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    Metodologia ed esperienze di esercizi per le adolescenti



    Giorgio Scarsini

    (NPG 1970-02-33)

    Le pagine che seguono, sono il completamento ideale del discorso iniziato sul numero di gennaio. Ed un tentativo di realizzare una traduzione operativa a livello di esperienze revisionate e di sussidi.
    Consigliamo un'attenta rilettura delle pagine introduttive alla monografia precedente. Per situare anche queste «cose pratiche», nel preciso contesto con cui sono state scelte.
    Rimane da sottolineare ancora una volta l'annotazione di fondo.
    Ogni sussidio ed ogni esperienza non può essere trasportata di peso, dalla carta alla mischia della vita. Sarebbe voler imporre all'ardore giovanile di Davide la pesante armatura di Saul. Tutto va ripensato, riadattato, ricostruito daccapo. Per profondo rispetto al volto particolare di ogni comunità. E di ogni persona, nella comunità.

    I corsi di esercizi per le adolescenti non sono una novità in senso assoluto, come non è una novità l'interesse che sul piano educativo e pastorale è rivolto a questa età da parte di sacerdoti ed educatori.
    È indubbio che se trattiamo qui di esercizi per adolescenti, lo facciamo in prospettiva di una risposta da dare all'inquietante ricerca di vie, di mezzi, di sussidi e di esperienze che ogni pastore d'anime va cercando, per imboccare la strada risolutiva d'un dialogo pastorale con questa categoria d'anime.

    NECESSITÀ DELL'ADATTAMENTO NEGLI ESERCIZI

    Premesso che nessuno può onestamente mettere in dubbio il valore e l'efficacia d'una riflessione e d'una scoperta che gli esercizi offrono alle adolescenti, in questa loro fase di crescita e di sviluppo per un orientamento decisivo di tutta una vita, viene però di necessità l'obbligo per noi di adeguare alle esigenze dell'età gli esercizi, per una più sicura riuscita del corso.
    Gli esercizi non sono un cimelio che noi intendiamo collocare in un museo di ricordi storici, ma sono uno strumento vivo, uno strumento che risponde ad esigenze di natura e di soprannatura, di psicologia umana e di grazia divina, uno strumento che quindi va debitamente valorizzato.
    In tal caso noi non dobbiamo essere né tradizionalisti chiusi, che temono ogni possibile e necessario adattamento, né facili manipolatori della formula da svuotarla del suo contenuto e della sua efficacia. Il metodo che andiamo cercando non dovrà tradire, ma tradurre la sostanza degli esercizi.
    Noi vogliamo essere fedeli alla sostanza del messaggio che gli esercizi portano, ma anche alle esigenze delle ragazze d'oggi.
    Fedeltà alla parola, ma fedeltà anche all'anima. Ciò implica tutto uno sforzo di adattamento di metodo, d'interpretazione di linguaggio, di delicate sfumature e di equilibrati richiami; ciò implica uno sforzo d'interpretare i bisogni, d'indovinare le attese, di rispondere alle reali necessità spirituali di ciascuna.
    Gli esercizi per essere validi oggi, devono necessariamente rispondere alle esigenze delle ragazze d'oggi.
    È un compito delicato, che esige sensibilità ed ascolto attento ai segni dei tempi ed un'apertura a quanto di buono portano con sé le nuove generazioni.
    Perciò, a mio avviso, in questo sforzo di adattamento dovremo essere attenti e al ritmo di Dio e al ritmo dell'anima umana. In questo momento, mi si chiede di parlare della seconda attenzione. Lo faccio, invitando ciascuno a ripensare quanto è stato più volte affermato a proposito della prima sensibilità.

