Lettera Apostolica di Papa Francesco (2021)
IL MINISTERO DEL CATECHISTA
Cosa dice alla
Chiesa italiana
Cesare Bissoli
UNA PREMESSA
I Catechisti nella Chiesa italiana
Leggendo il recente documento di papa Francesco sui catechisti e il loro ministero (2021) mi è venuto alla mente una esperienza tra le più belle e promettenti: i due Convegni Nazionali dei Catechisti a Roma nel 1988 e nel 1992, presenti le autorità della Chiesa italiana e del Papa. Il grandissimo numero di partecipanti da tutte le regioni, diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti attestarono il grande “dono vivente” presente e operante nella Chiesa italiana che sono i catechisti. E in effetti si tratta della presenza in Italia oggi di circa 200.000 e più di uomini e donne (con la netta maggioranza di queste) che si dedicano alla catechesi secondo le tappe delle varie età, con la maggioranza dedicata a bambini e ragazzi per l’iniziazione cristiana, potendosi avvalere del Catechismo per la vita cristiana (in più volumi), edito dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Si deve riconoscere che dal rinnovamento del Vaticano II, tradotto e applicato catechisticamente nell’indimenticabile Documento Base, Il rinnovamento della catechesi (1970) si svolse il momento della giovinezza del nuovo cammino della catechesi italiana. Ma la sua attuazione non fu senza difficoltà per i rapidi mutamenti culturali e religiosi. A partire dal secondo millennio fino ad oggi si può far cominciare il momento della maturazione. La necessità di cambio, motivata dalla crisi di fede specie fra i giovani e fra gli adulti, richiamò pastori e fedeli, sollecitati da S. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora, con notevole energia da Papa Francesco, a ripensare, rivedere, rafforzare il progetto catechistico italiano secondo la nuova impostazione, che investe tutto il servizio ecclesiale imperniato sull’evangelizzazione missionaria e dunque comprende e conforma il servizio di catechesi a processo di evangelizzazione missionaria. Per questo scopo, il compito dei catechisti assume valore strategico e ineludibile. Tutto ciò comporta necessariamente una revisione adeguata dell’identità del catechista, della sua formazione, dei suoi compiti. Intorno a questo serio problema si muove una ricerca fatta di riflessione, di convegni e di pubblicazioni. Non possiamo dimenticare i diversi Sinodi della Chiesa, in cui il ruolo dei catechisti o con altro nome, viene nominato, in particolare quello sulla Parola di Dio (Verbum Domini) (2008) e l’altro dedicato ai giovani (Christus vivit) (2019). Da essi provengono dati aggiornati per l’annuncio catechistico e per chi lo deve animare. Da ultimo va ricordato il filo rosso dei Direttori: Direttorio Catechistico Generale (1971), Direttorio Generale per la catechesi (1997) e il più recente Direttorio per la catechesi (2020), cui fa seguito - fin qui ultimo documento catechistico - la Lettera Apostolica sui catechisti di Papa Francesco (2021).
Domanda: cosa ci viene proposto da essa?
IL DOCUMENTO
I CATECHISTI COME MINISTRI DELLA CHIESA
Da oltre un ventennio, autorevoli voci pontificie, ultimamente quella di Papa Francesco, si esprimono sulla figura dei comunicatori della fede, tra essi il catechista, voci tanto illuminate quanto incoraggianti. Vale per tutto il mondo, ma tocca apertamente anche il nostro mondo: la Chiesa in Italia. Articoliamo in quattro momenti la nostra riflessione su testo papale: contenuti, elementi in ordine all’attuazione, rilevanza, in relazione all’Italia.
I contenuti
In data 10 maggio 2021 Papa Francesco ha stilato una Lettera Apostolica, ANTIQUUM MINISTERIUM con la quale si istituisce il ministero di catechista. È composta di undici paragrafi divisi in due parti: l’ordine dei pensieri motivanti (nn.1-8); l’atto formale di istituzione (nn. 9-11).
