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    Chi mi riconcilierà? Itinerario per la riscoperta della riconciliazione



    Giuseppe Sovernigo

    (NPG 1980-9-54)


    La riconciliazione o confessione sacramento fa problema ormai da anni per molte persone, si fatica a capirne il senso e il gesto nella vita cristiana. In particolare la necessità di ricorrere ad una mediazione umana è oggi sentita come difficoltà, data la sensibilità attuale.
    E poi in che cosa sta esattamente il peccato? I problemi suscitati dal peccato sono ben risolvibili, senza ricorrere alla confessione, a livello delle persone.
    Queste difficoltà, presenti in molti adulti, sono particolarmente sentite nel mondo giovanile. La revisione critica della religiosità, in atto durante questa fase della vita, e le difficoltà di rapporto con gli adulti acuiscono tali difficoltà così da rendere la confessione sacramento non solo difficile, ma quasi impossibile, spesso irrisoria, retaggio dell'infanzia.
    Sorge allora il problema:
    - Come far riscoprire oggi questa dimensione della vita cristiana?
    - Come riscoprire la vera realtà di questo sacramento al di là delle incrostazioni storiche e delle deformazioni emerse nella pratica? In particolare, come aiutare gli adolescenti e i giovani ad inserire questa dimensione costitutiva della vita cristiana nel loro cammino di fede?
    Proponiamo qui un itinerario per la riscoperta della riconciliazione. Esso parte dall'esperienza quotidiana delle persone per scoprirvi la necessità del sacramento della riconciliazione così come emerge dal Vangelo.

    Perché confessarmi?

    Domandati a bruciapelo, rispondendo con quella sincerità che sai avere nei momenti più veri della tua vita:
    - perché continui a confessarti?
    - oppure perché non ti confessi più o ti confessi molto poco?
    Nell'uno o nell'altro caso ci sono delle ragioni più o meno esplicite che è necessario chiamare per nome e chiarire.
    Alcuni tra i tuoi coetanei hanno risposto così:
    «A che serve confessarmi? si chiede Gianni, di 18 anni, studente di V scientifico. È da tanto tempo che non lo faccio. Perché confessarmi? E per di più da un prete, un uomo come me? Me la intendo tra me e Dio, direttamente».
    «Ma il peccato in fin dei conti che cos'è? E il male? Così Anna di anni 17, operaia.
    Non mi va che un altro, un adulto dia uno sguardo curioso entro la mia vita. Sono gelosa della mia intimità».
    «Io continuo a confessarmi, risponde Andrea di anni l9, primo anno di medicina, perché per me la confessione è una occasione in cui mi sento più persona e più amico di Dio.
    Nella mia vita è come una ripartenza di tappa in tappa».

    Per un dialogo in gruppo

    - Che senso ha la confessione nel progetto di Gesù?
    - In che cosa consiste il peccato secondo te?
    - Quale il posto e il volto della coscienza morale cristiana?
    - Quali esperienze positive di confessione conosci nella tua vita o in quella dei tuoi amici? Perché le ritieni tali?
    - Per quali ragioni la Chiesa ripropone la confessione sacramento come necessità per una vita cristiana autentica?

    UNA ESPERIENZA PROBLEMATICA: UNA FRATTURA

    Spesso, se sei attento a ciò che succede dentro di te, avverti un disagio, un malessere, un disappunto, una disarmonia, una dissonanza, una colpevolezza a causa di una frattura, una divisione, una rottura, una contraddittorietà sperimentate, avvertibili in varie aree e direzioni della vita. Queste le principali:

    Con gli altri sperimenti divisioni e fratture

    Con i genitori e familiari:
    sotterfugi, bugie, diffidenze, piccoli furti... non considerazione di quello che dicono... cattive risposte.
    Perché questo? Eppure essi vogliono e ricercano il tuo bene, e ti amano. Tu stesso vuoi il loro bene. Come mai allora queste fratture?

