In ricordo di don Elio Scotti

Inserito in NPG annata 1996.


Fondatore e primo direttore di «Note di pastorale giovanile», morto il 24 febbraio 1996

(NPG 1996-04-2)


All'improvviso, come chi si allontana in punta di piedi per non disturbare, don Elio ci ha lasciato.
Era nel suo stile.
Forte, deciso, coraggioso e pieno di entusiasmo che gli anni non riuscivano a spegnere, quando era responsabile di qualche impresa in prima persona, diventava tranquillo, silenzioso e persino distaccato, quando altri erano chiamati a subentrargli.
La sua lunga giornata salesiana l'ha visto protagonista in differenti impegni apostolici: dal servizio diretto ai giovani all'animazione di un'importante provincia religiosa, fino alla recente responsabilità di consolidare al «Colle delle Beatitudini giovanili» (come abbiamo imparato a chiamare il luogo dove don Bosco è nato) un ampio progetto, apostolico e edilizio, per la vita e la speranza dei giovani.
Per la sua appassionata competenza, negli anni difficili del rinnovamento conciliare, a don Scotti è stato affidato il compito di costruire e realizzare il servizio nazionale di pastorale giovanile per la Congregazione salesiana. In questa missione ha speso dieci lunghi laboriosissimi anni.
Dalla sua tenacia è nato il Centro salesiano di pastorale giovanile e, sulla sua scia, molte pubblicazioni che hanno segnato la storia della pastorale giovanile in Italia. Con lui «Note di pastorale giovanile» ha percorso i primi passi; ha attraversato i momenti complessi dell'invenzione tra fedeltà e fantasia; si è aperta come contributo riconosciuto e gradito, anche oltre i confini della Congregazione stessa.
Ha voluto, in quegli anni dai grandissimi entusiasmi, «Dimensioni nuove» per gli adolescenti e i giovani e «Mondo Erre» per i preadolescenti, per «tradurre» (come diceva lui) le grandi idee in realizzazioni concrete.
Non era facile lavorare con don Elio: l'urgenza dei problemi e la passione per risolverli incalzavano... anche quando invocavamo la calma necessaria per realizzare quello che avevamo concordato. Non ci lasciava respirare. Non ne avevamo il diritto: come chi cerca perle preziose e rinuncia a tutto appena ne scopre una di valore inestimabile.
Stando con lui, abbiamo sperimentato quello che don Bosco diceva di sé e avrebbe voluto per i suoi figli: «Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gioventù o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti fino alla temerità» (Memorie biografiche di Don Bosco XIV, 662).
Lo testimoniano con gioia coloro che, come molti di noi, hanno percorso con lui un lungo tratto di strada, scoprendo, nella sua compagnia, la passione per la vita dei giovani nel Signore della vita.