Giuseppe Sovernigo
(NPG 1976-01-54)
L'utilizzazione del sussidio PROGETTO DI VITA E SCELTA CRISTIANA (LDC, Torino 1975) richiede alcune precisazioni. È infatti necessario, per una valida pedagogia della fede, che l'educatore segua una adeguata metodologia, che precisi a se stesso un itinerario da proporre agli adolescenti e ai giovani. Essi a loro volta saranno stimolati a farsi critici dei progetti, delle proposte di significato per la vita presentate loro oggi, a fare le proprie scelte in modo più libero e responsabile, autenticamente umano e cristiano, a reimpostare la loro vita secondo un preciso progetto di avvenire.
Offriamo qui alcune indicazioni per una utilizzazione concreta del sussidio:
– Innanzitutto alcune linee metodologiche per una valida presentazione ai giovanissimi e ai giovani della proposta del «Progetto di vita», un itinerario di massima da seguire e da adattare di volta in volta a seconda dell'età dei giovani, della personalità dell'educatore o gruppo di educatori, della situazione concreta.
– In secondo luogo, un'esperienza di campo-scuola, con la relativa traccia preparata per i partecipanti, su iniziativa delle
parrocchie francescane della Calabria. Nella traccia preparata è evidente il conglobamento della seconda parte «Come e cosa fare per elaborare il progetto di vita», con i quattro incontri essenziali, entro la prima parte, cioè la «proposta», come momento e concretizzazione pratica. Questa sintesi, opportunamente adattata, può essere messa in mano ai giovani, mentre l'educatore si riferisce al testo.
UN ITINERARIO METODOLOGICO DI MASSIMA
Ogni capitolo del libro della prima e seconda parte costituisce una unità a sé stante e collegata con il resto. Può essere presentata in una giornata di un camposcuola o di campeggio, oppure in un gruppo di lezioni scolastiche o in un incontro di una tre sere, di una settimana, ecc.
Ogni «unità-capitolo», perché susciti la partecipazione e la ricerca dei giovani, è opportuno che sia articolata secondo questi momenti dinamici:
1. LA PROPOSTA
a) Occorre innanzitutto suscitare il problema partendo dall'esperienza interna ed esterna dei soggetti destinatari e dagli avvenimenti del giorno, rilevando dai giornali quotidiani i fatti che fanno problema quanto al modo di impostare la vita con i relativi esiti. Ciò servirà a porre i giovani, mediante gli interrogativi emergenti, in stato di ricerca in vista di una accoglienza del progetto di vita cristiano, in ogni caso di un allargamento del loro orizzonte.
Per i giovanissimi:
Si può partire da uno di questi dati della loro esperienza, esplicitandola:
– Alla tua età molti progetti in te, attorno a te, su di te (pag. 9-19).
– Confronto con gli adulti e i giovani (pag. 10711).
– Vari modi di costruire il proprio avvenire (pag. 12-13).
– Interrogativi cardine (pag. 17).
Per i giovani:
– L'impatto con il reale e le relative prese di posizione (pag. 122-124; 78-79).
– Le tre scelte che si vanno facendo nella adolescenza e giovinezza, scelte essenziali per essere autenticamente uomini (pag. 29).
– Interrogativi emergenti (pag. 17).
b) Alcune indicazioni risolutive nella direzione del progetto di vita cristiano, indicazioni da approfondire poi mediante la ricerca personale e di gruppo. Ciò faciliterà la presa di coscienza del momento di scelta vissuto dal giovane, della necessità di scegliere, dei contenuti delle scelte che di fatto si fanno.
c) Domande o piste di ricerca per la riflessione personale e di gruppo. Possono essere scelte tra quelle poste alla fine della prima parte o inserite all'interno del capitolo come verifica oppure enucleate dall'educatore stesso secondo l'opportunità.
2. IL LAVORO DI GRUPPO
Esso va condotto non tanto a livello di discussione, quanto piuttosto a livello di comunicazione di esperienze. L'animatore di gruppo eviterà in un primo tempo le risposte dirette e risolutive che fanno cadere la ricerca, faciliterà la comunicazione esperienziale dei componenti il gruppo così che ognuno possa esprimersi con libertà, puntualizzerà di volta in volta le indicazioni emergenti nella direzione del progetto di vita cristiano in vista di una scelta personale e di un impegno.
