Giuseppe Sovernigo
(NPG 1974-06-47)
Ecco un sussidio davvero molto concreto e che mette il dito in uno dei problemi più scottanti per la maturazione umana e cristiana dei nostri adolescenti. Educare significa dare una mano per elaborare un maturo progetto di sé. Educare alla fede significa inserire la «novità» definitiva della fede nella elaborazione del personale progetto di vita. Queste istanze sono ormai chiare nella riflessione degli educatori cristiani. Il problema è aperto nel momento operativo: come tradurre le percezioni a livello di prassi? Come «parlare» agli adolescenti per guidarli a scoprire le piste di cammino verso la personale maturazione?
I momenti di questa comunicazione tra educatore e adolescente sono tanti:
- un corso di esercizi spirituali particolarmente intonati all'orientamento,
- un campo-scuola,
- il ritmo ordinario dell'impianto educativo,
- l'attenzione «vocazionale» con adolescenti capaci e impegnati.
In tutti questi interventi trova spazio adeguato il sussidio. Ragioni pratiche ci obbligano a pubblicare il testo «a puntate» (come appare dalla introduzione che segue, il sussidio si compone di tre parti). Lo facciamo anche per stimolare la collaborazione dei lettori, cui chiediamo pareri, esperienze, confronti sul testo, in vista di una pubblicazione definitiva.
In tutti i momenti della propria esistenza l'uomo è alla ricerca della propria autorealizzazione che egli chiama felicità, amore, gioia, salvezza.
Questa ricerca trova negli adolescenti e nei giovani la sua caratterizzazione particolare nella ricerca del senso e della identità, della felicità e accettazione da parte dei propri simili.
Per «evangelizzare» questa ricerca giovanile, per trovare fra molte proposte di vita, la «via» di Cristo, occorre conoscere il dinamismo psichico che sostiene tale ricerca e far leva su di esso come su di una forza viva.
È necessario infatti che la proposta di Cristo non si giustapponga dall'esterno, restando più o meno marginale all'io, ma risponda alle attese più profonde del divenire umano.
Ciò consentirà al soggetto in modo sempre più completo e adeguato di percorrere la strada per giungere a se stesso, al proprio simile, al mondo e a Dio.
Il presente lavoro vorrebbe offrire agli educatori e in parte ai giovani stessi un contributo per evidenziare uno dei principali dinamismi psichici, quello del progetto di vita in relazione alle scelte di fondo proprie della giovinezza.
Nella prima parte (quella qui pubblicata) viene posto il problema della necessità, del senso del progetto di vita e delle offerte di significato per l'esistenza proposte al giovane d'oggi.
Nella seconda vengono presentate in modo schematico alcune indicazioni per scoprire ed elaborare il proprio progetto di vita; nella terza parte infine viene evidenziato il cammino attraverso le varie tappe di crescita (saranno riportate sui prossimi numeri).
La trattazione, più che per esteso, è schematica e aperta a varie altre integrazioni, soprattutto per il contenuto del progetto di vita cristiano e per le implicanze che tale discorso comporta per una vocazione battesimale che si va specificando come vocazione consacrata.
prima parte:
ADOLESCENZA E GIOVINEZZA: ETÀ DEL PROGETTO Dl VITA
Alla tua età ci sono molti progetti in te e attorno a te:
- in te: progetti tuoi per il lavoro per la famiglia per il successo per l'amore per il mondo dei grandi per una società migliore per una chiesa migliore
- su di te, attorno a te: progetti dei tuoi genitori dei tuoi amici dei tuoi educatori o capi della società produttrice
Un'esigenza profonda: «essere te stesso». Ma come?
Ci si accorge che essere se stessi è una sofferenza, una lotta contro molte forze che vogliono farti essere ciò che tu non sei per renderti funzionale a qualcosa d'altro.
Qual è la verità su se stessi?
Non basta vivere. Ci vuole «una ragione per vivere». Ci si accorge di avere un nome, un volto, una identità tutta propria, una intimità unica, originale, irrepetibile.
Confronto con gli adulti e giovani
Osservando il mondo degli adulti e dei giovani si costatano due tipi di progetti:
* Progetti veri, realisti, riusciti, o in fase di realizzazione:
- cf le persone adulte riuscite, affermatesi
- l'età della verifica (30-60 anni).