    UNO SGUARDO ALLE ADOLESCENTI D'OGGI

    Non intendo dare un estratto di psicologia applicata, né diffondermi molto in un discorso che esulerebbe dal tema fissatomi. Vorrei soltanto dare uno sguardo positivo, benevolo e se volete anche ottimista, su questa età, cercando di cogliere quegli elementi d'apertura al dialogo, quegli aspetti che l'età presenta come concrete disponibilità ad un incontro con il messaggio cristiano. Si tratta in definitiva di vedere su quali componenti positive possiamo puntare il nostro obiettivo per trovare un addentellato nel loro animo.
    Sono per mio conto pienamente convinto che la prima disposizione necessaria per un educatore di adolescenti, sia una profonda stima, una sincera fiducia ed un'amorevole attenzione che egli deve sentire per loro.
    Crediamo che se c'è mai stata un'ora di speranza nel mondo, oggi ne viviamo una con ricchezza, anche nell'ombra del dubbio e della trepidazione di eventi oscuri possibili.
    Dobbiamo far leva, secondo il saggio consiglio di Papa Giovanni, e alla luce delle indicazioni conciliari, sui valori ed aspetti positivi del nostro tempo e, nel caso, su quelle risorse e doti che le adolescenti portano in sé. Forse è così che ci renderemo conto che la negatività che talora possiamo rilevare in loro, non è mai chiusura al messaggio cristiano, ma è spesso denuncia della nostra incapacità di comunicarlo loro. Vedremo che certi atteggiamenti ribelli ed indisponenti, nascondono sotto «un infelice tentativo di risolvere problemi reali e difficili» (Pio XII), e che attendono solo la nostra competenza e comprensione.
    Sarà utile perciò soffermarci su alcuni aspetti caratteristici della età per darne l'interpretazione migliore e rispondere con una tematica ed un linguaggio interessante e comprensibile.

    La ricerca di affermazione

    L'adolescente è sotto la spinta d'una crescita fisica ma anche sotto la spinta d'uno sviluppo umano della personalità, che la muove ad affermarsi nella vita con la sua individualità e con la sua vocazione personale. In conseguenza di ciò è facile notare:

    - un'attenzione sempre maggiore alla propria persona;
    - un desiderio sempre più vivo di apparire e di essere accettata;
    - un individualismo che la porta a volersi distinguere;
    - ed uno spirito gregario che la fa ansiosa d'essere accettata dal suo gruppo e dal suo ambiente;
    - una tendenza ad assumere atteggiamenti da adulta;
    - una crescente autonomia ed un vivo sentimento dell'onore, caratteristica della sua segreta volontà d'essere.

    Tutto questo fermento è fonte anche di esibizioni, di atteggiamenti fittizi, di facili compromessi con l'ambiente, di scelte suggerite da un nascosto opportunismo. Tutto questo costituisce l'esuberanza e l'intemperanza di questi anni di ricerca e di faticoso travaglio, fatto di tentativi, d'insuccessi; senza un'esperienza alle spalle, senza un'amicizia sicura su cui poggiarsi con fiducia.
    Ma tutto questo è altresì disponibilità ad un orientamento positivo; l'aspirazione ad essere dell'adolescente è anche aspirazione ad una ricerca del tutto nuova delle ricchezze della fede.
    Essa si muove verso una presa di coscienza delle proprie responsabilità, essa si presenta disponibile ed orientabile ad una scelta di autentici valori. Dovrà scoprire che il cristianesimo non è per niente remora alla sua affermazione personale, anzi dovrà avvertire che solo nel piano di Dio è possibile una vera e completa realizzazione della sua personalità.

    La scoperta di sé

    La scoperta di sé e della propria realtà interiore è pure un elemento di favore per un'indagine religiosa più approfondita, per una scoperta del disegno di Dio su di sé e del ruolo ch'essa è chiamata a svolgere nel mondo.
    L'attenzione al suo mondo interiore la fa talora pensosa e preoccupata, gelosa delle sue cose intime, dei suoi pensieri e delle sue aspirazioni; il rapporto con Dio si fa più cosciente, l'accresciuto senso di responsabilità, la pone di fronte a Dio con un atteggiamento nuovo, più critico. È il Dio che legge nella sua coscienza e che l'approva o che la riprova, che condiziona in certo qual modo il suo destino.
    È un momento critico ma anche prezioso d'una scoperta interiore del suo rapporto con Dio; il momento d'una crescita che fa trepidare ma anche sperare, il momento d'una maturazione interiore che dovrà fornirle il carisma d'una vita cristiana adulta e matura.
    Gli esercizi colgono l'adolescente in un passaggio d'obbligo molto importante, in una fase di ricerca di quei valori cui ella dovrà mettere al servizio tutta la vita.

