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    Giovani e tempo libero: una lettura sociologica



    Giancarlo Milanesi

    (NPG 1991-07-5)


    Esistono alcune ipotesi, simili peraltro a luoghi comuni sociologici, concernenti il tempo libero. Il tempo libero come tempo debole, residuo, marginale; da definire in rapporto al tempo «forte» che è quello dedicato all'attività produttiva e/o ai doveri inerenti al proprio status. Il tempo libero, proprio perché tempo debole, residuo e marginale, non è funzionale alla crescita della persona, alla costruzione di identità individuale e collettiva, al benessere della comunità; ma è solo il luogo del relax, consumo, gratuità, disimpegno, cioè di attività funzionali al recupero delle energie da spendere nel tempo forte.
    - Il tempo libero è destinato ad aumentare quotidianamente, in relazione alle trasformazioni dell'organizzazione del lavoro (automazione, azione in distanza mediante computers, ecc.), anche se qualitativamente non emergono se non più estese opportunità di consumo e rischi di alienazione. A queste ipotesi, sostanzialmente di tipo problematico, corrispondono altre previsioni o considerazioni che, soprattutto in rapporto al mondo giovanile, tendono a recuperare il significato del tempo libero per il vissuto delle nuove generazioni.
    - Il tempo libero come luogo «nuovo» dell'identità, in alternanza ai luoghi ormai logori (scuola, lavoro, famiglia, chiesa, politica), e come «contenitore» ipotetico e disponibile, per la cresciuta individuale e sociale. E perciò non più come tempo debole, residuo, marginale.
    - Il tempo libero come «risorsa» effettiva, ma relativa ai differenziati contesti di educazione e di esperienza di vita dei giovani, e perciò come risorsa potenziale e condizionata. Il tempo libero come dimensione relativamente inesplorata della nuova esperienza vitale del tempo in generale, che sembra caratterizzare il vissuto delle nuove generazioni giovanili. Occorre a questo punto tentare di verificare quale sia la realtà del tempo libero giovanile, sulla base di dati empirici e di letture interpretative attendibili.

    ALCUNI DATI EMPIRICI

    La gran parte delle ricerche ruota attorno ad alcuni punti ricorrenti: la quantità di tempo libero disponibile e i contenuti delle attività di tempo libero.

    La quantità di tempo libero disponibile

    A questo proposito sembra si possa dire che:
    - la quantità di tempo libero disponibile (inteso come tempo del non studio e del non lavoro) sembra essere crescente, a causa di più fattori concomitanti: calo delle esigenze nell'impegno scolastico, uscita precoce dal sistema formativo, difficoltà diffusa a entrare nel mercato del lavoro e nell'attività lavorativa, notevole preferenza per lavori part-time, ecc.;
    - soggettivamente è diffusa tra i giovani la persuasione di avere poco tempo libero (specie tra coloro che lavorano) e di avere sufficiente tempo libero (in astratto), ma non le opportunità reali di occuparlo in modo adeguato. Da queste osservazioni iniziali è già possibile ipotizzare che il tempo libero rischia di configurarsi più come un «vuoto» che come un «contenitore» ricco di proposta e di opportunità.