* Progetti campati in aria oppure falliti:
- gli adulti banalizzati e insignificanti
- la gente che tira avanti senza sapere il perché
- sogni di attrici
- suicidi
- alcoolizzati
- fughe da casa
- le evasioni fantastiche o reali
- i rassegnati, gli sconfitti
- famiglie che crollano. Perché?
Due modi di costruire il proprio avvenire
Dal Vangelo
Mt 7,24-27 (la casa costruita sulla sabbia e la casa costruita sulla roccia)
Lc 16,24-25 (l'uomo che doveva costruire una torre e che aveva sbagliato i conti)
Mt 25,14-30 (la parabola dei talenti).
Paolo di Tarso
1 Cor 8,24-27 (i corridori dello stadio)
2 Tim 4,6-8 (bilancio di una vita).
Ciò che la psicologia constata
Un dato di fatto psicologico:
Uno dei fattori più costruttivi della personalità in evoluzione risulta essere una esperienza particolare chiamata: progetto di vita.
Infatti in ogni età lo psicologo costata la presenza di questa esperienza umana particolare che è il progetto di vita:
«durante l'età evolutiva il bambino, il ragazzo, l'adolescente, il giovane, crescono progettandosi, vivono dentro di loro un progetto di vita».
L'uomo è un essere che si interroga, cerca di dirigere la propria vita, ne cerca il senso e ne inventa la realizzazione concreta.
Il progetto di vita è presente in ogni età con toni e funzioni diverse, a seconda dell'età e degli obiettivi.
Il suo ruolo è decisivo soprattutto durante l'adolescenza e la giovinezza.
Alcuni progetti si escludono a vicenda. Uno può emergere da un altro perché fallito (per circostanze o perché utopistico).
Esso esprime autenticamente una personalità che vibra per dati valori e che percepisce più o meno esplicitamente una conseguenza tra ciò che essa è attualmente (l'io attuale) e ciò che essa tende a divenire (l'io ideale).
Ogni progetto di avvenire, nella misura in cui si radica nella storia, manifesta un dinamismo creato dal dislivello esistente tra una personalità che si va delineando e il ruolo sociale che essa vorrebbe svolgere.
Elaborare un progetto di vita comporta partire da ciò che si è e determinare a poco a poco ciò che si sarà.
Lo psicologo costata che come durante la pubertà si presenta al soggetto tutto il ventaglio dei caratteri così nella adolescenza e nella giovinezza si presenta il ventaglio delle varie forme di vita, definito da altrettante gerarchie di valori.
Necessità del progetto di vita
È decisivo il fatto della consapevolezza del significato e della necessità del progetto di vita in chiunque è in fase evolutiva.
Non prendere in considerazione quello che per quella persona è il progetto di vita comporta ignorare quello che per il ragazzo è il centro dei valori, il dinamismo del futuro.
Ignorare la presenza e l'azione del progetto di vita in un soggetto in fase evolutiva significa privare la personalità in formazione dell'asse portante, centrale attorno cui quella personalità si costruisce e che rappresenta per lui l'aspettativa del futuro, la dinamica della vita che lo porta avanti.
Rifiutare ad un ragazzo la cura pedagogica del progetto di vita significa ricacciarlo nel passato, privarlo della tensione ai valori.
- Il progetto non è facoltativo; esso è inerente alla vita, allo psichismo umano
- Senza il progetto l'identità non si mantiene, né si può passare all'identità successiva, senza esso non si può avere identificazione.
- «L'uomo e il suo progetto» dice Sartre.
Niente vita, niente identità, cioè unità senza questo slancio, questa idea previa e conduttrice.
- Ogni progetto di vita esige di essere riconosciuto da parte degli adulti.
- Nessuna personalità matura in un clima di attendismo che non prende in considerazione nessun appello e rinvia tutte le scelte.
M. Mallet psicologo: «Ogni desiderio manifestato dai giovani va capito, ogni attitudine orientata verso l'avvenire va ascoltata con attenzione.
Se con il pretesto che la domanda posta dal ragazzo è prematura, gli si impedisce di pensare al futuro, lo si incolla al presente e di fatto lo si rigetta verso il passato.
Conseguenze: rifiutando questo aiuto per la crescita si indeboliscono le sue motivazioni per l'impegno quotidiano.