    Con i tuoi amici o amiche:
    - A volte ci sono: ironie, umiliazioni, baruffe, puntigli, chiusure, diffidenze, ripicche, dispetti, rifiuti, esclusioni, vendette, menefreghismo, isolamento, antipatie, invidie...
    - A volte le ammiri, le sogni, le idealizzi; a volte le imbratti di fango, le strumentalizzi come cose, le insozzi con fantasie impure.
    Perché questo? Eppure cerchi l'amicizia, l'amore, l'accordo, l'intesa, il perdono, il cammino assieme...
    Perché questa diversità e contraddittorietà in te? Che cosa rende problematico un amore e un'amicizia vera?

    Nel tuo ambiente di scuola o nel gruppo:
    - A volte vorresti date condizioni di vita, rilevi tante cose che non vanno, protesti a volte, denunci, ti impegni per cambiare in meglio...
    - Altre volte ti lasci andare, ti rinchiudi in te stesso, ti disimpegni.
    Perché questi atteggiamenti e prese di posizione contraddittori? Da che cosa provengono? Come superarli?

    Con te stesso

    Nel tuo vivere quotidiano
    - Da un lato ti sforzi di essere coerente, vero, autentico, leale, coraggioso, vero testimone, una persona qualificata...
    - Dall'altro ti scopri sleale, doppia-faccia, incoerente, ipocrita, vigliacco, con vari sensi di colpa, pigro, pieno di compromessi, aggressivo, disturbato, ambiguo, minacciato, difensivo...
    Come mai non riesci ad essere ciò che vuoi essere? Da dove proviene questo sdoppiamento di te stesso?

    Con la tua coscienza
    Da un lato ti senti chiamato al bene, alla lealtà, alla verità, alla purezza, al rispetto, all'amicizia, all'impegno...
    - Dall'altro: ti scopri falso, chiuso in te stesso, grossolano, impuro, bestemmiatore, menefreghista, gretto...
    Da dove proviene questa debolezza che ti trovi addosso? Questa faticosità a farcela, talora impossibilità?

    Situazioni di frattura nella società in cui vivi

    Nella politica: interessi partitici sopra quelli comuni, come ricerca di potere, arrivismi, menzogne per scaricare la responsabilità, ricerca della pace: tentativi veri o mosse tattiche.
    Nel lavoro: conflitti e interessi contrastanti dentro e fuori della fabbrica; classe contro classe; categoria contro categoria chiusa nel suo privilegio; lotte in piazza; situazione alienante di certe condizioni di lavoro; sfruttamenti.
    Nella cronaca quotidiana: cf la cronaca nera, la scarsa rilevanza della vita umana in date situazioni, come pure la preziosità di questa stessa vita in altre.
    Perché tutto questo? Se l'uomo è fatto per l'armonia, per vivere in pienezza, nella gioia?
    Nel tuo vicinato: famiglia contro famiglia; lotta tra fratelli per interessi materiali (invidie gelosie); ripicche, ricatti, chiusure, freddezza, non ci si parla, odi, incomprensioni...
    Perché così? Eppure l'uomo è fatto per la gioia; desidera e ricerca: la vita, l'amore, la felicità, il capirsi.
    È fatto costituzionalmente per la vita, per la fraternità.

    Con il tuo ideale

    - Vorresti vari valori e beni per te e per gli altri, ti proponi dati ideali, pensi di poter e dover cambiare tante cose che non vanno entro e fuori di te. Ti proponi di rassomigliare a date persone di valore.
    - Invece l'esperienza quotidiana è molto più grigia e prosaica. Conosci lo scacco, l'insuccesso o il successo parziale... A volte sei scoraggiato, deluso, a terra.
    Che cosa c'è che non consente di farcela come vorresti? Da dove proviene questa resistenza, questo freno?

    Nel tuo rapporto con Dio

    - Da un lato quando tutto va bene, o quasi, quando il Vangelo non dice cose scomodanti: allora Dio ti è amico, è giusto; oppure non lo scomodi, te lo scordi, lo ignori...
    - Dall'altro, quando propone cose esigenti, allora egli è un guastafeste; è troppo esigente; oppure quando non asseconda i tuoi desideri, è ingiusto; dubiti della sua esistenza; forse lo bestemmi.
    Oppure, dopo aver fatto il male, da solo o con altri, lo temi, lo fuggi perché lo giudichi duro, punitivo.
    Perché questa contraddittorietà di comportamenti e di atteggiamenti? Da dove provengono queste paure ed esclusioni di Dio?