3. L'INTERGRUPPO
Se necessario, dato il numero dei partecipanti, in esso vengono comunicate le sottolineature importanti, le scoperte personali fatte, le cose capite in modo nuovo, e vengono chiariti i problemi emersi nel lavoro di gruppo.
4. CELEBRAZIONE LITURGICA dell'esperienza fatta.
Ovviamente ogni educatore può, secondo l'opportunità, ampliare o ridurre ogni «capitolo-unità» in base alla sua sensibilità, alla situazione ed esigenze concrete dei giovani. Ciò che conta è che venga fatto un discorso unitario da una o più persone, concreto, aderente all'esperienza vissuta dai giovani, forte e responsabilizzante nella proposta, credibile per l'autenticità personale degli educatori e per le istanze proprie dell'età interessata.
5 GIORNI SUL «PROGETTO DI VITA»
Primo giorno
Il progetto di vita e la formazione del progetto di vita
• Esci dalla tua terra e va dove io ti mostrerò.
• Imparate da me che sono mite ed umile di cuore.
• Senza un progetto si ha ristagno, poi scompiglio interiore, poi disadattamento. Senza un progetto si ha qualunquismo insignificante.
ADOLESCENZA E GIOVINEZZA: ETÀ DEL PROGETTO DI VITA
– Alla tua età ci sono molti progetti in te, su di te, attorno a te.
– Avverti una grande esigenza: essere te stesso. Ma come?
– Non basta vivere: ci vuole una ragione per vivere!
Si ha un nome
un volto
una identità propria
una intimità unica, originale, irripetibile.
– Tu vuoi «farti una vita» e va bene, ma come? Cioè per quale motivo vuoi vivere?
per essere importante
per avere soldi
per godersi la vita
per diventare qualcuno
oppure
per servire
per rendere felici
per aiutare?
Alla tua età vivi un impatto duro con gli adulti e i giovani di oggi.
– Quanti falliti!
Vivono «la giornata».
Non cercano una conoscenza di se stessi; s'affidano alla «raccomandazione», al «concorso statale» senza impegnarsi.
– I giovani di «oggi» non hanno la conoscenza della responsabilità di «essere giovani oggi»: non sanno essere «liberi»... e per ciò deludono.
Cfr.: il divismo utopico
le fughe la droga le letture la cultura
la noia di essere giovani.
Come fare?
– studiarsi per vedere per cosa si è fatti,
– guardare dentro se stessi e leggervi le doti, le caratteristiche, le tendenze, gli impulsi...
– confrontare i «riusciti nella vita».
Tu chi vuoi essere? a chi vuoi assomigliare? Quali sono le tue potenzialità?
Che significato dai alla «tua» vita?
Qual è il «tuo» posto nella società? nella Chiesa?
Ecco: Dio può avere un progetto su di te. Essere generici: un fallimento in partenza. Cos'è un «progetto di vita»?
Non è un qualcosa di prestabilito, prefabbricato.
Ma è l'insieme dei valori in cui il soggetto crede.
Quando un ragazzo esprime un progetto, un'intenzionalità, manifesta quali sono i valori in cui crede, manifesta le cose che per lui sono importanti e che vorrebbe come fondamento della sua vita e che riescono ad «orientare» le proprie piccole o grandi scelte.
Come va pensato?
Come un «abbozzo», semplicemente. Dall'abbozzo piano piano si passerà all'opera «fatta».
Va pensato così: aiutarsi a guardare dentro se stessi e confrontandosi con ciò che si vuole essere.
Esempio: la parabola dei talenti.
Chi ti può aiutare?
una positiva fiducia in te stesso,
chi sta accanto alla tua vita e «ti ama», il luogo della tua vita,
la scuola, la parrocchia,
soprattutto Gesù, l'Amico per eccellenza.
Secondo giorno
Falsariga per una scelta: tre progetti di vita e come si scopre e si realizza il progetto di vita
• Egli (il Cristo) è immagine del Dio invisibile; in Lui, Cristo, l'intero edificio cresce ben compaginato, in Lui anche voi venite costruiti.
• Ogni adolescente e ogni giovane nell'arco dell'età fra i 14 e i 20 anni deve fare molte scelte.
ECCO TRE PROPOSTE TRA CUI DEVI SCEGLIERE
A. CONSUMISTICO
Obiettivi da raggiungere:
l'avere
il profitto
il benessere il successo l'apparire il prestigio.