Non c'è un'età ben determinata per cominciare a preoccuparsi della professione nel futuro.
Il primo momento propizio è quello in cui il ragazzo ne manifesta il desiderio».
Interrogativi-cardine
Il progetto di vita poggia su alcuni interrogativi di fondo più o meno espliciti. Io chi sono? (Ma tu chi sei veramente?)
- chi vuoi essere?
- chi puoi essere (le tue possibilità)?
- quali sono le tue aspirazioni, i tuoi desideri?
A chi vuoi assomigliare? (Come si sono costruiti la loro personalità i grandi uomini, le persone che tu consideri riuscite?)
- che tipo di uomo vuoi diventare?
- quali sono i tuoi modelli?
- quale progetto di uomo segui nel costruirti e nello stare con gli altri?
Quali sono le energie di cui sei dotato, i tuoi talenti?
- come e dove vuoi spendere ciò che sei? Per essere felice tu da solo e per rendere felice qualcuno o per rendere contenti molti?
- che senso hanno il tuo bisogno di amare, di far qualcosa di grande, di distinguerti dagli altri?
Qual è il significato della tua vita?
- tu chi sei e per che cosa vivi?
- verso quale meta stai camminando?
- che cosa faccio nella vita? Che ne faccio della vita?
Qual è il tuo posto nella società e nella chiesa?
- che cosa sai fare per gli altri?
- gli altri (ambiente di famiglia - lavoro - studio - amici) che cosa attendono da te?
Dio quale progetto ha su di te?
Chi ti aiuterà a realizzarti?
La qualità di una persona, la vera riuscita nella vita dipende dal tipo di risposta che si dà a questi interrogativi.
Essere generici e partire sparati senza un progetto serio... è la cosa peggiore che si possa pensare.
Occorre precisare a tempo «la propria identità», trovare «il proprio stile di vita».
«Se la vita non ha un fine, è vuoto e angoscia» (Pascal).
Che cosa è un progetto di vita
Non è
qualcosa di prestabilito in modo fisso, qualcosa di prefabbricato, un binario obbligato, qualcosa che si scopre una volta per sempre.
Ma è
- L'insieme dei valori in cui il soggetto crede. Quando un ragazzo, un adolescente, un giovane esprimono un progetto, una intenzionalità manifestano quali sono i valori in cui credono, le cose che per loro sono importanti, le cose che vorrebbero come fondamento della loro vita e che orientano le proprie piccole o grandi scelte.
- Rappresenta la tensione dinamica verso il futuro, l'aspettativa dell'avvenire, un orientamento da dare alla propria vita.
- L'asse centrale attorno a cui la personalità va costruendosi, il principio unificatore della propria esperienza, il nucleo di cose importanti attorno a cui si costruiscono la propria identità.
- Il lievito della propria vita, l'elemento motore, il vettore di sviluppo e di strutturazione, una linea direttrice senza della quale non c'è crescita.
- Una ipotesi, una interrogazione, un invito, un senso da dare alla propria vita, non una certezza predeterminante.
«Bisogna, dice Lavelle, che io sappia tirar fuori da tutti i possibili che sono in me il possibile che io posso e voglio essere».
* Il progetto è l'opzione vitale con la quale la persona anticipa e prepara la piena realizzazione del proprio essere, in rapporto con l'ambiente sociale e all'interno di un determinato quadro di valori, percepito come capace di soddisfare le aspirazioni più profonde della persona stessa.
* Potere anticipatore e modellatore del progetto di vita: il progetto coinvolge l'essere perché, anticipandone la meta, ne orienta la crescita.
Esso agisce come una energia modellatrice della persona, le fa assumere progressivamente la struttura e l'orientamento dettati dallo scopo generale cui essa tende: essa cresce secondo le esigenze del progetto.
Quindi il progetto prepara lo sviluppo personale, ma in un certo modo pure lo anticipa, perché la meta è sempre presente, attiva e stimolante durante l'itinerario di crescita.
Il progetto non dice solo alla persona ciò che essa sarà domani, ma anche ciò che essa deve essere oggi per realizzare il domani.
Significato psicologico del progetto di vita
«Il significato psicologico del progetto generale di esistenza è grandissimo.