    Le attività di tempo libero

    Su questo punto si può osservare quanto segue.
    - I contenuti delle attività di tempo libero tendono a diversificarsi notevolmente, comprendendo tipi di esperienza relativamente nuovi, accanto alle forme ormai tradizionali di fruizione del tempo libero.
    - Musica, cinema e sport occupano la parte più consistente del tempo libero dei giovani di questa generazione.
    Quanto alla musica:
    * la domanda di musica è qualificante rispetto al fenomeno generale di crescita dei consumi; è l'aspetto più evidente;
    * l'utenza giovanile è cambiata; la provenienza socioculturale è più diversificata ed esprime esigenze molto disparate;
    * il consumo tende a qualificarsi come esigenza e gusto;
    * il consumo si accompagna ad una forte carica di soggettività e protagonismo (da ascoltatori e creatori-esecutori);
    * il numero degli spettatori della musica dal vivo è in aumento dal 1983, insieme all'espansione della musica ascoltata da registrazione, con effetti congiunti sul costume giovanile: è esigenza di fruizione collettiva dell'evento, identificazione con l'artista, simbolo e modello da consumare; è possibilità di comunicare con i pari, al di là delle differenze individuali; è opportunità di verificare direttamente, senza mediazioni, la qualità dell'evento musicale.
    Quanto al cinema e al teatro:
    * è in crisi la frequenza (14% di biglietti e 5.5% di incassi);
    * è in lieve ripresa il teatro.
    Quanto allo sport (IARD, 1983 e 1987):
    * è in espansione la spesa per gli spettacoli sportivi, a lire costanti (+ 11%); la graduatoria è la seguente: calcio, basket, auto, moto;
    * è in leggero aumento la pratica sportiva (+5% tra 1983 e 1987);
    * l'associazionismo sportivo praticante è ancora il più consistente (55.3% al Nord/Centro e 47.7% al Sud/Isole);
    * l'associazionismo non praticante è in aumento (+ 1,6% al Nord/Centro e +4.5% al Sud tra 1983 e 1987).
    - Le altre attività consistenti sono principalmente il ballo (oltre il 50% dei rispondenti, almeno 1 volta in 3 mesi), i viaggi (oltre il 50% negli ultimi 3 mesi), la lettura (oltre il 50%).
    - Le attività più impegnative sotto il profilo sociopolitico e religioso segnalano alcune variazioni tipiche: * sono in aumento tra il 1983 e il 1987 le associazioni di impegno sociale al Nord/Centro (in diminuzione al Sud: +3.0% e 0.9%); * sono in diminuzione l'associazionismo politico e sindacale (3,1% al Nord/Centro, 2.7% al Sud; 0.8% Nord/Centro, 0.7% al Sud); * è in diminuzione l'associazionismo ecologico (0.5% al Nord/Centro; +2.2% al Sud).
    Vi è da notare che in complesso il tasso di associazionismo varia in base al livello socioeconomico e alla distribuzione sul territorio: al Nord, dal 51.9% al 61.3%; al Centro/Sud, dal 39.9% al 61.8%. Quanto più alto è il livello socioeconomico tanto più è alto il livello di associazionismo (però ai livelli alti il Nord e il Sud si equivalgono). Quanto all'età si ha un aumento attorno ai 14/17 anni; poi si è in lento declino. Quanto al sesso: i maschi propendono di più per lo sport, gli stadi, il cinema, le discoteche, e le femmine per le attività più propriamente culturali e sociali.
    - Il volontariato rappresenta un'area privilegiata di tempo libero per una notevole percentuale di giovani. Secondo l'indagine Iref-Eurisko (1989), tra i 18 e i 24 anni il 14.9% dei giovani si dedicano ad attività di volontariato; la cifra sale al 18.0% tra i 25 e i 34 anni. L'aumento, tra il 1985 e il 1989 è stato del 2.5% e del 5.8% rispettivamente nelle due fasce di età.
    In definitiva, i dati empirici ricavati dalle ricerche mettono in evidenza che:
    - tutta l'area del tempo libero è costantemente in movimento; cambiano i contenuti dell'attività di tempo libero e, presumibilmente, cambiano i significati attribuiti alle diverse attività;
    - è tuttora difficile determinare quale ruolo/funzione occupa il tempo libero nei processi di socializzazione, crescita, maturazione dei giovani; probabilmente esistono a questo riguardo più spiegazioni che fanno capo a diverse letture interpretative del tempo libero e, più in generale, del tempo giovanile.

    ALCUNE LETTURE INTERPRETATIVE

    Tipologia «Cavalli»

    Una ricerca condotta da Alessandro Cavalli e collaboratori (Il tempo dei giovani, Bologna, Il Mulino 1985) ci fornisce un'interessante tipologia dei vissuti temporali dei giovani che tiene conto di due variabili: l'autonomia o dipendenza nella rappresentazione di sé e la rappresentazione strutturata o destrutturata del tempo della propria vita. Si parla di autonomia nella rappresentazione di sé quando il giovane si percepisce come soggetto attivo e responsabile del proprio progetto di vita. Si parla di dipendenza quando il giovane imputa alle forze ed agli avvenimenti esterni la responsabilità del suo stato attuale e futuro. Si parla di tempo biografico strutturato quando si è in grado di legare insieme passato, presente e futuro come memoria, vissuto e aspettativa, cioè come realtà tra loro connesse in modo significativo (valorizzazione del presente in funzione del futuro e in relazione al passato). Si parla di tempo biografico destrutturato quando si ha concentrazione sul presente, come momento a sé stante, separato dal passato e non connesso al futuro (che pertanto appare indeterminato e imprevedibile). Dall'incrocio di queste variabili a due vie nascono diversi tipi di vissuti giovanili.