Si possono evidenziare quattro tipi di qualità interconnesse: storico-ecclesiale, laicale, ministeriale, istituzionale.
Memoria storico-ecclesiale
* Tanta parte del Documento (nn.1-4) focalizza valore e compiti della figura del catechista, a partire praticamente dalla fondazione della Chiesa: “Il ministero di catechista nella Chiesa è molto antico” (da cui il titolo della Lettera volutamente in latino per segnalare la radicalità ontologica e temporale del servizio catechistico e dei suoi animatori). Se ne ha traccia nel NT con la sua prima forma embrionale dei “maestri” di cui Paolo parla nella 1Cor 12,28-31, cf Gal 6,6) e ancora nel prologo lucano dove compara il verbo greco katecheo, da cui catechesi, catechista) (Lc 1, 3-4).
* Si può riconoscere che il servizio del catechista rientra nel numero dei “carismi” che motivano una “diffusa forma di ministerialità”, cioè di servizio “visibile e tangibile”, una “diaconia indispensabile” per la vita della comunità cristiana (cf 1Cor 12, 4-11). Questa “fattiva presenza di battezzati (uomini e anche donne, ricordiamo fra tutte la coppia di Aquila e Priscilla, Atti 18, 26) che hanno esercitato in forme diverse il ministero di trasmettere l’insegnamento apostolico, è stata ereditata dalla Chiesa come “espressione concreta del carisma personale” nella missione evangelizzatrice.
Tutto ciò “sollecita anche oggi la Chiesa” a trovare espressioni adatte a tale scopo.
* Il pensiero passa immediatamente e con accento appassionato ai catechisti nei duemila anni di storia trascorsi nei quali si conta una “innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno preso parte direttamente alla diffusione del Vangelo attraverso l’insegnamento catechistico”, “una missione insostituibile”, con una “lunga schiera di beati, santi e martiri catechisti” che testimoniano la vitalità di questo servizio.
* Nei tempi recenti, a partire dal Vaticano II, il magistero della Chiesa ha impresso “un notevole rinnovamento della catechesi”. E qui sono richiamati i più recenti e principali documenti universali, quali il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), i Direttori citati sopra (1971, 1997) e specificamente il Direttorio per la catechesi (2020), che insieme a tanti Catechismi nazionali, “mette in primo piano l’istruzione e la formazione permanente dei credenti”
Rilevanza del laicato
* È una componente assai marcata, espressa con un cumulo di notazioni. Accanto alla primaria responsabilità catechistica dei Vescovi, dei presbiteri, accanto all’impegno dei genitori, dalla storia della Chiesa fino ad oggi, “è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche” catechisti. Sono indicati diversi elementi caratterizzanti questo servizio:
* Fa da fondamento il “Battesimo”, da “risvegliare” nel nostro tempo, nel quale lo Spirito suscita la “vocazione” a fare catechesi.
* Va bene avvertita l’“urgenza” del compito catechistico dei laici per l’impegno di evangelizzazione, specie delle giovani generazioni;
- ciò comporta l’“esigenza” di metodologie e strumenti creativi
- conseguenza necessaria è il sostegno dei Pastori per l’arricchimento della comunità, anche grazie al “riconoscimento dei ministeri laicali”
Identità ministeriale
* Viene ricordato che l’apostolato laicale si esprime nel mondo secolare fatto di relazioni familiari e sociali varie e molteplici “orientando le cose temporali secondo Dio”.
* Il laico - secondo la tradizione antica - può essere catechista, il che comporta:
- la collaborazione in diverse forme con la Gerarchia da cui è chiamato (LG 33);
- il suo compito “si specifica all’interno degli altri servizi presenti nella comunità”;
- “il suo servizio pastorale riguarda la trasmissione della fede nelle diverse tappe: dal primo annuncio (kerigma), all’istruzione per i sacramenti dell’iniziazione, alla formazione permanente”.