In primo luogo esso è chiamato a diventare, nella personalità matura, il più importante e costruttivo centro dell'integrazione personale. Rappresentando il significato della esistenza per la singola persona interessata, esso è il primo dinamismo psichico cui tutte le altre strutture vengono subordinate...
In secondo luogo il progetto di sé indica la misura delle aspirazioni del soggetto ed un suo atto di speranza, di fiducia nella vita, nella realtà, in se stesso, negli altri...
Infine il progetto di sé costituisce per il soggetto che lo vive un principio di autonomia e di libertà interiore... e insieme un impegno alla realizzazione di questo progetto, nella fedeltà alle proprie capacità e alla situazione fisica, sociale, esistenziale in cui si trova» (Ronco).
Come va pensato
Non preesiste ma è come un abbozzo, come un pittore che ha davanti a sé una tela, i colori, l'intuizione. Ne farà un quadro.
Data la natura dinamica del progetto esso è una realtà che continuamente si evolve in armonia con lo sviluppo della persona.
- Come nella parabola dei talenti.
- È un progetto che supera i piccoli progetti quotidiani
- circa il lavoro
- la professione
- il carattere
- la famiglia
- lo stato di vita
- la personalità.
- Qualcosa che dura oggi e domani. È per la vita. Sta in fondo alla radice dei piccoli progetti.
- Non come una linea retta ma un procedere con alti e bassi, a zig-zag.
- Non come una cosa giustapposta all'esterno del giovane senza radicamento.
Verifica della presenza di quale progetto
Segni positivi della presenza del progetto di vita (segni di una vocazione viva, di un progetto aperto):
- una ricerca continua della verità
- un amore sano della vita
- un cammino di liberazione interiore...
- una capacità di fare e di accettare le novità sempre più esigenti
- un amore aperto alle diversità e alle universalità
- una gioia di servire
- una capacità di affrontare la contraddizione e di superare la frustrazione.
Quando il progetto è presente, vivo e coerente, ci si accorge dal tono generale della vita del soggetto.
Normalmente si rivela
a) come sorgente di generosità, di impegno, di dinamismo, di sviluppo;
b) come coerenza tra la personalità, i suoi centri di interesse, il suo radicamento umano, il suo comportamento in mezzo agli altri, i propri precedenti e attuali nell'ambiente.
Mancanza del progetto di vita
Non avere e non vivere secondo un progetto di vita è vivere dominati
- dalla pigrizia
- dalla preoccupazione della tranquillità
- dalla incapacità di cambiare e di evolversi
- dalla paura dell'avvenire
- dalla strettezza dello spirito
- dall'irrigidimento intellettuale
- dall'attaccamento acritico agli slogans
- dal partito preso, scelte previe che tagliano corto.
Senza un progetto si ha ristagno, poi scompiglio interiore, poi disadattamento (talora disperazione).
Non si ha esistenza coerente senza progetto, si ha qualunquismo insignificante.
Allport in uno studio condotto tra studenti rileva che approssimativamente un quinto di essi «non sa perché vive, sembrano privi di ogni sia pur semplice motivazione momentanea e non sono né maturi, né felici».
È necessario mettere in rapporto l'intenzionalità espressa dal soggetto con le possibilità reali presentate dalla sua personalità. Questo servirà:
- per rivelare l'autenticità o la inautenticità del progetto quando non trova fondamento nelle sue capacità personali e possibilità ambientali;
- per promuovere lo sviluppo delle attitudini specifiche richieste dal progetto.
La pietra portante di ogni progetto: i valori
La pietra portante di ogni progetto di vita sono i valori o un sistema di valori. Quando si dice valore, si dice polo positivo che indirizza l'azione umana, campo magnetico che attira, corrispondente ad una esperienza vissuta.
Per esempio:
il benessere
- la cultura
- la giustizia
- la fraternità
- la verità
- la libertà
- la bontà.
Nel contesto evangelico: le beatitudini.
Tutto quello che gli uomini cercano, tutto quello che fa di loro degli esseri desiderosi, questi sono i valori.
Valori: per la crescita autentica della persona umana (crescita integrale).
Pseudovalori: crescita abnorme (la moto, la macchina). Ogni unilateralismo nel campo dei valori è deformante.
Quando c'è unilateralismo, c'è confusione tra i vari livelli, oppure apatia a certi valori cardinali.
