Storia “artistica” della salvezza

 

Maria Rattà

(NPG 2017-06-66)


Nel corso del 2017 – tra le tante novità – abbiamo attivato nel sito di “Note di pastorale giovanile” (www.notedipastoralegiovanile.it) (con opportuni link anche nella Newsletter) una rubrica dedicata alla storia “artistica” della salvezza, organizzata in puntate a cadenza più o meno mensile e che sta riscuotendo un buon apprezzamento da parte dei visitatori del sito.

La “via della bellezza” per rileggere la Bibbia

Tale rubrica non rappresenta di certo una assoluta novità: sono numerose, infatti, le pubblicazioni cartacee che coniugano l’arte e la fede e, nello specifico, l’arte e il racconto biblico. Ma il fatto di essere ospitata sul web ci consente di spaziare senza andare soggetti a particolari limiti di estensione, potendo così soffermarci, per ogni uscita, su alcuni specifici episodi o libri della Sacra Scrittura, “rileggendoli” attraverso dipinti, sculture e altre opere (anche contemporanee) per immergerci in un racconto che si amplifica in grandi e piccoli dettagli, in idee che prendono forma concreta, in sentimenti che si fanno luce, colore, ombra.
La “via della bellezza” – tante volte invocata e suggerita per un accesso più “umano” all’esperienza della fede – rende possibile così viaggiare letteralmente nella storia della salvezza come se, in un certo senso, ci trovassimo dinanzi a una sola, grande opera in movimento, quasi un film in diapositive, che proprio per lo splendore e la varietà delle immagini diventa più appassionante e permette di concentrarsi, di volta in volta, su elementi anche a prima vista insignificanti, ma che sono espressione di concetti profondi.
Volendo fare qualche esempio si potrebbe citare il serpente che campeggia al centro del quadro di William Turner sulla fine del diluvio universale, La mattina dopo il diluvio. Mosè scrive il libro della Genesi: l’animale è un chiaro riferimento a Mosè, e perciò anche a Cristo (di cui il primo è prefigurazione) che opererà la salvezza in via definitiva.
Si potrebbe anche pensare al pulpito ligneo dell’artista fiammingo Hendrik Frans Verbruggen, opera maestosa, sulla cui sommità svetta la figura di Maria che tiene in mano il vessillo della croce e con questa ferisce il serpente, mentre il bambino Gesù, che “abbraccia” lo stesso vessillo, schiaccia – guidato dalla madre – l’animale con il proprio piedino. Alla base compaiono Adamo ed Eva, espulsi dall’Eden da un possente angelo. In tal modo il pulpito diventa un compendio biblico-teologico visivo, collegando il vecchio e il nuovo Adamo, la vecchia e la nuova Eva, la sconfitta della vita nell’Antico Testamento e la vittoria definitiva della salvezza, l’annientamento della morte e del peccato nel Nuovo. Riferimenti di questo tipo catturano l’attenzione e rendono più palese il legame che unisce tutta la storia della salvezza, pur nella diversità e complessità delle singole storie che la compongono.

Una storia impastata di umano e divino

A livello artistico la storia della salvezza è un racconto i cui personaggi e i cui soggetti sono espressione di volta in volta dei canoni estetici di epoche differenti, delle richieste dei committenti, dei criteri stabiliti per l’arte sacra in determinati periodi, ma anche del gusto personale dei maestri noti e meno noti e, non di rado, dei drammi personali degli stessi artisti. Se così, da un lato, tutto ciò che descrive i vari passaggi della narrazione biblica risponde innanzitutto al criterio della fedeltà (maggiore o minore) al dato scritturistico, dall’altro, le opere scelte mostrano spesso in maniera dirompente il lato più “umano” della storia tra Dio e l’uomo, vergata all’interno della Bibbia. L’arte consente di approfondire la Scrittura non soltanto cogliendone il messaggio teologico che la sintesi artistica riesce spesso a condensare in simboli, segni e raffigurazioni metaforiche (come accade per lo Spirito di Dio che aleggia sulle acque genesiache, tradotto dal pittore russo Ivan Aivazovsky, in alcune delle sue splendide opere, in un gioco di luci e ombre dalla forma umana e celestiale; o per il serpente tentatore di Adamo ed Eva, rappresentato spesso con una testa femminile simile a quella della progenitrice), ma anche ravvivando il concetto di una Storia Sacra che riguarda tutti gli uomini e che è dunque impastata di vicende umane che più o meno tutti sperimentano. Una storia in cui la vita umana e quella divina, il cielo e la terra si intrecciano sempre, presentando quindi l’idea di un rapporto intenso e “reale” tra l’uomo e Dio, tra le cose visibili e quelle invisibili. Basti pensare, in proposito, alle tele di William Bouguereau La prima discordia (Caino e Abele) e Il primo lutto. Nella prima, rappresentando il conflitto tra Caino e Abele, il pittore raffigura i due personaggi nel tempo dell’infanzia, rifacendosi alla propria esperienza di padre di più figli, ben consapevole, dunque, delle piccole scaramucce che insorgono tra bambini e che non di rado sono sedate dalle madri. Volendo poi immortalare (nella seconda delle tele citate) la triste storia di Abele, ucciso dal fratello maggiore, l'artista innesta nel quadro un particolare non narrato dalla Scrittura, ma umanamente probabile: il momento in cui, ritrovato il corpo morto del figlio, Adamo ed Eva “tengono lutto”. È questa un’opera dal fortissimo impatto psicologico, espressione anche della personale vicenda di Bouguereau, che aveva perso da poco il secondo dei suoi cinque figli; un dipinto la cui composizione si rifà alla Pietà michelangiolesca, innescando così una serie di rimandi al lutto per eccellenza, quello per il Figlio di Dio. L’umano si impasta di divino e il divino di umano. La storia della salvezza non è lontana, non si svolge su un palcoscenico da osservare muniti di binocolo, non parla solo di esperienze “mistiche” e inimmaginabili per l’uomo. No, essa si snoda attraverso la storia umana; tramite i miti creati per spiegare l’intersezione del divino con le vicende della terra (come si analizza nella puntata sul diluvio universale); per mezzo delle gioie e delle sofferenze della vita e finanche a causa del peccato dell’uomo, la felice colpa che ci ha meritato un così grande rendentore (Benedizione del cero pasquale), culmine di questa storia di caduta e di redenzione.


Il piano

1. La creazione
2. La caduta
3. L'umanità sulla terra: il primo omicidio
4. Dal diluvio all'arcobaleno
5. Babele: l'uomo sfida Dio
6. Abramo /1. Una promessa di vita
7. Abramo /2. Dal dramma alla gioia
8. Le figure femminili dell'Antico Testamento
9. Davide e Salomone: storie di passione e di fede
10. I Profeti