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    Gli adolescenti

    X Rapporto Eurispes -Telefono Azzurro 


    Le aspettative per il futuro.
    Secondo il 96,1% degli adolescenti, tra i 12 e i 19 anni, i genitori desiderano che i propri figli trovino un lavoro che piaccia loro e il 95,9% pensa che i genitori si augurano che trovino un lavoro stabile. L’84,6% ritiene che i genitori sognino una laurea nel futuro dei propri figli. Nell’opinione dei ragazzi non è importante, per i propri genitori, che nel percorso professionale i loro figli decidano di seguire le orme di famiglia (92,5%). Rispetto ai “traguardi” nella vita privata l’88,7% dei ragazzi pensa che i genitori vogliano che i figli si sposino e il 90,8% che i loro genitori desiderino diventare nonni.

    Ma che cosa desiderano invece i ragazzi per il loro futuro? Il desiderio più grande è quello di trovare un lavoro soddisfacente (96,6%) e stabile (94%). Solo il 54,9% esprime il desiderio di laurearsi, e vi è una buona percentuale di indecisi, al riguardo (28,6%). La maggior parte non desidera fare la stessa professione dei genitori (79,9%) e il 13,6% dichiara di non saperlo ancora. Sposarsi rappresenta un traguardo importante per il 68,7% dei ragazzi italiani, il 22,4% dichiara di non aver ancora deciso e il 71,9% desidera avere dei figli, contro il 21,2% degli indecisi e il 4,6% che sono sicuri di valerne.

    Una strada in salita. Il 33,6% degli adolescenti ritiene “molto difficile” laurearsi e il 58,7% pensa che lo sia “abbastanza”. Solo il 6,3% ritiene sia “poco difficile” e un esiguo 0,9% che non lo sia “per niente”. Il 49,4% dei ragazzi pensa che sia “molto difficile” trovare un lavoro stabile e il 44,1% che lo sia “abbastanza”. Allo stesso modo, il 44,1% dei ragazzi ritiene che sia “abbastanza difficile” trovare un lavoro soddisfacente, e il 42,9% pensa invece che sia “molto difficile”.

    Per il 39,3% dei ragazzi è “poco difficile” riuscire a fare la stessa professione svolta dai loro genitori, per il 30,3% lo è “abbastanza”, mentre non è “per niente” difficile per il 21,2%. Arrivare al matrimonio è “abbastanza difficile” per il 40,8% degli adolescenti, ma il 35,8% pensa che sia “poco difficile” e il 12,6% che non lo sia “per niente”. Il 37,8% dei ragazzi pensa invece che sia “poco difficile” avere dei figli, il 33,9% che lo sia “abbastanza”, il 17,6% che non lo sia “per niente” e solo il 9,9% immagina sia “molto difficile”.

    Indipendenti, prima di tutto. Il desiderio più grande, tra i giovani, è quello di soddisfare il bisogno di indipendenza, tanto che il 63% di loro ha dichiarato di voler andare a vivere per conto proprio, una volta terminato il ciclo di studi o aver trovato un lavoro. Il 30,7% ha invece risposto di voler continuare a vivere con i propri genitori fino al momento in cui riusciranno a formarsi una famiglia propria e solo il 2,4% pensa di voler rimanere in famiglia il più a lungo possibile.

    Senza idoli o fan di se stessi?Per la maggior parte (38,8%) gli adolescenti dichiarano di non voler assomigliare a nessuno in particolare. Tuttavia, tra i personaggi proposti, l’8,4% vorrebbe assomigliare a Barack Obama, il 5,3% a Valentino Rossi, il 4,9% a Belen Rodriguez, il 3,8% alla scrittrice K.K.Rowling, il 3,7% a Luciana Littizzetto, il 3,4% a Paris Hilton, il 3,2% al premio Nobel Rita Levi Montalcini; il 3% vorrebbe assomigliare allo showman Fiorello; il 2% a Fabrizio Corona e solo l’1,9% a Roberto Saviano. Nella voce “altro” (19,4%) i ragazzi hanno specificato a chi vorrebbero assomigliare da grandi: tra le varie risposte il 15,3% è rappresentato da “me stesso”, mentre nell’indicare personaggi noti il maggior numero delle preferenze è andato a Michelle Hunziker, Miley Cyrus, Beyoncè e Alessandra Amoruso, Cristiano Ronaldo e Alessandro Del Piero.

    Il 41,9% delle adolescenti dichiara di non voler assomigliare a nessuno, a fronte del 32,4% dei maschi che rispondono nella stessa maniera. Valentino Rossi (13,6%) e Barack Obama (9,8%) sono i personaggi che riscuotono il maggior numero di consensi tra i ragazzi. Tra le ragazze è proprio Obama il personaggio che rappresenta un modello ideale di riferimento (7,8%), seguito dalla showgirl Belen Rodriguez (6,6%).

