(NPG 1995-07-30)
A. Situazioni di fatto
Le relazioni e l'intento del convegno sollecitano a prendere consapevolezza e a rendere ragione di un dato fondamentale: lo stretto rapporto, per ogni spiritualità, tra la vita quotidiana e i sacramenti, in particolare l'eucaristia e la riconciliazione.
Nella pratica della vita dei giovani è invece frequente la constatazione di una frattura tra le due, tra sacramenti e vita quotidiana o, più in generale, tra celebrazione ed esistenza.
Le ragioni di tale frattura possono rintracciarsi, rispettivamente, esaminando i due aspetti:
- Da una parte la vita quotidiana sembra per certi versi caratterizzarsi per una logica dello scontato e del dovuto, opposto all'accoglienza del «dono» della salvezza, e per una sorta di individualismo, contrario a quella della comunitarietà della celebrazione.
Però, al positivo, si intravvedono segni di direzione inversa e, inoltre, la maggior sintonia dei giovani ai nuovi linguaggi che passano attraverso il simbolico.
- Dall'altra parte, sul versante dei sacramenti (o della celebrazione), si notano le seguenti difficoltà:
• una forte carenza di formazione-educazione sacramentale (che solleciterebbe verso l'impegno di una rinnovata catechesi sacramentale); e in particolare si nota la permanenza di concezioni riduttive e distorte dei sacramenti (come precetto da osservare, come qualcosa di magico, la confessione unicamente come «lista di peccati» o funzionale al fare la comunione...);
• un linguaggio «vecchio», non parlante, incapace di dire «la verità» o la significatività di quello che si celebra; quando non un sovraccarico di segni che confondono invece che «far parlare», o una povertà di segni.
Un ulteriore aspetto di difficoltà a ricomporre la frattura sacramenti-vita quotidiana sta anche nella incapacità da parte degli educatori di rendere significativa la loro esperienza personale di spiritualità, vissuta come «fatto proprio» più che come terreno di comunicazione e di incontro con il modo dei giovani di accostarsi alla vita cristiana.
B. Atteggiamenti esistenziali verso i sacramenti
Sono da cogliere nel vissuto quotidiano quegli atteggiamenti e quelle esperienze (da rintracciare o da educare), in sintonia o nella direzione dei sacramenti dell'eucaristia e della riconciliazione: appunto perché esigito dall'integrazione fede-vita e per non fermarsi unicamente al livello dei comportamenti.
Un elenco disordinato potrebbe essere il seguente:
- Esperienza del limite come bisogno di aiuto e necessità degli altri.
- Esperienza dell'incontro.
- Senso comunitario, esperienza del «noi» (squadra, classe, gruppo).
- Bisogno di superare i conflitti.
- Esperienza della divisione e bisogno di ricomporre le lacerazioni.
- Imparare a «chiedere scusa».
- Ascoltare l'altro.
- Ricevere qualcosa in dono.
- La «sorpresa» di un incontro inaspettato, di una nuova conoscenza...
Altri atteggiamenti sono poi da riscoprire come possibilità educative:
- Riscoperta della gratuità di cui si è oggetto e di cui si può diventare capaci.
- Educazione alla «riconoscenza».
- Motivazioni e senso della «fatica», del «sacrificio».
- Imparare a fermarsi a riflettere, a leggere «dentro», ed andare in profondita.
- Superare le frustrazioni e capacità di ricominciare.