    Il risveglio del sentimento

    Pure tra gli alti e bassi che lo caratterizzano, il sentimento rimane sempre una ricchezza per la donna. È la dinamica interiore che la sospinge nella sua donazione, è una carica che alimenta la sua vocazione di donna, vocazione che la dispone ad una attenta dedizione istintivamente rivolta a sollevare, ad aiutare, a proteggere la vita. L'adolescente dovrebbe essere aiutata ad incanalare fin d'ora il suo sentimento nel senso d'un altruismo che la elevi, d'un dono che le consenta di realizzare il suo sogno.
    Non dovrà lasciarsi portare esclusivamente dall'onda del sentimento, sia nei suoi rapporti sociali, sia nei suoi fervori religiosi. Noi dovremmo d'altronde tener conto di questa ricchezza di sentire umano, per sapere entrare rispettosamente per le vie del cuore, per toccare quei temi che più hanno risonanza nella loro anima, per fare leva su una sensibilità facilmente recettiva e sempre disponibile ad un impegno di carità e di dedizione.
    È un sentimento non bene ordinato che talora può fare velo alla verità, che non viene accettata spesso non per mancanza di logica o per povertà di argomentazione, ma solo perché sgradita nella sostanza o nel modo con cui viene presentata, quindi respinta sul piano emotivo.
    In questo terreno si sta sviluppando anche la vita affettiva, che si traduce in un bisogno di amare e di essere amata. È un risveglio velato di malinconia, che ogni giorno pone un problema nuovo e crea la tipica problematica di questi anni, tipica per gli anni, ma tipica anche per il sesso. Sorgono infatti per la ragazza esigenze che non è ancora in grado di soddisfare e ciò richiama aiuto e bisogno d'appoggio, che può essere cercato nell'amica o nell'amore per qualcuno.
    S'apre per noi l'opportunità d'indicare il valore del dono che è chiamata a fare, di presentarle nelle linee cristiane la vocazione dell'amore ed il disegno provvidenziale che essa dovrà attuare con il suo dono.
    L'adolescente prende sempre più coscienza delle possibilità latenti che porta in cuore ed il non sapere ancora per quale strada si realizzeranno, fa proprio l'angoscia di questi anni.
    Toccherà anche a noi aiutarla a scoprire i suoi talenti, non per seppellirli ma per. saperne fare un dono a Dio e ai fratelli, impegnandola in questi anni di attesa a misurarsi ogni giorno con le difficoltà della vita e a tradurre dalla sua fede e dai suoi ideali una vita di coerenza e di sacrificio quotidiani.

    Il desiderio di liberarsi da ogni tutela

    È l'inevitabile conflitto che l'adolescente avrà prima o poi con l'ambiente, che non l'accetta, che non la comprende, che la contrasta nei suoi sforzi di affermazione della sue idee e dei suoi progetti. Si cercherà di avvicinarci con tanta comprensione, dimostrandole fiducia, apprezzando quanto di buono contengono i suoi discorsi, anche se talora acrimoniosi e critici. Si cercherà di non urtare la sua sensibilità, di non ferire il suo onore, la sua personalità. Si tratterà di presentare la legge morale non come limitazione che mortifica, ma come norma sapiente che salva.
    Specie con le adolescenti è necessario conoscere le regole del dialogo, per non compromettere tutto fin dal principio.
    I giovani possiamo facilmente averli con noi, ma prima tocca a noi passare dalla loro. Non giova forzare la mano con pressioni esteriori, con interventi fiscali, con raggiri segreti; solo sul piano di un'amicizia sincera è possibile svolgere un ruolo di guide, solo dopo essere accetti si può essere efficaci.
    I giovani vanno accettati come sono e non come vorremmo che fossero. Anche per questo aspetto l'amore vero rimane la via maestra, ed il cuore la porta aperta per toccare le fibre più intime e far giungere l'appello di Dio alla loro anima.
    Il bisogno di appoggio e disponibilità all'azione di Dio
    Quel bisogno di appoggio che spesso si unisce alla sofferenza segreta per il rifiuto e l'incomprensione dei grandi e che crea quegli stati d'animo di solitudine e di frustrazione tipica dell'età, in cui, allo sforzo dello studio e del lavoro, s'aggiunge spesso l'insoddisfazione e la delusione del presente, insieme alla sfiducia in un futuro nebuloso e incerto.
    Occorre perciò fare ai giovani un discorso ricco di speranza, presentando loro vicino il Dio della consolazione e della speranza, dando loro la buona novella della salvezza e della pace.
    il momento opportuno anche per spingere l'adolescente ad una conoscenza ed amicizia intima con Gesù, a fidarsi di Lui ed insieme ad apprendere da Lui la ricchezza d'una vita spesa per la verità anche se contrastata dall'odio, dalle gelosie e dalla cattiveria degli uomini.