    Con le cose e i vari beni

    - Da un lato contesti chi sciupa; ti poni contro i ricchi; vuoi essere semplice e discreto, ti commuovi per chi ha fame e per il terzo mondo.
    - Dall'altro ti capita di sciupare denaro e cose; sbuffi quando c'è da far fatica di persona. Hai il cuore attaccato alle ricchezze. Spendi di più per divertirti che non per aiutare i bisognosi.

    Per la verifica della prima parte

    Interrogativi-problema
    - Perché queste rotture, contraddizioni, contese. Se noi siamo fatti per la gioia, la vita, l'unità, la comunione, l'amore, la pienezza di luce, la coerenza, la pace? Tutti cerchiamo qualcosa di più profondo e solido, una pace vera con noi e con gli altri.
    - Dove sta il «nucleo patogeno» di questa situazione?
    - Quali le spiegazioni a questo fatto e le proposte per uscirne?
    - Quale via seguire per ritrovare ciò di cui in profondità siamo alla ricerca?

    Interrogativi-ricerca
    - Attorno a te (famiglia, scuola, lavoro, vicinato) quali rotture o divisioni conosci? Perché avvengono? Quali conseguenze comportano?
    - Secondo te che cosa sta alla radice del male in te e attorno a te?
    - Entro di te: quando e perché ti senti diviso, rotto con qualcuno? Presenta una esperienza in cui ti sei sentito diviso dagli amici o da altre persone, alla cui amicizia tieni.
    - Secondo te che cosa è il peccato?
    - Dio come e che cosa c'entra con il peccato?
    - Che relazione c'è tra il male che si manifesta nelle sue varie forme (egoismo sfruttamento chiusura orgoglio lussuria...) e Dio?

    SOLUZIONI PROPOSTE E ADOTTATE

    Alcuni incrociano le braccia: sono rassegnati e sconfitti, rimorchiati dai più. Si lasciano andare lungo la corrente, alla deriva. «Sarà sempre così». Come in un rimorchio a traino niente di veramente nuovo nella vita.
    Esiti:
    - qualche piccolo risultato, frutto più delle cose che dell'impegno
    - rinuncia e passività, apatia, indifferenza
    - evasione, ricorso e vari surrogati (droga, divertimenti, stordimenti...).
    Altri si ribellano, si agitano, gridano, invocano un sistema rigido in cui sia tutto in ordine; ricorrono alla violenza nel terrorismo.
    Ma il problema resta nella sua realtà cruda. Il male continua ad essere presente con le sue conseguenze.
    Sono soluzioni inadeguate, parziali, perché esterne all'uomo, periferiche, cambiano solo le strutture esterne. Sono importanti, ma insufficienti a cambiare veramente.
    - Alcuni chiedono alle scienze umane (psicologia-sociologia) questa riconciliazione, una guarigione che tolga l'ansia la paura, la colpevolezza, spesso l'angoscia.
    - Altri la chiedono alle scienze occulte: parapsicologia, occultismo, astrologia... oppure la macrobiotica. Spesso ci sono dei buoni risultati più o meno duraturi.
    Tuttavia la radice di date contraddizioni e fratture permane. Rifiorisce e si ripresenta in varie circostanze.
    - Altri la chiedono all'economia
    Quanti più beni si possiedono, tanto più si sarà contenti, soddisfatti. Di qui la necessità di avere molti conforts o la giustizia sociale al di sopra di tutto.
    Ci sono dei buoni risultati, dei notevoli miglioramenti, ma la radice del problema resta e ricompare con nuove modalità.
    - Altri sostengono che è possibile uscire da questa situazione di frattura a poco a poco, progressivamente, lavorando sui tempi brevi e lunghi, purché si trovi la strada giusta.
    È da dentro dell'uomo che bisogna partire. È nel cuore dell'uomo che sta il «nucleo patogeno».
    Tra questi ci sono i cristiani. Essi da un lato chiedono alla economia, alla politica, alle scienze umane, ciò che esse possono dare, dall'altro lato sanno che la vera guarigione parte da altro: da entro il cuore dell'uomo.

