad investire tutte le loro energie laddove percepiscono il senso profondo o il grande valore di quello che loro viene proposto.
    Appunto fra loro si annoverano i giovani santi della porta accanto, o la classe media della santità, per usare le parole di papa Francesco [5]: quelli cioè che vivono e sono vissuti accanto a noi, della cui santità forse neppure ci siamo accorti. Quando un male incurabile, un incidente, una mano violenta li ha strappati prematuramente alla vita, solo allora forse abbiamo riconosciuto di essere stati testimoni di una forma particolare di eroismo cristiano.
    Nelle più diverse situazioni di vita affettiva, familiare, lavorativa, ecclesiale, sociale sono figure straordinariamente attuali l’ingegnere Filippo Gagliardi, il grande animatore d’oratorio nel Novarese; Carlotta Nobile, la musicista di fama passato dal cancro alla fede e già “giovane testimone del sinodo”; Giulio Rocca, l’ateo volontario in Perù con l’Operazione Mato Grosso che voleva diventare prete; Santa Scorese, la martire dello stalking; Carlo Acutis, esperto di informatica ma anche innamorato dell'Eucaristia; Floribert Bwaba Chui, il funzionario congolese che si è opposto alla corruzione; Ragheed Ganni, il prete caldeo trucidato a Mosul nell'inferno dell'Iraq. E si potrebbe continuare con tanti altri sotto tutti i cieli, perché nessun Paese ha l’esclusiva di una vita cristiana feconda vissuta in profondità.

    Santi giovani

    Resta il fatto che la Chiesa indica tali giovani, beatificati o meno, come protettori dei giovani d’oggi, come “riferimenti per la loro esistenza” in quanto si riconoscono “più recettivi di fronte ad una ‘narrativa di vita” che non ad un astratto sermone teologico [6].
    Ne presentiamo alcuni, che per varie ragioni si possono ritenere più “rilevanti” come modelli da ammirare e imitare. Tutti sono accomunati per età giovanile, ma ciascuno è portatore di un modo diverso di vivere le beatitudini evangeliche: sono testimoni di santità sociale, di santità educativo-pastorale, di santità politica, di santità vittimale, di santità eroica.
    Sono modelli in carne e ossa, cronologicamente non lontani da noi, quasi tutti non ancora proclamati santi, e come tali meno conosciuti di altri come S. Domenico Savio (†1859) e S.ta Maria Goretti (†1902), o addirittura patroni dei giovani, come S. Luigi Gonzaga (†1591) e S. Gabriele dell’Addolorata (†1862).
    Come giovani essi hanno vissuto tutte le dimensioni della giovinezza, amante del bello, della musica, dello sport, dell’amicizia, dell’allegria contagiosa, e come cristiani hanno vissuto in modo straordinario la loro vita ordinaria, con i pregi e i difetti dell’età Non hanno forse fatto notizia sui giornali, sono spesso passati inosservati agli occhi dell’uomo, ma non a quelli di Dio. Ecco i loro nomi: Beato Pier Giorgio Frassati, San Riccardo Pampuri, Beata Chiara Badano, Beato Alberto Marvelli, Beato José Sanchez del Rio.

    Giovinezza di santi

    Ma ad attrarre l’attenzione sono anche altre figure di santi, morti in età adulta o avanzata, la cui giovinezza non lasciava presagire la loro futura “passione” per Cristo. Chi non conosce la giovinezza dello zelantissimo fariseo San Paolo, dell’irrequieto intellettuale Sant’Agostino, dell’allegro e scanzonato San Francesco d’Assisi, del cavalier armato Sant’Ignazio di Loiola, del sofferente prete-teologo anglicano John Henry Newman e di altri ancora? Ad un certo punto della vita capitò loro qualcosa di particolare. Un incontro con una persona, la lettura di un libro, un avvenimento imprevisto o altro ancora li sorprese e li avviò lungo strade impreviste e imprevedibili. Orientando verso Dio le tendenze, le passioni, le doti precedentemente indirizzate verso altri lidi sono diventati santi in grado, con i loro seguaci, di cambiare addirittura il corso della storia.
    In questa rubrica i diversi autori tracceranno il profilo giovanile di alcuni di questi personaggi cronologicamente vicini a noi. Verranno così illustrati alcuni aspetti della loro giovinezza prima del “tocco” di quella Grazia, che in modi diversi li avrebbe condotti a raggiungere le vette della santità. Una salita che anche per loro non ha significato assenza di passioni e di peccato, ma semplicemente una costante relazione di amore con Dio. Le sbandate che pure possono avere avuto non sono andate ad interferire con il loro cammino verso la perfezione, esattamente come qualche caduta non impedisce al bambino di imparare a camminare.
    Nei loro profili, più che cercare un cammino eccezionale, portatore di innovazioni sensazionali, si cercherà di rapportare il loro cammino alle situazioni generali nelle quali si è inserito e che nello stesso tempo ne hanno fissato le possibilità e il significato. Nei santi va cercata l’esemplarità, non l’eccezionalità.
    Ecco i nomi selezionati: Santa Edith Stein, San Giovanni Bosco, Santa Giuseppina Bakhita, beato Charles de Foucauld, Santa Giovanna Beretta Molla.


    NOTE

    1 Confessioni, 8, 27.
    2 Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XV/1, 1992, p. 305.
    3 GIOVANNI PAOLO II, Novo millennio ineunte, n. 31.
    4 AMBROGIO, De virginitate, 40.
    5 FRANCESCO, Gaudete et exsultate n. 7.
    6 Riunione preparatoria al Sinodo, parte II, Introduzione.


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