* Il Catechista è “testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo a nome della Chiesa”. Ciò richiede “preghiera, studio e partecipazione diretta alla vita della comunità, con coerenza e responsabilità” (Direttorio per la catechesi, n. 113).
Autenticità e legittimità istituzionale
* L’avvio al riconoscimento di ministeri laicali, tra cui quello di catechista si ha da S. Paolo VI (Ministeria quaedam, Evangelii Nuntiandi) e ha attuazione con Papa Francesco.
* Viene espresso così il preciso significato: “Ricevere un ministero laicale come quello del Catechista imprime un’accentuazione maggiore all’impegno missionario tipico di ciascun battezzato che si deve svolgere comunque in forma pienamente secolare senza cadere in alcuna espressione di clericalizzazione”.
* Sono chiaramente affermati i requisiti formali per ricevere il ministero di catechista:
- si richiede un discernimento del Vescovo - definito “primo catechista” - quanto alla vocazione e ai servizi da chiedere;
- sia servizio stabile reso alla Chiesa locale secondo le esigenze pastorali e in maniera laicale;
- possono essere ministri uomini e donne di profonda fede e di maturità umana, con attiva partecipazione alla vita di comunità, capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna, con la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica, con una previa esperienza di catechesi.
- A loro si chiede di essere fedeli collaboratori dei presbiteri e diaconi, disponibili a esercitare il ministero dove fosse necessario, animati da vero entusiasmo apostolico.
“Dopo aver ponderato ogni aspetto in forza dell’autorità apostolica
ISTITUISCO IL MINISTERO LAICALE DEL CATECHISTA”.
Elementi in ordine all’attuazione
* Si avverte che seguirà la pubblicazione del” Rito del ministero laicale di Catechista” da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
* Tocca alle Conferenze Episcopali attuare quanto stabilito con tre indicazioni:
stabilire “l’iter formativo”, indicare i “criteri normativi” per accedere, trovare le “forme più coerenti” per il servizio da svolgere.
(Tutto questo vale per le Chiese Orientali secondo il loro diritto).
* Un ultimo avviso pressante. Secondo il Vaticano II i Pastori non devono “assumersi da soli tutto il peso della missione della Chiesa”, riconoscendo e valorizzando ministeri e carismi dei fedeli (LG 30)
Alcune specificazioni e chiarimenti
* Esistono due tipi di ministeri: ordinati e istituiti. I ministeri ordinati si ricevono con il sacramento dell’Ordine e comprendono Vescovi, presbiteri e diaconi (di genere soltanto maschile); i ministeri istituiti sono stabiliti dalla Chiesa per un servizio ecclesiale, che per sé - secondo la riforma di Paolo VI - sono sciolti dal ministero sacerdotale. Ricordiamo tra questi il ministero dell’accolitato e del lettorato. Viene aggiunto per la prima volta il ministero del catechista è un servizio aperto ai laici riconosciuto dal Vescovo e da lui conferito come ministero con un rito specifico. Esito importante: con gli uomini possono partecipare al ministero di catechista anche le donne.
* Non basta essere catechisti per ricevere il ministero di catechista. Né bisogna ricevere il ministero per essere catechisti. In ogni caso occorre fare richiesta. Ma si richiede la presenza di requisiti precisi valutati dal Vescovo, citati sopra. Naturalmente-merita dirlo- chi riceve il ministero di catechista non si pone su un gradino superiore di santità e di bravura, non viene a far parte dei preti, non è un “prete diminuito” (attenti alla clericalizzazione!) né fa da supplente al loro compito catechistico, non è un delegato per la catechesi, resta un laico, che continua anche lui a fare il catechista, e presta aiuto di animazione, di consiglio, di collaborazione, insomma di aiuto fraterno ai propri colleghi. Questo ministero porta certamente una innovazione nella chiesa e deve portare dei frutti visibili. È da prevedere che a questo scopo, bisognerà badare bene ad una specifica formazione e a un tirocinio previo.