    Il desiderio di costruirsi un ideale

    È pure una caratteristica dell'adolescenza in cui idealità profonde dell'essere e aspirazioni segrete dell'anima muovono l'adolescente verso una concreta realizzazione e per le quali essa chiede, quasi a conforto di chi vive ancora nell'attesa, di vedere attuato in qualcuno quanto sospira di poter attuare in sé.
    L'adolescente proietta le sue aspirazioni in un tipo ideale; che risponda al suo sogno segreto e che la conforti nel suo desiderio di essere qualcuno, sollecitando la sua imitazione, esercitando un fascino ed una simpatia profonda nella sua anima.
    È un momento anche delicato in cui l'adolescente si espone con facilità a facili infatuazioni di ideali meschini e vuoti, in cui giocano luci di grandezza e di successo, che la sua fantasia raccoglie, ravvicina, creando illusioni e preparando sorprese poco liete. Tuttavia non dobbiamo pensare che tra i richiami delle attrattive esteriori, non trovino posto anche aspirazioni sincere, di bontà, di giustizia, di dedizione.
    La voce del bene è tanto viva quanto la tentazione del male. Ora, gli esercizi, mentre distolgono dal tumulto e dalla dissipazione interiore, aiutano anche ad una scoperta di idealità ricche di valore oggettivo, che avvicinate all'anima delle adolescenti, suscitano desideri, propositi e richiami di generosità, ravvivando l'interesse, polarizzando l'attenzione sull'unum necessarium, accostando l'anima alle sorgenti della vita.
    Questa dell'adolescenza è pure l'età in cui si affaccia il-problema vocazionale e quindi l'esigenza di una risposta che faccia della vita un dono ed un servizio ai fratelli. A questa risposta l'adolescente avrà fretta di arrivare, impaziente di uscire da una condizione di mobilità e di incertezza, per fissarsi finalmente e definitivamente.
    Questi suoi ideali vanno gradualmente commisurati alle sue risorse e ridimensionati alle sue possibilità e devono trovare conforto nella conoscenza e nell'amicizia con Gesù, il tipo che incarna gli ideali più nobili e più autentici dell'umanità.

    La tendenza verso la propria donazione in un nido familiare

    Infine il pensiero della futura missione materna, in cui si concreta in definitiva ogni aspirazione femminile, è pure un tasto da toccare per uno stimolo ad un arricchimento personale. È un tema che ha un'eco immediata nel cuore dell'adolescente e che va utilizzato per ogni verso, come stimolo ad un sano equilibrio della passione ad un dominio del cuore, ad uno sforzo per temprare il carattere, per prepararsi in una parola a saper fare un domani il proprio dono.
    L'ideale materno dovrà essere presentato alla luce di Dio, come impegno del presente in vista di un servizio efficace e ricco per il futuro, per non giocare cioè oggi con insana leggerezza la felicità propria ed altrui.
    Questo ideale solleciterà sicuramente una presa di coscienza del proprio posto e della propria responsabilità nel mondo.

    NOTE CARATTERISTICHE DI UN DISCORSO ALLE ADOLESCENTI

    Per concludere, desidero sottolineare alcune istanze che mi sembrano di particolare interesse, per chi è chiamato ad interessarsi del mondo delle adolescenti.