N.B. a) I valori non stanno allo stato brado, come sparpagliati, ma si polarizzano attorno ad un valore che riguarda il modo di essere.
- Alcuni valori centrali riguardano il modo di essere,
- altri riguardano l'avere, e sono in vista nell'essere.
b) Vivere per dei valori significa decentrarsi da se stessi, abbandonare un atteggiamento velleitario e egocentrico per mettersi in relazione con l'altro, con i fratelli, con Dio.
«Mediante il richiamo dei valori Dio chiama» (Schillebeecks).
L'incontro dei valori
Essi non esistono in astratto, ma hanno uno statuto esistenziale. Bisogna, almeno in parte, essersi incontrati con i valori per desiderarli.
Bisogna essersi in qualche modo compromessi con loro per cercarli. Sono come idee immanenti che chiamano, suscitano.
I valori stanno all'orizzonte. Ci si incammina verso di loro tramite le mediazioni.
Dove si incontrano?
* Nelle situazioni viventi e concrete, non in astratto, nelle intellettualizzazioni. Per essere fatti propri bisogna scoprirli, «svelarli». Cf le situazioni vissute in famiglia, nella società, nel lavoro, nella scuola, nella comunità viva.
Con quali situazioni di solito ci si mette a contatto?
Con quali occhi si guardano queste situazioni?
* Nel gruppo sociale o amicale:
C'è un'identità di gruppo senza la quale non si può parlare di identità personale. Ogni gruppo ha un suo stile, sue finalità, una mentalità, una certa «insularità». Il gruppo si pone come il luogo di convergenza e di sviluppo, sia dei valori che dei disvalori.
Nel gruppo i valori incarnati si manifestano in certi individui che ne sono i portatori.
Quale tipo di gruppo si frequenta? Su quali valori è centrato?
* Nei modelli educativi: le persone adulte che li incarnano.
- Essi sono concretamente dei valori. Cf l'artista, il sindacalista, la madre di famiglia, il giovane militante... Il modello è «il testimone luminoso». Il suo comportamento, il suo linguaggio possono essere registrati.
- Il progetto di vita infatti si precisa e si manifesta con il concorso di terze persone, in un contesto relazionale.
All'inizio c'è la madre, poi il padre, la famiglia, i compagni di gioco, la scuola, la banda di preadolescenti, gli amici, i compagni di lavoro, il gruppo più allargato.
- Ogni persona che cresce si riferisce ad una «persona chiave» per tanti aspetti.
- Quali sono i tuoi modelli educativi?
Quali i tipi di persone adulte che ammiri?
«La progressiva strutturazione di una personalità umana non avviene e non può avvenire che in una successione sempre più complessa e varia di relazioni vissute con l'altro in generale... Agendo, reagendo, impegnandosi in una attività qualsiasi, un essere umano risponde sempre agli inviti di un altro» (Oraison). Perciò la presenza dell'altro allo sviluppo del progetto è costante:
- come desiderio (il bambino più o meno inconsciamente tende ad adattarsi ai desideri che la madre gli trasmette nel curarlo);
- come sguardo reciproco (il ragazzo e l'adolescente guardano ai modelli e vogliono farsi riconoscere e accettare dalla società);
- come invito (il giovane reagisce con l'impegno di fronte agli appelli umani).
Progetto di vita e identità
Frutto del progetto di vita è l'identità. Essa consiste in una certa unità cosciente di valori assunti e fatti propri, incarnati.
L'identità è costituita dall'immagine globale che si ha di sé stessi, risultante di una integrazione di dinamismi anteriori, punto di partenza di dinamismi a venire. L'identità è ciò che la personalità assume e ciò che essa costituisce in un contesto sociale.
Essa si trova nel punto di interazione del passato e dell'avvenire. Essa è ciò che si è incarnata in uno grazie:
- alla mia realtà fisica
- alla mia vita affettiva e intellettuale
- alla mia professione
- alla mia nazionalità
- alla mia religione.
L'identità è dunque una simbiosi, un risultato vivente e dinamico.
Non c'è identità se non c'è un domani, se il potere e il sapere non possono esercitarsi e fruttificare, se non c'è niente da fare.
L'identità si svolge tra l'essere e il fare, tra ciò che io sono e sono stato, e ciò che io voglio.