Quale potrà essere il risultato, la realizzazione della persona che sceglie tale progetto di vita? Atrofia della personalità e un senso diffuso di scontentezza.
B. SOCIOLOGICO
Obiettivi da raggiungere:
far felice l'uomo tramite l'uguaglianza giuridica ed economica
la riforma delle strutture
tagliere lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
C. CRISTIANO
Obiettivi da raggiungere:
rifare in noi e negli altri l'immagine di Figli di Dio;
ristabilire fra gli uomini rapporti di fratellanza mediante una comunità di fratelli; partecipare alla comunione con Dio;
fede nel Cristo risorto che anima la storia.
Perché tu possa elaborare un progetto di avvenire occorre impostare la tua attenzione su queste dimensioni:
1. un incontro autentico con te stesso che ti permetta di scoprire le tue doti e i tuoi limiti;
acquisizione di una certa autonomia e l'accettazione della «tua «storia.
Nella vita di ogni persona certi «fatti «particolari: l'incontro con il bene e con il male, la conoscenza di alcune persone, certi momenti significativi, soprattutto il proprio modo di reagire, di atteggiarsi... sono rivelatori del proprio essere profondo, dei propri atteggiamenti di base. Occorre, però, che si sappia rivederli con attenzione, al di là delle apparenze superficiali, e che ci si faccia aiutare da un educatore amico che ne enuclei la portata ed il significato.
Inoltre gli avvenimenti della propria vita, se visti con fede, sono indicativi delle intenzioni del Padre a nostro riguardo.
2. Un inserimento sociale vivo con i tuoi coetanei; un rapporto costruttivo con l'educatore;
un'apertura sociale nelle sue varie dimensioni.
3. La scoperta di una relazione personale con Gesù, Signore della storia e Salvatore degli uomini;
Gesù è persona, è Signore, è Salvatore entro una comunità ecclesiale, essa stessa in stato di salvezza.
4. Una coerenza crescente alle proprie scelte lungo una «linea preferenziale che armonizzi le tue forze.
Terzo giorno
Progetto di vita e vocazione
• Pensate a quale vocazione siete stati chiamati!
• Sarà allora necessario aprirsi all'accoglienza di un altro progetto di vita, quello storico del piano di Salvezza, scorgendovi il proprio ruolo personale nella Chiesa e nella Comunità locale.
QUANDO IL «PROGETTO DI VITA» VIENE ABBOZZATO E SU QUELLA DIMENSIONE SI CERCA DI ORIENTARSI, ALLORA IL PROGETTO DI VITA SI CHIAMA VOCAZIONE.
La vocazione esige, per colui che è chiamato, uno sforzo per identificare la persona che chiama, cioè il Dio vivente che fa vivere, che invita alla comunione con i fratelli e al loro servizio.
Soltanto quando la persona si identifica in ciò per cui è chiamata allora la chiamata dei valori diventa una vera Vocazione personale. Sapersi «chiamato» comporta di rifiutarsi di considerare il mondo e la vita come un avvenimento opaco e impersonale.
Vocazione è professione, felicità, libertà. La vita cristiana impegnata si esprime in un salto di qualità: il patriarca Abramo, il patriarca Giacobbe.., ricevono l'invito: cammina alla mia presenza! La Vocazione è un cammino fatto insieme, la mano nella mano con Dio; Dio, in modo familiare e amicale, spiega all'uomo gli orizzonti che si susseguono gli uni agli altri. Dio e l'Uomo si interpellano a vicenda! Dati obbligatori: coerenza - costanza - fiducia in chi chiama - disponibilità agli orizzonti che il cammino «a due» comporta. Lasciarsi modellare da Lui.
Quarto giorno
«Luogo» della scoperta e della realizzazione del progetto di vita
• «E Jahvè piantò un giardino in Eden, e vi pose l'uomo che aveva fatto».
• La comunità dei credenti era di un sol cuore e di un'anima sola...
Erano sempre assidui alle istruzioni, alle riunioni comuni, allo spezzamento del pane e alla preghiera.
Frequentavano insieme e assiduamente il Tempio
Il luogo dove si può realizzare il proprio progetto di vita, cioè il proprio domani non è campato in aria: è circoscrivibile.