    Un discorso vitale

    Un primo aspetto da considerare è questo: non basta che facciamo un discorso ricco di verità, denso di nozioni, ma è necessario che ci sforziamo di presentare tale annuncio di verità come rispondente alle attese della loro anima.
    Un discorso che sia astratto, avulso dai loro interessi, un discorso che non sia una risposta alla loro segreta speranza, non sarà mai un discorso efficace.
    Parlare ad esempio dell'esistenza di Dio alle adolescenti, sia pure con una logica stringatissima, non le tocca per niente; descrivere pure l'amore di Dio in un contesto staccato dai loro problemi, non le commuove affatto. È necessario che quest'amore divino l'adolescente lo senta rivolto a sé, che lei si senta oggetto d'un pensiero eterno, che tutti i problemi di vita non siano posti in antagonismo con i problemi di fede.
    L'adolescente attenta com'è al suo mondo interiore e presa com'è dall'immediato interesse che suscitano in lei i richiami di amicizie, di studio, di ambiente... ed in genere i problemi dell'età, è tentata facilmente di dividere, di dicotomizzare la vita, relegando i problemi dello spirito in un settore stagno, senza alcun influsso positivo sulle sue scelte quotidiane. Il vivo desiderio di affermazione personale, la fa protesa verso il suo domani, ed è talmente forte ed istintivamente presente come spinta interiore all'essere, che la sospinge a farsi strada comunque, liberandosi da quanto si oppone alla sua realizzazione e ai suoi sogni. È da questa segreta aspirazione che nasce il conflitto con l'ambiente e l'urto inevitabile anche con una religione che ella scopre avulsa dai suoi interessi o addirittura in opposizione ad essi.
    L'adolescente deve essere condotta a scoprire che la sua vita, il suo corpo, la sua bellezza, l'affetto che sente nascere in cuore, le sue doti naturali e i doni del suo spirito, sono da Dio, e che Dio stesso vuole il suo sviluppo, la sua crescita, la sua realizzazione come persona e l'impiego saggio e generoso delle risorse che porta con sé per una missione alla quale Egli stesso la invita e la sprona.
    Dio non è assente dalla sua vicenda umana, né l'adolescente dovrà dare una risposta a Dio fuori del suo contesto umano.
    Perciò ripetiamo che il parlare di Dio, della sua storia di salvezza, non è toccare un tema astruso cui l'adolescente sia refrattaria e chiusa, ma può essere astruso il linguaggio se non scende ad interessare sul piano esistenziale la ragazza, non tanto con l'elevatezza del concetto teologico, quanto con una dinamica che muova a riscuotere una risonanza nell'animo fortemente egocentrista dell'adolescente.
    «Che ad esempio Giacobbe abbia avuto dodici figli - così si è espressa una ragazza - o ne abbia avuti tredici, non cambia per niente la mia vita»; ma può interessare l'adolescente il conoscere che Giacobbe porta con sé una promessa che tocca anche lei, una speranza di salvezza per tutti i popoli della terra.
    In concreto noi dobbiamo sì domandare molto, ma ad una condizione: che domandiamo bene, presentando il messaggio cristiano come soluzione al problema della vita, che è il problema della sua felicità, il problema del suo successo.
    Il valore che è contenuto nel messaggio dovrà diventare un valore soggettivo, un valore colto nel suo interesse personale, come la vera e autentica realizzazione della sua vita.

    Il colloquio del sacerdote con le adolescenti

    Sappiamo che il predicatore degli esercizi è anche guida dal principio alla fine del corso, che oltre alle prediche dovrà fornire a tutte e a ciascuna che lo chiedano l'opportunità di un incontro personale, per rispondere a difficoltà, dubbi, incertezza proprie di quest'età, per diradare timori, liberare da scrupoli e fornire quell'aiuto di consiglio, di incoraggiamento di cui hanno bisogno.
    Valgono anche in questo caso le comuni regole del dialogo che si esprimono in altrettante virtù di cui ogni educatore dovrebbe essere in possesso, e cioè: l'ascolto paziente; l'introspezione e l'intuizione dei problemi; l'accettazione benevola dell'interlocutore; la comprensione attenta ed interessata al singolo caso; la ricerca umile della verità e l'aiuto concreto richiesto.
    Ma oltre a ciò nel dialogo con le adolescenti, il sacerdote dovrà aggiungere una discreta conoscenza ed esperienza della psicologia femminile e delle caratteristiche dell'età adolescenziale.
    È bene che il sacerdote sia sull'avviso delle inevitabili difficoltà che presenta questo tipo di dialogo, e in particolare:

    * L'interesse per la persona del sacerdote particolarmente dotato, simpatico, comprensivo, moderno, muove l'adolescente a cercare un incontro nel quale il problema religioso è spesso solo pretesto per una piacevole conversazione. Nella donna l'interesse per il sacerdote non è sempre religioso o almeno non è mai soltanto religioso. In genere la donna è particolarmente attenta alla persona, non s'interessa di problemi astratti, ma li vede facilmente incarnati in un contesto umano. È vero il detto che l'uomo sa morire per un'idea, la donna per una persona.