Scegliere fra tre progetti di fondo
Ogni adolescente e giovane nell'arco dell'età fra i 12-13 e i 20 anni deve fare molte scelte in ordine:
- alla scelta professionale (quale mestiere svolgerà, come vi si preparerà)
- alla costruzione di se stesso, di un certo tipo di uomo, secondo un dato progetto di vita
- alla scelta di uno stato di vita (la famiglia, la consacrazione religiosa di vario tipo, il servizio sociale) come mezzo per realizzare se stesso e servire gli altri.
Tutte queste scelte esigono una scelta di fondo tra queste proposte globali che oggigiorno vengono offerte nei modi più svariati: tre modi di essere uomini, di realizzarsi come persone.
L'uomo è continuamente alla ricerca della propria identità e il giovane ancor più dell'adulto è posto di fronte all'interrogativo: «Qual è il senso della mia vita, della comunità, dell'amore, del lavoro, della società?».
N.B. Per rendere più immediato e incisivo il discorso, la presentazione dei vari progetti è stata notevolmente semplificata, fino a mettere in risalto solo alcune «categorie». Nella realtà quotidiana è difficile ritrovare situazioni così nette, quindi è problematica una contrapposizione rigida. Il progetto «cristiano» ha bisogno di integrarsi in una linea di sviluppo progressivamente umana, anche se richiede «tagli netti» e quindi rottura.
Progetto consumistico
Obiettivi da raggiungere:
l'avere
- il profitto
- il benessere
- il successo
- l'apparire il prestigio.
Legge
- godersela
- affermarsi sugli altri
- corsa affannosa, a gomitate, verso un miraggio di un paradiso qui in terra dato dal possesso di beni e di conforto
- manipolazione della persona asservita al profitto, al potere.
L'altro
- un buon consumatore
- un concorrente
- un termine di confronto
- un accostamento insignificante senza vero interscambio.
Orizzonte: qui ora.
L'uomo vero: l'uomo ad una sola dimensione: l'avere.
La società: è composta da produttori e da consumatori. Con la legge del più forte per potere politico, economico, culturale.
Causa del male: il non avere beni, la povertà materiale.
La salvezza: verrà dall'avere, dal possesso di sempre più cose. Tentativo di colmare con le cose il vuoto che è a livello dell'essere.
Conseguenze
- l'uomo atrofizzato o spento o ridotto in qualcosa di essenziale per lui, per la sua natura
- ridotta la riflessività, la creatività, la progettazione, la dimensione «trascendenza», ultraterrena
- un senso diffuso di scontentezza. L'incomunicabilità a vari livelli, l'egoismo privato o pubblico. L'io è la misura delle cose e degli altri, non viceversa.
- superficialità, vuotezza, rumore, stordimento.
Il progetto di vita personale
- un insieme qualunquistico di cose
- una ridda di proposte vaghe che bastano un giorno
- un tirare avanti per non pensare
- rifugio negli idoli di cartapesta, gestiti da adulti abili.
Progetto sociologistico
Obiettivo: far felice l'uomo tramite la giustizia sociale, l'uguaglianza giuridica e economica, la riforma delle strutture.
La legge
- tutti pensare allo stesso modo
- la lotta di classe
- la verità: quello che serve oggi
- lavorare insieme
L'altro:
- il compagno
- l'uguale
- il solidale.
L'uomo vero: l'uomo ad una sola dimensione, quella terrena.
Società: sfruttati e sfruttatori.
Causa del male: lo sfruttamento capitalistico e la disuguaglianza economica-politica.
Salvezza: viene dal messia che è la classe lavoratrice, la giustizia sociale e l'uguaglianza.
Impegno: lotta per la liberazione dalle varie forme di schiavitù (politica - sociale economica - ignoranza - bisogni naturali).
Progetto cristiano
Obiettivo
- rifare in noi e negli altri l'immagine di figli di Dio
- stabilire tra gli uomini rapporti di fratellanza mediante una comunità di fratelli
- partecipare alla comunione con Dio
- fede nel Cristo risorto che anima la storia
- costruire «cieli nuovi e mondi nuovi» cioè l'impegno per creare un mondo di giustizia, di pace, di amore e di unità
- salvare l'uomo e l'universo dal peccato l'uomo integrale: essere e avere.