    Il tipo dell'autostrutturazione
    La biografia di questo tipo è intessuta di progettualità, decisioni, verifiche che si distribuiscono abbastanza ordinatamente lungo un percorso finalizzato su cui si accumulano progressivamente le esperienze di vita. Il tempo personale, quotidiano, è percepito come strettamente intrecciato in quello storico, in cui avvengono gli eventi che fanno la storia. Il tempo è una risorsa indispensabile, limitata e preziosa. Il tempo libero, per questo tipo di giovane, non è tempo liberato, ma è piuttosto il tempo delle svago e del riposo, per ricaricare le energie fisiche e psichiche da impegnare nella costruzione di sé.

    Il tipo dell'eterostrutturazione
    La biografia di questo tipo è segnata dalla progressiva accettazione ed assunzione di mete socialmente definite, da raggiungersi attraverso itinerari istituzionalmente prescritti: studio, lavoro, carriera, famiglia, casa, figli, ecc. Il tempo personale, quotidiano, è scandito dai ritmi del tempo sociale, dai suoi orari ed esigenze; il tempo «interno» è determinato da quello «esterno». Quanto al tempo libero, questo tipo lo immagina come qualcosa di necessariamente organizzato, previsto, cadenzato, quasi strutturato al pari e sul modello di quello occupato e impiegato secondo modalità proposte dall'esterno. Il tempo libero non è mai né poco né troppo; è un tempo «giusto», in continuità con quello occupato e ad esso collegato.

    Il tipo dell'autodestrutturazione
    La biografia temporale di questo tipo è intessuta di una serie non consecutiva e logica di esperienze frammentate e separate. E' l'affermazione radicale del presentismo: vi è esaltato il principio della reversibilità delle esperienze, del posponimento ad alternanza delle decisioni finali, del rifiuto esplicito di ogni tipo di condizionamento esterno ed interno. Il «progetto» è visto come una minaccia alla propria identità: o meglio il progetto deve essere costantemente lasciato nell'indeterminatezza. Per questo tipo tutto il tempo personale è di per sé «libero», a disposizione, sganciato dalle esigenze dell'etica personale e del tempo sociale, che viene generalmente piegato ai bisogni ed alle occasioni fortuite che caratterizzano la giornata di questo giovane. Ma si tratta di un tempo libero che non si nutre di progettualità, bensì delle occasioni crescenti offerte dal clima di opportunità eccedenti che caratterizza le società opulente.

    Il tipo dell'eterodestrutturazione
    Il giovane di questo tipo ha perso il controllo sul tempo, sia su quello personale sia su quello storico, esterno al soggetto. Egli si muove come in un labirinto senza uscita, preso dall'angosciante percezione della radicale incapacità/ impossibilità di controllare gli eventi futuri e di dare un senso unitario a quelli passati. Il caso, la sorte, il destino, l'impulso e l'inconscio si presentano come fattori che si impongono al soggetto senza che egli possa in qualche modo determinarne la direzione con la forza della volontà. Il tempo quotidiano viene vissuto in modo totalmente separato dai ritmi del tempo sociale: si vive un'esperienza di estraneità inevitabile che invade anche l'area del tempo libero, che assume caratteri di crescente patologicità come tempo della marginalità e qualche volta della devianza.