    PER SUPERARE LA FRATTURA: LA PROPOSTA DI GESÙ DI NAZARETH

    La proposta di Gesù la possiamo trovare nella parabola del Padre misericordioso (Lc 15, 11-32). Si tratta di una vicenda con tre punti di vista, una storia che consente il ritrovamento di se stessi e del padre.

    Il punto di vista del fratello minore

    - È uno che pretende: «dammi la parte che mi spetta»; taglia i ponti con il padre.
    - Vuole farsi la vita in proprio, senza dover far i conti con qualcuno, secondo un suo modo di vivere la libertà.
    - Parte per un paese lontano per vivere a suo modo. Dissipa e sciupa i suoi beni in modo dissoluto.
    - Sperimenta la solitudine e la fame...
    - Poi fa un «bilancio critico» della propria vita: da un lato la sua condizione attuale di miseria... dall'altro la «sua casa» e il padre.
    - Impara la lezione delle esperienze negative: quale il loro senso? Ciò che la fiducia nel padre non gli aveva insegnato, glielo insegna la vita: «quanti mercenari...».
    - Ha il coraggio della verità e della responsabilità:
    * confronta il presente con il passato
    * chiama le cose della sua vita per nome
    * scopre l'assurdità della sua situazione: lui figlio così e i garzoni colà! Ci vede chiaro
    * il padre è presente nel ricordo, discretamente, è un padre che promuove.
    - La decisione responsabile:
    * si fa uomo, assume la sua responsabilità
    * con il padre non si scusa
    * si colloca nella verità: «Ho peccato»...

    Che cosa è il «peccato» secondo Gesù

    - È separazione dal Padre - fuoriuscire dalla casa paterna.
    - È dissipare tutto... sciupare vivendo dissolutamente, svendendo...
    - Incontrare la solitudine, la separazione, la fame...
    - Negare la propria realtà di figli, fatti ad immagine e somiglianza del padre.
    - Cadere nella schiavitù - nella dipendenza mortificante.
    - Essere morti. «Essere persi».
    - Nel caso del fratello maggiore:
    * avere un animo gretto, essere egoisti
    * avere orizzonti chiusi alle prospettive di una vita da adulti
    * misconoscere il vero volto del padre.

    Il punto di vista del padre

    - Rispetta il figlio nella sua scelta e autonomia.
    - Non agisce per interesse (gli cede una parte dei suoi beni).
    - Non mette sotto nessuno per far ricerche, ma sale sulla casa e scruta l'orizzonte.
    - Lo accoglie incondizionatamente poiché già lo conosce e lo attende, lo riavvicina al fratello che l'aveva escluso.
    - Non rivanga il passato: per lui contano il presente e il futuro; per questo l'anello e i calzari: segni dell'uomo libero.
    - Fa un banchetto di festa. Tutta la famiglia fa festa; non si tratta di una cosa privatistica.