Legge
- l'impegno come amore inteso come servizio agli altri; impegno nell'oggi con riflessi nel presente e nell'aldilà: «la vita eterna comincia oggi».
- riforma del cuore dell'uomo e contemporaneamente delle strutture alienanti.
- lavorare insieme nella comunità (familiare - sociale - universale).
L'altro
- il fratello (il Buon Samaritano)
- il segno della presenza di Cristo
- un membro dello stesso corpo.
Causa del male:
il peccato originale
- personale
- sociale.
Salvezza: di tutto l'uomo. Parte è già realizzata, parte è in fase di realizzazione. Protagonisti:
Dio e l'uomo libero e responsabile. Viene da Dio e dall'impegno umano.
L'uomo vero
- Gesù Cristo e ogni uomo quanto più si assimila a lui
- l'uomo a più dimensioni (terrena e ultraterrena) Bernanos: «L'uomo: uno che ha accettato la presenza quotidiana del divino nella vita»
- lettera a Pipetta di don Milani cf Lettere di don Lorenzo Milani, pag. 3-5.
Ciò che contraddistingue
- presenza nella società come lievito, come proposta
- come presenza di una coscienza critica e contestatrice in base al vangelo
- come membro attivo e solidale con la propria comunità e con tutti secondo la legge dell'incarnazione
- essere derisi e perseguitati per il suo nome
- cristianesimo non con pretesa di essere un sistema politico, sociale, economico, ma «una proposta di salvezza».
Nel progetto cristiano:
Il progetto di vita può assumere diverse forme:
- Matrimonio come vocazione: l'amore tra i due è nelle diverse espressioni segno della grazia, Matrimonio come sacramento, realtà salvifica... Qual è il senso dell'amore coniugale?
- A servizio esclusivo del popolo di Dio e della comunità come prete: continuare la missione di Cristo come gli apostoli.
- Vita consacrata come vocazione: fare della propria vita un segno della realtà del «regno dei cieli», attraverso la povertà, la castità e l'obbedienza.
- Laici consacrati che vivono nel mondo la consacrazione religiosa (istituti secolari).
Segno del regno tramite l'impegno nelle realtà terrestri.
Il significato cristiano della vita che la pastorale giovanile illustra nella situazione concreta quale appello e proposta, e stato rivelato in Gesù Cristo, nel quale Dio dà la risposta definitiva e irrevocabile all'interrogativo degli uomini circa la salvezza.
Mediante lui infatti Dio:
- pronuncia il suo «sì» incondizionato all'uomo e al mondo (2 Cor 1,19-20)
- lo invita alla comunione totale e illimitata con sé.
Questo sì di Dio non è solo proposta e appello, ma è insieme cammino: «la via di Gesù».
L'esistenza, la morte, la risurrezione di Cristo, la sua opera e il suo messaggio determinano la strada che l'uomo dovrà percorrere per giungere a se stesso, al proprio simile, al mondo e a Dio.
- Questa «nuova via» (Atti 9,2), pur essendo stata aperta una volta per sempre in Gesù Cristo, va ricercata e percorsa in ogni epoca.
- L'esistenza cristiana deve imitare la vita di Gesù (Rom 6,1-10), deve orientarsi in base al comandamento principale, quello dell'amore (Mc 12,29-31) e fonderà il servizio al prossimo e al mondo nella solidarietà di Gesù con i poveri e i deboli (Mt 25,40).
Nella misura con cui la sequela di Cristo sarà vissuta con maggior determinazione,
- tanto più sarà possibile fare una esperienza di Dio profonda (nella preghiera, nei sacramenti, nell'ascolto della parola di Dio, nella accettazione del prossimo),
- tanto più sarà possibile vivere la comunione di fede e di amore nello spirito di Gesù,
- tanto più darà il coraggio di essere con Gesù al servizio di tutti.
Tale atteggiamento però concede all'uomo anche lo spazio per realizzare i suoi talenti personali e sociali.
L'aiuto a questa autorealizzazione costituisce il singolare servizio della chiesa al giovane.
Progetti troppo precoci
Nella realtà concreta ci possono essere casi di specializzazioni affrettate per cause diverse:
- l'educazione ha spento ogni sensibilità
- non si e vissuti in stato di vocazione.