    Spunti educativi

    Indubbiamente il modello interpretativo fin qui presentato offre spunti educativi molto stimolanti; ma per un'ulteriore valorizzazione del modello occorre tener presenti alcune precisazioni.
    - I tipi descritti non esistono quasi mai allo stato puro, ma possono convivere in ogni individuo in combinazioni diverse. Ad esempio:
    * contemporaneamente, come fonte di contraddizione e di conflitto interiore;
    * successivamente, come fasi di un itinerario di vita, non sempre, peraltro, lineare e coerente;
    * come aspetti latenti e/o manifesti del medesimo comportamento. Tutto ciò porta a pensare che il tempo libero dei giovani, di un giovane, non si spende mai secondo un solo modello permanente, ma secondo una pluralità di significati che ne rendono difficile la comprensione e la valutazione.
    - Ognuno dei tipi descritti contiene in radice una possibile deviazione patologica. L'autostrutturato rischia l'ossessione della riuscita ad ogni costo e la delusione conseguente al possibile fallimento. L'eterostrutturato è soggetto alla depressione, in rapporto alla presa di coscienza delle difficoltà che si propongono alla realizzazione delle mete socialmente prescritte. L'autodestrutturato può essere giocato dalla sua stessa instabilità ed irrequietezza, che a lungo andare accumulano il sentimento della prestazione permanente, dell'inconcludenza, della precarietà. L'eterodestrutturato è quello che più di tutti confina con l'esito della marginalità e della devianza, proprio in forza dell'insignificanza del tempo quotidiano.

    Tipologia «Garelli»

    Un altro modello interpretativo, forse meno rigoroso in termini scientifici ma efficace ed utile sul piano descrittivo, ci viene offerto da una ricerca di Franco Garelli (La generazione della vita quotidiana, Bologna, Il Mulino 1984).
    Vi si parla di cinque tipi di tempo libero giovanile:
    - il tempo libero essenziale: è scarso e viene occupato da attività che rispondono a necessità della vita quotidiana, con poco o nulla spazio per il relax, il divertimento, la cultura. E' il tempo libero dei giovani che hanno problemi seri di precarietà e di sopravvivenza quotidiana;
    - il tempo libero compensativo: è impiegato quasi unicamente a riprodurre la forza-lavoro, mediante attività di tipo ludico e di relax: vi si esclude l'impegno culturale, sociale, politico;
    - il tempo libero esuberante/consumista: è impiegato in attività di tipo evasivo e disimpegnato (ballo, uscite, acquisti), è abbondante, è vissuto senza un progetto ed una finalità;
    - il tempo libero esuberante/finalizzato: è occupato da intense attività miranti all'autosocializzazione e al servizio sociale, sulla base di una dedizione spontanea;
    - il tempo libero finalizzato: è meticolosamente strutturato secondo più finalità (auto ed etero promozionali) e in rapporto ad una progettualità molto precisa, come una risorsa da spendere razionalmente.
    Anche nella prospettiva di Garelli i tipi di tempo libero giovanile possono presentarsi compresenti nella stessa persona in tempi e circostanze diverse, determinando così una differenziazione comportamentale consistente e mutevole.

    CONCLUSIONI

    Si possono ora, in conclusione, cogliere alcuni elementi della riflessione che sembrano avere un impatto diretto su un progetto di intervento educativo.
    1. Non esiste un solo tempo libero giovanile, né per quanto riguarda l'aspetto quantitativo, né per quanto riguarda il contenuto, il vissuto comportamentale di tipo qualitativo. Le variabili che sembrano differenziare la modellistica del tempo libero giovanile sono molteplici: età, sesso, estrazione sociale, scolarità, occupazione, residenza; e non ultimi, gli effetti di una complessa socializzazione che può portare o non portare all'elaborazione di un progetto di vita.
    2. Il mix contenutistico che caratterizza il tempo libero giovanile è composto sostanzialmente da attività di tipo ludico/consumista da un lato e di tipo culturale dall'altro, in una prospettiva, prioritariamente, di autosocializzazione alternativa a quella tradizionale/istituzionale, con scarse istanze progettuali. Restano marginali, anche se consistenti in qualche caso, le attività a chiaro orientamento formativo e sociale, che però sono ancorate ad un progetto di sé e di società, esplicitamente perseguito.
    3. Sebbene la prospettiva di autosocializzazione tra pari sia abbastanza presente a molti giovani, è difficile affermare che il tempo libero si presenti ormai come il «luogo» o l'«opportunità» di un'identità alternativa, contrapposta o separata rispetto a quella fornita (o non fornita) dalle esperienze di formazione, di lavoro, di politica, di religiosità, di relazioni familiari; anche se ciò di fatto si verifica per quelle minoranze giovanili che vivono il tempo libero come tempo della progettualità cosciente e dell'impegno riflesso. Si aprono pertanto spazi notevoli di intervento educativo, che miri a relazionare l'intera modellistica del tempo libero, in funzione di una crescita globale ed integrale dei giovani.


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