    Cos'è la riconciliazione secondo Gesù

    - Si tratta di un ritorno libero del figlio che fa ricuperare tutta la vita. La riconciliazione è un incontro tra persone libere che si ricercano, si desiderano, si aspettano.
    - La riconciliazione ristabilisce la comunione, l'intesa, la fiducia e la dignità. È reintegrazione senza riserve. «Essere morti e ritornare alla vita, risuscitare». «Essere persi e venire ritrovati».
    - La riconciliazione fa divenire radicalmente nuovi. È una Pasqua. Cf il dono pasquale di Gesù (Gv 20,22: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati...»).
    - Il prete simboleggia il padre che accoglie. È segno di un altro... ti aiuta a crescere.
    - La riconciliazione viene dalle mani della chiesa come promozione costante della persona, dono affidato al nostro camminare da salvati, ma ancora deboli.
    «Lasciarsi riconciliare con il Cristo» (cf 2 Cor 5,20). Nella Chiesa si trovano i segni del perdono.
    - La riconciliazione è un sacramento da riscoprire nella sua vera realtà, una festa. Bisogna averne un'immagine positiva. È tutta la famiglia che fa festa: dimensione comunitaria non privatistica. Il prete è ad un tempo segno di Cristo e rappresentante della comunità.
    - La conversione non è un fatto individualistico. «Tra me e Gesù solo». Essa avviene entro un tessuto fraterno, comunitario. Convertirsi a Gesù comporta entrare nella sua comunità. La via di Gesù è entro la comunità.
    Solo così è garantita. Diversamente, vissuta individualisticamente, facilmente viene strumentalizzata e addomesticata.
    - È conversione del cuore, del centro del nostro essere, è rigirarsi, volgersi verso qualcuno che chiama. Ciò comporta non solo cambiare stile di vita, fare o non fare date cose, ma incontrare qualcuno che non conoscevamo o che avevamo scordato, incontrarlo e scoprirlo.
    Ora costui diventa il centro di interesse, un nuovo fuoco nella nostra vita.
    Decisivo è il riconoscimento del Dio vivente, del vero Dio. A lui ci si rivolge e ci si sottomette.
    Il «lasciare» viene dopo, non è il centro del cristianesimo. È il trovare che viene prima, il centro dell'essere cristiani.

    Dinamica della conversione

    - Momenti
    * Un tempo Dio non ci interessava: cf i falsi assoluti non maturano... ma deludono, disgregano.
    * Ora Lui ci ha chiamati...: a monte sta una riscoperta di Dio come l'Assoluto. Perciò si ritorna da Lui con tutta la vita. «Ho bisogno di te per essere me stesso, conformemente al tuo progetto. Dammi il tuo aiuto per camminare lungo la tua strada».
    Cambio di se stessi conformemente alla proposta di Dio.
    - Ciò comporta
    * La necessità di accettare e darsi una regola di vita cui essere fedeli, poiché lui interessa veramente.
    La fedeltà alla conversione chiede «lotta» per possedere il tesoro in cui sta il cuore. La lotta è necessaria. Serve a plasmare la vita, a rendere saldi e irrobustire i desideri secondo il Vangelo.
    La lotta è necessaria per rinunciare al vecchio modo di pensare e agire ed entrare nelle prospettive del Regno.
    * La necessità di essere coerenti con ciò che si è scelto: produrre frutti veri, non discorsi intellettuali.
    * La necessità di incontrare un fratello nella fede che sia «segno del padre», ancoraggio alla realtà, appello della paternità.

    Il punto di vista del fratello maggiore

    - Non si riconosce fratello; lo vuole ignorare.
    - Non conosce veramente il padre, nonostante sia stato in casa.
    - Ha un solo interesse prevalente: gli amici... il bar... la compagnia... se stesso.
    - Il centro di tutto è il suo io: orizzonti chiusi.
    - È gretto ed egoista... sotto le apparenze di giustizia.

    Questa è la non riconciliazione

    - Vivere con un orizzonte chiuso.
    - Non conoscere veramente, in profondità, né se stessi, né la vita, né il padre.
    - Vivere delle quattro cose, prigionieri del triangolo: bar o sala da ballo lavoro o scuola casa amici.

    Interrogativi-ricerca

    - In che cosa consiste «il peccato» del fratello minore e come fa a rendersene conto? (quale il cammino della coscienza del fratello minore?).
    - Quale progetto di avvenire anima la vita del fratello minore e quella del maggiore? Quali le somiglianze, quali le differenze?
    - Come, attraverso quali mediazioni, ti è possibile incontrare oggi nella verità, senza illusioni, Dio, un padre come quello della parabola? Presenta una esperienza che ricordi positivamente.
    - Come accogliere e vivere nella propria vita il dono pasquale di Gesù: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi; a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»? Presenta una esperienza in cui ti sembra di aver accolto e vissuto questo dono pasquale.
    - Per quali aspetti, in che cosa ti sembra che la tua vita assomiglia a quella del fratello minore o a quella del fratello maggiore?


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