    * Un altro atteggiamento tipicamente femminile e particolarmente accentuato nell'adolescenza è il desiderio di mettersi in luce, di attirare l'attenzione su di sé, di vedere considerato con interesse il proprio caso.
    Il colloquio con il sacerdote le offre questa opportunità e, sia pure di sfuggita, cerca di approfittarne. È un comportamento spesso fittizio, ove giocano molto una certa civetteria femminile ed un desiderio di appoggio e di affetto per soddisfare il quale è tentata di posare, d'inventare problemi inesistenti, od ingrandire problemi reali. Atteggiamento molto pericoloso per un sacerdote alle prime armi, il quale può non avvertire che la sua bontà ed interessamento benevolo, possono diventare un coltello a doppio taglio, ove non c'è da temere niente di grave, ma solo il protrarsi di una conversazione senza efficace interesse. È facile che queste ragazze proseguano anche dopo il corso di esercizi il dialogo con il loro prete preferito. Se non ci sono problemi seri penso sia più utile lasciarle e non prestarsi al gioco.

    * Ho scoperto in alcune, specie studenti, un segreto gusto per la discussione, ed ho visto il Padre tutto intento a conversare con calore e a perdere troppo tempo in questo tipo di colloqui. Ammetto che ci possa essere il caso di una obiezione cui va data spiegazione, ma occorre guardarci dall'accondiscendere a troppo lunghe discussioni con danno spesso del gruppo che viene ad essere privato di un'assistenza più fruttuosa.

    * Infine mi permetto di rilevare la convenienza di una certa gravità che il sacerdote dovrà avere con le ragazze.

    La gravità non sta in un atteggiamento bigotto e complessato, di chi non sa trovare il giusto mezzo di un riserbo dignitoso ed amabile. Le ragazze d'oggi amano semplicità e serenità, ma esigono anche coerenza e linearità. Il sacerdote predica anche quando conversa, quando scherza, quando prega. Chi crede sia più facile il dialogo assumendo un comportamento libero e profano, s'inganna. Lì per lì può essere accettato, può piacere, ma nel rapporto personale e soprattutto nel confessionale, è tutta un'altra cosa.
    In conclusione, potrà sembrare che la conclusione migliore per superare le difficoltà del dialogo con le adolescenti sia di evitarlo, tanto è facile da Scilla cadere in Cariddi. Ma ovviamente questa non è una soluzione e comunque le adolescenti hanno effettivamente bisogno di noi. Basterà un po' di esperienza, basterà talora il prevedere, l'intuire a tempo per ovviare con facilità agli inevitabili intoppi. Infine sarà la ricchezza interiore del sacerdote ad alimentare un sincero amore a queste anime, a dargli la chiave per entrare nel loro mondo misterioso e sarà la stessa ricchezza a salvare questo amore perché non scenda mai ad un piano di affetto sensibile e non susciti una simpatia ed un interesse rivolti più alla nostra persona che alla nostra parola.
    Il sacerdote non dovrà mai sottovalutare le tradizionali norme di prudenza, né dimenticare le più elementari norme di psicologia femminile, anche quando siede in confessionale, a vantaggio delle anime e a suo vantaggio personale.

    Il posto della preghiera

    Quando in un corso di esercizi le adolescenti pregano e pregano volentieri, possiamo ringraziare Dio: il corso andrà sicuramente bene. La scoperta della preghiera come risposta a Dio, come colloquio intimo con Lui, come momento in cui la pietas filiale si esprime in fedeltà ed amore al Padre che è nei cieli, è la prima scoperta degli esercizi ed anche il primo frutto.
    Per favorire questa scoperta crediamo sia utile per un verso conoscere le difficoltà che l'adolescente può incontrare nella sua preghiera, per l'altro favorire nel corso degli esercizi il cammino dell'anima nell'incontro con Dio.

    Difficoltà delle adolescenti nella preghiera

    Se si passano in rassegna le motivazioni più ricorrenti nei questionari delle adolescenti nei riguardi della preghiera, troveremo che l'adolescente così si esprime:

    - Non mi sento... Mi dimentico con facilità.. Mi annoio subito...
    - Mi distraggo facilmente... Non so cosa dire... Non sento niente...
    - Non vi ricavo alcuna utilità... Se prego, prego solo per abitudine... prego solo quando ho qualche grazia da chiedere... eccetera.

    Da queste e simili espressioni, cosa si ricava? Si possono rilevare anzitutto quelli che sono i difetti più comuni della preghiera dell'adolescente. Cioè avremo:

    - Una preghiera meccanica, legata ad una formula, senza anima.
    - Una preghiera sentimentale, condizionata dal momento favorevole.
    - Una preghiera abitudinaria, tradizionale, legata all'ambiente.
    - Una preghiera talora superstiziosa, legata a formula magiche e suggerita dal bisogno.
    - Una preghiera staccata dalla vita, come momento a sé stante.