* Ricordiamo che esistono degli organismi ecclesiali in relazione al ministero di catechista. A livello di tutta la chiesa, va menzionato il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, di cui è presidente Mons. Rino Fisichella. Da questo ente ci vien proviene il Direttorio per la catechesi (2020) dove i trovano precise e ampie, concrete indicazioni sulla catechesi e sul catechista (cc. 2 e 3). È del tutto pensabile che questa Lettera Apostolica faccia seguito a completamento del Direttorio. A livello locale fa da riferimento la Conferenza Episcopale e a livello diocesano il Vescovo tramite l’ufficio catechistico diocesano. Nelle parrocchie vi è un’organizzazione catechistica locale di cui il Parroco con i presbiteri diventa responsabile.
* Diventa compito necessario, assunto con partecipazione positiva e creativa dai responsabili nelle chiese locali (presbiteri e gli stessi catechisti), come pure nei movimenti, pensare e determinare un processo graduale e progressivo delle indicazioni qui date, rivedere il cammino formativo (catechista testimone, maestro, pedagogo…), riflettere e decidere chi, uomo e donna, può essere presentato per il ministero di catechista e consigliare quale compito conferirgli.
Rilevanza del documento
Una domanda sorge spontanea e utile a farsi: perché papa Francesco ha voluto l’istituzione del ministero del catechista?
Si possono evidenziare alcuni motivi espliciti e impliciti:
- Una ragione è di ordine teologico-storico che possiamo tradurre così: la Chiesa vive per evangelizzare, ora la catechesi - espressa in termini diversi - fa parte dei fattori produttivi di essa fin dalle origini e lungo tutta la storia cristiana. La chiesa non può essere senza catechesi quale fattore non accidentale e transeunte, ma costitutivo e permanente. Alla Chiesa che è animata intrinsecamente dallo Spirito Santo tramite i ministeri è del tutto consentanea e arricchente l’istituzione del ministero del catechista, come realtà voluta dallo Spirito. Si può dire che “la Chiesa fa la catechesi e la catechesi fa la chiesa”.
- In maniera specifica Papa Francesco pone al centro la persona del catechista. Ne tratta tutta la Lettera Apostolica (v. sopra).
Qui evidenziamo alcuni elementi che ne esplicitano la portata.
* Come primo va segnalato l’onore, la gratitudine, la stima che la Chiesa (con ampiezza storica!), tramite il Papa, nutre (deve nutrie!) verso questi servitori della fede nella Chiesa universale.
* Viene messo in evidenza che il servizio alla Chiesa del catechista è animato da un carisma. Vi è all’origine il Battesimo, porta con sé una vocazione, sfocia in una istituzione ministeriale, diventa un servizio non scelto da sé, ma del Popolo di Dio, la Chiesa, secondo la determinazione dei Pastori. Questa prospettiva sollecita lo spirito di fede del catechista nella duplice dimensione di fides quae e fides qua, che si manifesta in una spiritualità attinta dalla Parola di Dio cui presta servizio, l’amore e la fedeltà alla Chiesa (specificamente ai Pastori) laddove opera, la dedizione seria e gioiosa alle persone cui si dedica, riconosciute come membri del popolo di Dio
* Ne scaturiscono alcune istanze:
- la necessità che vi siano catechisti uomini e donne per le due fasi di catechesi iniziale e permanente;
- una adeguata formazione organica e sistematica dove si bada all’ urgenza, esigenze e aderenze alla realtà concreta sotto la responsabilità del Vescovo e ovviamente di esperti in linea teorica e in riferimento alla prassi.
* Merita richiamare due elementi, non citati espressamente dal Documento, ma che vi rientrano:
- il primo riguarda una “primogenitura” di valore per contenuti ed esemplarità di servizio riconosciuta ai catechisti in terra di missione, l’Africa in particolare (la maggioranza sono uomini);
- nelle Chiese di Europa e segnatamente in Italia, sono in forte prevalenza le donne catechiste, con una evidenza carenza di uomini. Si nota poi una concentrazione di catechisti per l’iniziazione cristiana dei piccoli.