1. Te stesso: la tua età, la tua crescita affettiva, la tua prospettiva di vita.
2 La tua famiglia: i tuoi genitori, i tuoi fratelli, i tuoi parenti: tutti coinvolti.
3. La tua scuola-società: il tuo studio, la tua cultura all'infuori delle lezioni scolastiche; i tuoi coetanei, gli amici, i compagni; il tuo tempo libero: tutti coinvolti.
4. La tua Parrocchia, luogo d'incontro con Dio e con i fratelli.
LA TUA PARROCCHIA
Comunità che vive la Chiesa «oggi», che ama la Chiesa «oggi».
La tua Parrocchia come spazio sereno per attività formative e ricreative. Però la tua Parrocchia non è il parroco ma esiste con il parroco.
La tua Parrocchia ti potrà aiutare moltissimo se saprai «dare» moltissimo.
La Parrocchia è una «comunità viva» che non può iniziare e finire presso la porta di casa: entra ovunque!
La Parrocchia è una struttura funzionale che nel Corpo della Chiesa diviene un «luogo di vita» per l'atmosfera che l'informa tutta, la Carità.
luogo principale della Parrocchia resta la Chiesa che è il Corpo di Cristo nel tempo, cioè nella nostra storia. Perciò, ricordiamolo nuovamente, è la nostra Parrocchia (la Chiesa) che vive, che pensa, che parla, che cresce, che si costruisce nell'intensità che noi viviamo, pensiamo, parliamo, cresciamo, ci costruiamo. Il centro della Parrocchia è l'Altare-Eucarestia. Qui tutto deve convergere per riverberarsi ovunque in uno spazio illimitato e di carità e di libertà.
Quinto giorno
Il «propulsore» per la costruzione armonica del progetto di vita: l'Eucaristia
• lo sono il Pane vivo disceso dal cielo. Chi mangia questo Pane vivrà in eterno. E il Pane che io darò è la mia carne per la
vita del mondo.
• L'Eucaristia ci è stata donata non perché siamo buoni, ma perché potessimo diventare più buoni!
• Troppe scuse ci impediscono di ricevere frequentemente l'Eucaristia.
ABBIATE FEDE IN DIO E ABBIATE FEDE ANCHE IN ME (Gv 14,1)
La «fede» in me (= in Gesù di Nazaret) è una condizione necessaria per credere in Dio e per realizzare in «noi» la salvezza.
Questa fede è radicale nell'umanità di Gesù che si concretizza in un avvenimento eminente nel Suo Corpo dato per noi: Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo offerto, sacrificato per voi.
L'Eucaristia non può «renderci paurosi di noi stessi».
Chi è senza peccato scagli la prima pietra: è vero, ma questo sarebbe autosufficienza, orgoglio.
Ricorda pure: sono venuto a chiamare i peccatori.
Ancora: non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati!...
L'assurdo dell'amore di Dio – lontano dalla ragionevolezza umana – ci permette di credere che:
– In forza del mio peccato e della mia debolezza io mi incontro con Dio nella Carne di Cristo che salva.
Quando son debole, allora io sono forte!
– Se c'è una ragione, tra le altre, di incontro con il Cristo, questa è proprio il peccato. Non si può pretendere di seguire Gesù Cristo se non si è capito prima che cosa significhi «essere riscattato personalmente».
– Allora bisogna fare il peccato per incontrarsi col Cristo?
No, è un'assurdità. È l'intera esperienza umana che ci permette di comprendere la nostra pochezza e la grandezza dell'Amore suo per noi.
– Tuttavia nei periodi brutti, quando si è peccato, non bisogna farne dei momenti di ripiegamento su se stessi, di scoraggiamento, di vanità ferita. L'incidenza che il «Corpo di Cristo» ha nella realizzazione armonica, cioè compatta ed equilibrata, del progetto di vita è posta nella proporzione della frequenza all'incontro e della fede nella persona-Gesù.
L'Eucaristia non è un toccasana ma una responsabilità. Il «propulsore» per la costruzione armonica del progetto di vita è l'Eucaristia perché essa è ragione e la capacità di unità in tutte le dimensioni. E perché «Colui che costruisce tutto è Dio» (Ebr 3,4). Ecco la radicalità che esige la scelta del nostro essere cristiani: fare dell'Eucaristia il «propulsore» indispensabile per la costruzione del nostro «oggi» posto nella tensione del domani.