    Ho creduto utile, per maggior chiarezza, distinguere quattro tipi di preghiera, cui vanno facilmente legate particolari difficoltà da parte delle adolescenti, e particolari rimedi da suggerire da parte nostra.

    La preghiera vocale, o meglio la recitazione delle cosiddette orazioni

    Questa preghiera non è la più gradita da parte delle adolescenti. È la più esposta infatti alla monotonia d'una recitazione meccanica e alla noia di espressioni a fior di labbra, senza interna partecipazione. In genere le adolescenti rifiutano tale preghiera come infantile e non sincera, come preghiera non condivisa e non espressiva dello stato d'animo e dei sentimenti personali del momento.
    Negli esercizi, mentre si dovrà essere discreti per non imporre troppe preghiere e a non forzare con tempi troppo lunghi di preghiera, si dovranno aiutare le adolescenti a partecipare attivamente ma anche intimamente a quelle preghiere comuni come la lettura dei salmi, le celebrazioni della parola, la recita di qualche brano di preghiera scelta, ecc., in maniera da alimentare interiormente una recitazione che altrimenti potrebbe lasciarle del tutto insensibili.

    La preghiera come richiesta di aiuto

    È la motivazione più comune delle preghiere che si fanno non solo da parte delle adolescenti, ma anche da parte degli adulti. Si tratta di una preghiera interessata, legata al bisogno e quindi saltuaria. È una preghiera che favorisce il soggettivismo molto vivo dell'adolescente, rivolta a pensare a se stessa e alla sua felicità personale e che tende a fare di Dio lo strumento del proprio completamento e non il fine ultimo del proprio agire.
    Non è infrequente il caso puerile di adolescenti che si ribellano a Dio e che si propongono di non farGli più alcuna preghiera, solo perché non le ha soddisfatte nelle loro necessità. Una preghiera di questo tipo non è lontana da forme di superstizione e si manifesta spesso con formule magiche, che hanno troppo poco di convinzione religiosa.
    Senza dire che un'adolescente che rimanga a questo livello di preghiera, ed il caso è abbastanza frequente, è tentata gradualmente di abbandonare del tutto la preghiera, man mano che acquista un senso più vivo di autonomia e di autosufficienza, man mano che si libera cioè anche dal bisogno di Dio e quindi dalla necessità di supplicarlo per qualche favore. Possiamo dire che lo stesso fenomeno che la sociologia religiosa rileva nel passaggio di una popolazione da uno stato inferiore di bisogno ad una condizione umana più elevata, in cui si nota cioè una rarefazione del fattore religioso, lo stesso fenomeno si può rilevare in questa fase di sviluppo della vita umana.
    Ora, gli esercizi, fornendo una conoscenza più vera di Dio e del rapporto di amore che a lui la unisce, aiuterà anche l'adolescente a purificarsi da una concezione magica del mondo e della religione, acquistando ad un tempo un più acuto senso di Dio e un'adesione di fede e di vita più convinta e più attiva.
    La preghiera allora sarà espressione di fede vera: è la meta cui dobbiamo tendere con pazienza.

    La preghiera in rapporto alla coscienza morale

    È la preghiera che dovrà scaturire dagli esercizi e che è frutto di Spirito Santo. Noi dovremmo favorire questo misterioso dialogo con il Signore che si esprime soprattutto dopo le meditazioni, valorizzare molto questo tempo, quando l'anima è sotto l'influsso di una particolare grazia divina e gode della ricchezza della Parola di Dio.
    L'adolescente dovrà imparare a parlare a tu per tu con il Signore. In tale rapporto di intimità con Dio la si dovrà aiutare a non abbandonarsi all'onda del sentimento, a non fare troppo conto del fattore sensibile del momento, per non soccombere agli alti e bassi così frequenti in questo campo e che la inducono a lasciare la preghiera quando si vede fredda ed insensibile con il Signore.
    Sarà comunque nostro dovere aiutare l'adolescente perché questi giorni di esercizi lascino nella sua anima un'esperienza ricca di preghiera, un dolce ricordo dell'intimità goduta con il suo Signore e segnino l'inizio di una preghiera più viva e più vitale.


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