* In sintesi va riconosciuto che il Documento papale, riguardando così specificatamente il catechista, coinvolge e fa ripensare la catechesi e la arricchisce in termini di validità e autenticità.
* Validità: lo testifica una storia bimillenaria di catechisti che in forme diverse garantiscono un servizio catechistico continuo e aggiornato; in questa ottica vanno considerati la testimonianza di catechisti, alcuni santi e martiri; l’intervento continuo del Magistero (Concili, in particolare Trento e Vaticano II, Sinodi, Papi, Vescovi, presbiteri, Codice di Diritto Canonico…). Il catechista ha una storia lunga, deve conoscerla e sentire di farne parte (v. sotto il suggerimento di pubblicazioni adatte).
* Autenticità: grazie al servizio dei catechisti e alla loro formazione, la catechesi si avvale di un base teologica eccellente (incentrata sullo scopo primario dell’evangelizzazione) e pastorale pedagogica (la cura della catechesi nella comunità e in famiglia, l’impegno generoso e gratuito di migliaia e migliaia di catechisti; gli strumenti eccellenti, come i tre Direttori catechistici citati sopra, il numero incessante di centri di formazione, di pubblicazioni tra cui i catechismi,)
- È ben visibile che il Papa tratta di ministero laicale per catechisti laici. Ne derivano alcune conseguenze.
* I Pastori, Vescovi, preti e i religiosi sono catechisti in atto che fanno da guida e accompagnamento - non da padroni clericali - dei catechisti laici all’interno dell’unico Popolo di Dio).
* Riassumendo quanto detto nella Lettera Apostolica qui sopra, la qualità laicale del catechista ha per riferimento fontale il Battesimo, esprime una vocazione a fare il catechista, abbisogna di adeguata formazione teorico-pratica (catechisti non si nasce, ma si diventa), realizza il servizio in comunione con i Pastori e nel il contesto ecclesiale( parrocchia e succursali…), evitando ogni forma di clericalismo, ma proprio perché laico, che vive nel mondo, fa servizio di catechista nel mondo del suo lavoro, delle sue amicizie dei suoi contatti umani, in un contesto culturale con cui fare i conti. Ovviamente come prima cosa, in famiglia. In questo modo si dà respiro alla catechesi, che può portare la ‘bella notizia ’ specie tra i giovani e adulti, facendola “uscire” dall’area ristretta delle sale della Parrocchia, aprendo ad essa nuovi orizzonti, trascinandola in certo modo negli ambiti normali di vita dei fedeli (della domenica) e di ogni altra persona. Catechisticamente rilevante è il servizio dei i laici come coppia (marito e moglie).
* Qui giunge a proposito un’osservazione: quanto creativa e diffusa è, anzi deve essere, la iniziativa del catechista nella società, altrettanto deve essere mantenuto il legame di comunione con la chiesa locale, da cui si riceve ampia autorizzazione e riconoscimento. Non sarebbero ammissibili forme di catechisti ‘cani sciolti’, spinti a costituire - come avviene - gruppi e comunità indipendenti e talora molto critiche.
In relazione all’Italia
Collegandoci a quanto detto all’inizio, cosa può dire la Lettera Apostolica all’impegno di rinnovamento catechistico in atto nel nostro Paese? Propongo alcuni elementi di riflessione.
* Partiamo riferendo il primo commento del direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, V. Bulgarelli: “L’Italia può contare su migliaia di catechisti che svolgono il loro servizio in maniera generosa e gratuita e che sono lo specchio della vivacità delle nostre comunità”. In quest’ottica promettente l’invito che fa il Documento pontificio non abbassa l’attenzione a quanto viene richiesto, ma invita ad osservare con realismo i bisogni esistenti, a promuove le indicazioni date, nel solco per altro di una gloriosa tradizione che ha il suo inizio moderno almeno dal Concilio di Trento, con le Confraternite della Disciplina cristiana.