Occorre in questi casi una successiva presa di coscienza per far coincidere la propria identità e il proprio progetto di vita.
Questo può avvenire:
- o assumendo il dato di fatto e facendolo proprio nelle sue dimensioni essenziali
- oppure facendo quella scelta fondamentale che imprime un nuovo orientamento alla propria vita, qualunque sia l'età.
Quello che conta: non restare dei rassegnati, ma essere in «cammino» e costruirsi interiormente.
Quando il progetto di vita si fa vocazione
Non basta fermarsi alla forza autonoma dell'invito ai valori. Occorre saper andare al fondo.
La vocazione esige per colui che è chiamato uno sforzo «per identificare la persona», il Dio vivente, che invita alla comunione e al servizio.
Solo quando si identifica la persona divina, la chiamata dei valori diventa una vera vocazione personale.
Sapersi chiamato comporta rifiutarsi di considerare il mondo e la vita come un avvenimento opaco e impersonale.
Dio mi dà questa vita perché vivendo nel suo amore le dia un significato positivo. «Attraverso la chiamata dei valori Dio mi chiama».
Vocazione e progetto di vita sono due aspetti, divino e umano di una sola realtà psicologica profondamente umana che consiste in una immagine di avvenire liberamente formata ma rispondente a delle richieste oggettive, come pure in una attesa o in una volontà leale verso questo avvenire.
Progetto di vita e vocazione sono termini corrispondenti.
Essi indicano in forma analogica la forza attrattiva dei valori verso i quali uno si orienta.
Sono essi poi che, una volta scelti, definiscono ciò che uno è, che rivelano la direzione verso cui uno cammina, che danno un senso a tutta la vita.
Aiutare un giovane a formarsi un progetto di vita significa allora aiutarlo a sentire l'influsso di determinati valori.
Questo nella prospettiva della fede significa aiutarlo a seguire la sua vocazione.
Vocazione: questo termine può indicare:
- in senso lato: un orientamento intellettuale-affettivo della persona verso una forma di vita o di attività di ogni genere, sacra o profana
- oppure nel senso stretto etimologico religioso.
Vocazione (= chiamata) sottolinea la richiesta oggettiva da parte di Dio, richiesta che si rivela «progressivamente» attraverso un insieme di circostanze sia interne (attrattive, interessi...) che esterne (contesto sociale, richiesta della comunità...).
Di fronte a questa richiesta si esige da ogni uomo una risposta cosciente e libera.
Indicazioni pedagogiche
A proposito del progetto di vita-vocazione vanno distinti due livelli:
* il primo livello è costituito dalle disposizioni: qualità, doti di carattere, intelligenza, vita spirituale, equilibrio psichico, ecc.
Questi elementi sono requisiti necessari per lo sviluppo, ma sono ancora polivalenti.
* Il secondo livello è costituito dalla intenzionalità cioè da quel fatto psichico che è la risultante dell'incontro di una attrattiva più o meno chiara e esplicita, con la volontà più o meno definita di orientare lo sviluppo della propria personalità (energie, disposizioni...) in armonia con determinati valori preferenziali (progetto di vita).
La conoscenza degli elementi del primo livello non basta.
Occorre che l'intenzionalità diventi sempre più esplicita, cosciente, autentica, univoca nell'orientare disposizioni, qualità, ecc. determinando una vera opzione vitale.
È qui che si situa il vero compito educativo: rendere sempre più esplicita la intenzionalità esponendola all'influsso dei valori umani e divini.
Perciò è necessario:
- Incoraggiare il giovane a porsi il problema della scelta di un suo progetto di vita-vocazione, appunto come problema.
- Ogni scelta non è priva di ansia, specialmente se non può essere ottenuta immediatamente.
Il giovane maturerà nella misura in cui riuscirà ad affrontare questa ansia, ad accettarla, ad ammettere che il problema che si è posto potrà essere risolto solo ad una scadenza più o meno lunga, a tollerare un certo grado di incertezza.
- L'azione educativa dovrà stimolare il giovane a maturare, superando gli ostacoli che gli impediscono ad affrontare il problema del proprio orientamento, dovrà incoraggiarlo a mettersi attivamente alla ricerca di una soluzione adeguata partendo con naturalezza dalla prospettiva umana alla prospettiva di fede.