A cura di Giuseppe Morante
(NPG 1999-01-58)
Per la traduzione pastorale del contributo di Di Sante, sulla conversione come inizio della conquista della libertà – come atteggiamento di fede fondante da vivere nella quaresima – ci si può riferire alle seguenti piste.
Per la riflessione catechistica in gruppo (come fondamento di mentalità di fede)
* Conversione significa uscire dalla situazione in cui uno si trova. Che cosa significa concretamente per ciascuno di noi, sia sul piano individuale che su quello sociale? Rispetto al ruolo specifico che ciascuno svolge... che cosa comporta?
* Quando si parla di fede come liberazione dell’uomo, come viene compresa? Il credente non deve evitare due pericoli, e cioè confrontare questa liberazione con acquisizioni politiche e sociali, e identificarla con il semplice sforzo interiore di purificazione individuale?
* Non ci può essere liberazione politica senza conversione interna; non ci può essere vera conversione se essa non si riflette nel nostro modo di operare nel mondo. Perché?
* Spesso il cristiano è vittima del complesso di inferiorità: la legge morale gli impedisce di essere come gli altri (ad esempio la pillola, il divorzio...). Che cosa c’è di vero e che cosa c’è di falso in questo modo di pensare?
* È il fatto giuridico di essere cristiano che crea l’obbligo morale, eppure è la fede in Cristo che aiuta a scoprire l’esigenza oggettiva della natura umana?
* Legge e libertà sono in antitesi o in completamento? Che cosa si intende esattamente per libertà? In che modo la legge può essere al servizio della libertà?
* Anche il cristiano corre il rischio di cosificare la legge. In che senso ci può essere una osservanza spirituale della legge? Che cosa vuol dire che la legge rende liberi? In che modo l’osservanza materiale della legge si oppone allo spirito cristiano?
* Anche il cristiano è esposto al rischio di fare della propria libertà un idolo e di volersi porre come padrone sull’avvenire del mondo e degli uomini; di compiacersi farisaicamente della propria osservanza della legge, della propria eticità così da ergersi talora a giudice implacabile e intollerante nei confronti degli altri. Che ne dici di questi atteggiamenti da cui convertirsi?
* Il cammino quaresimale ci mette davanti alla coscienza il fatto delle tentazioni. La tentazione delle cose (possesso sfrenato, lusso, comodità). Quante cose mi aiutano ad essere veramente libero? La tentazione del sesso (il problema dell’amore vissuto in modo distorto). Il criterio per discernere è: quanto mi impedisce o mi aiuta nella mia capacità di vero amore secondo il mio stato di vita? La tentazione dell’immaturità (il non voler scegliere, il lasciarsi scegliere. Resta infantile chi vuole tutto e subito, chi non accetta la fatica della conquista). La tentazione dell’ateismo pratico (il rifiuto pratico di Dio nel disinteressarsi di lui). Scegliere non comporta il volersi confrontare attivamente con la Parola di Dio?
Per la celebrazione liturgica
La quaresima ci porta ad essere più coscienti dei riti liturgici che preparano alla Pasqua di risurrezione di Gesù. Questa coscienza va inculcata attraverso una specifica partecipazione.
* Il rito delle ceneri costituisce già di per sé l’atto penitenziale della liturgia che richiama la conversione ed esige un profondo clima di raccoglimento e di preghiera. La processione per l’imposizione delle ceneri potrà essere accompagnata da canti penitenziali; la preghiera dei fedeli dovrà farsi carico dei profondi bisogni di salvezza e di cambiamento.
* Sarà opportuno predisporre una liturgia penitenziale che prepari al perdono e alla riconciliazione, attraverso la «celebrazione comunitaria» del sacramento della Penitenza. Tale celebrazione richiede una risposta che si può identificare in tre penitenze comunitarie: invitare a meditare sulle letture del giorno durante la settimana (che comporta la partecipazione alla messa feriale o la scelta di un incontro supplementare di gruppo); sostenere una iniziativa di carità (attraverso l’impegno di un servizio o del volontariato); rinunciare volontariamente ad un pranzo o una cena (per versare l’equivalente in un’opera di carità concordata insieme).
Per la testimonianza nella vita quotidiana
Già come «penitenza» nella celebrazione del sacramento del perdono è stata indicata qualche iniziativa concreta che si pone come segno di un cammino di conversione durante la quaresima. Certamente in ogni comunità cristiana, in questo tempo privilegiato, si richiedono degli impegni di fraternità e di solidarietà.
* Si tratta di iniziative «di carità vissuta», che vanno annunciate con il dovuto risalto e per cui va precisato il tempo e la modalità di esecuzione... con l’invito a scelte responsabili.
* Può essere interessante impegnare nella scoperta delle molteplici attività che la carità diocesana e la caritas parrocchiale mettono in cantiere, per facilitare ai credenti una concreta testimonianza di carità. Una volta descritte le varie iniziative, si dovranno caldamente invitare i giovani ad impegnarsi in qualche realizzazione che può essere personale o di gruppo.