* La Conferenza Episcopale, e in essa ogni singolo Vescovo nella sua diocesi, è coinvolta a riflettere seriamente sulle conseguenze per la catechesi-catechista nella nostra Chiesa, cui deve proporre un progetto di attuazione serio in relazione alla nostra situazione.
* Alcuni punti emergono per un cambio di passo nell’attuale processo di maturazione segnatamente sulla figura del catechista, con effetti perciò anche sulla catechesi:
- attenzione all’identità ecclesiale del servizio del catechista che ha radici nella Tradizione viva, per cui si propongono utili riflessioni a livello teologico (la qualità carismatica), a livello storico (come si è svolto il servizio catechistico) e geografico (cosa si fa oggi nella Chiesa, nello spazio interno italiano e universale);
- attenzione e valutazione sul contributo al progetto catechistico che apporta il servizio del catechista come ministero e di conseguenza le modalità di istituzione;
- questi bisogni cui in particolare badare e incrementare: laicità del servizio che va oltre la forma centripeta del perimetro parrocchiale per ‘uscire’ nel contesto di vita; coinvolgimento della figura maschile, con adeguata tipologia di servizio (adolescenti, giovani, adulti, persone in situazioni particolari); formazione sistematica e organica anzitutto per chi riceve il ministero secondo la trilogia di “testimone, maestro, pedagogo”.
* Saggezza pastorale vuole che della novità e importanza del Documento pontificio sia informata tutta la comunità, segnatamente il gruppo dei catechisti, accogliendo le determinazioni del Vescovo, manifestando loro che fare il catechista è l’esercizio di fatto di un ministero ecclesiale, che coinvolge tutti, pur non dovendo tutti fruire del ministero istituito. Indicazioni che l’esperienza suggerisce è di candidare al ministero suddetto catechisti/e stabili, di buona esperienza, tanto creativi quanto capace di aiuto e animazione, non primeggiando ma servendo, dotati di una chiara vita di fede e di spiritualità catechistica.
* Tutte le agenzie formative che si interessano dei giovani, come la Rivista Note di Pastorale Giovanile (NPG), dal rinnovamento che viene proposto colgono un invito “catechistico”, che si manifesta in due direzioni: agli animatori dei giovani si chiede di assumere come ministero di fatto il loro servizio di evangelizzazione; sono invitati a presentare e stimolare i giovani , oltre l’adolescenza, a diventare catechisti e catechiste nelle loro comunità, aprendo un orizzonte che forse non conoscono, ma che possono accogliere a beneficio loro e di altri. Il Sinodo dei giovani, letto catechisticamente, può prestare un servizio prezioso. Mentre la rivista di NPG può assumere un profilo più evidente anche in ordine alla catechesi e al fare il catechista.
* Dal Direttorio per la catechesi viene proposto e quindi va valorizzato il servizio di “Centri di formazione” dei catechisti (nn.154-156), articolati per la formazione di base, per responsabili e animatori, per esperti in catechetica. Siano fatti conoscere quelli presenti in Italia e aggiornati alla luce del Documento pontificio. In analoga direzione vanno comprese le riviste catechistiche italiane.
Mi permetto di nominare l’Istituto di Catechetica dell’Università Salesiana (UPS) di Roma, da molti anni ben noto e apprezzato Centro internazionale di formazione per esperti (direttori di uffici catechistici, animatori qualificati di catechesi) aggiornato secondo le esigenze attuali e adatto per la preparazione al Ministero dei catechisti laici e laiche.
Tenuto conto dell'importante ampio sguardo storico del Documento che ci interessa, l'Istituto di Catechetica dell'UPS mette a disposizione due testi di riferimento:
- una indagine sociologica su "Catechisti oggi in Italia", Las, Roma 2021;
- una "Storia della catechesi" in quattro volumi (catechesi antica, medioevale, moderna e contemporanea).
Presso l'editrice LAS della stessa Università sono usciti i due ultimi volumi e sono in stampa i primi due.