    Abitudini e norma: civili…ma non troppo. Il 78,2% dei ragazzi non ha l’abitudine di prendere i mezzi pubblici senza aver comperato e obliterato il biglietto. D’altra parte, solo il 64,6% utilizza le cinture di sicurezza in macchina. L’uso del casco quando si va in motorino è pressoché diffuso (88,9%). L’82,8% non ha l’abitudine di comprare merce contraffatta, eppure scaricare illegalmente musica, giochi e film da siti Internet è un’abitudine per il 59,4%. Il 65,3% dei giovani non getta carta e rifiuti fuori dagli appositi contenitori, ma rimane un 33,4% che dichiara, invece, di farlo. I cosiddetti “writers rappresentano solo l’11,5%, mentre l’86,8% non è solito avere comportamenti di questo tipo.

    Giovani e già disincantanti. I ragazzi italiani rivelano una certa disillusione riguardo alla necessità di osservare la legge, alla convinzione che le Istituzioni e le Forze dell’ordine siano al servizio dei cittadini, alla possibilità di riuscire a sconfiggere le organizzazioni criminali e all’equità della legge. Il 37,6% è “molto d’accordo” sul fatto che la legge vada rispettata sempre e comunque; la maggior parte dei ragazzi si dice, invece, “abbastanza” (49,6%) o “poco” d’accordo (10,5%). Solo il 10,4% si dichiara “molto d’accordo” sul fatto che lo Stato italiano tuteli i cittadini, il 36,9% dice di essere “abbastanza d’accordo” e ben il 40,3% “poco d’accordo”, seguito da quanti non lo sono “per niente” (11,4%).

    La certezza di una possibile vittoria della lotta alla criminalità organizzata non è molto condivisa (18,4%), anche se il 36,1% dei giovani ritiene che sia una cosa “abbastanza” possibile. Ha poca speranza che questo avvenga il 34,5% dei ragazzi e non ne ha alcuna il 9,8%. L’8,3% degli adolescenti crede fermamente nel fatto che le Forze dell’ordine tutelino i cittadini, il 42% ci crede “abbastanza” e il 40,1% ci crede, invece, “poco”, mentre l’8,6% “per niente”. Per quanto riguarda l’idea che i ragazzi hanno della mafia e l’ipotesi per cui anch’essa abbia un “codice morale” in base al quale agisce, ben il 41,7% non condivide “per niente” questa opinione, il 21% la condivide “poco”, il 22,4% “abbastanza”, mentre il 12,5% si trova “molto d’accordo” sul punto. Meno della metà dei ragazzi italiani crede pienamente che la legge sia uguale per tutti (40,3%), ben il 22,6% non ci crede “per niente”, il 19,3% ci crede “poco” e il 17,3% “abbastanza”.

    I rischi dell’adolescenza. Per i ragazzi tra i problemi che possono interessare l’età adolescenziale, i più gravi sono l’alcolismo e il consumo di droga, fenomeni ritenuti “molto diffusi”, rispettivamente, per il 50,1% e il 44,3% e “abbastanza diffusi”, rispettivamente per il 38,9% e il 42,3%. Il bullismo secondo gli adolescenti è “molto diffuso” nel 33,9% dei casi e “abbastanza” nel 54% dei casi. Lo stesso si può dire per la criminalità che viene considerata “molto diffusa” presso i giovani dal 29,4% e “abbastanza diffusa” dal 46%. Il problema del razzismo viene considerato “molto diffuso” dal 29,4% degli intervistati e “abbastanza diffuso” dal 44,1%. Le violenze in famiglia vengono considerate “abbastanza diffuse” nel 44,1% dei casi, “poco diffuse” nel 38,2% dei casi e “molto diffuse” nell’11,2% dei casi. La quasi totalità dei ragazzi (93,4%) dichiara di non avere l’abitudine di uscire portando con sé un coltello o altri oggetti con cui attaccare o difendersi, eppure il 37,9% conosce almeno una persona che ha l’abitudine di farlo. Il 6,1% ha dichiarato di conoscere addirittura più di una persona.

    Adolescenti e bullismo. Nell’ultimo anno, il 19,8% dei ragazzi ammette di essere stato vittima in più occasioni di provocazioni e prese in giro, il 18,9% è stato oggetto di offese immotivate. Al 12,6% sono stati sottratti cibo o oggetti (8,5%) e denaro (4,1%), mentre l’8,7% ha visto i propri beni danneggiati. Il 6,5% è stato escluso o isolato dal gruppo con continuità, mentre complessivamente il 7,4% è stato vittima di minacce (5%) e percosse (2,4%). L’atto di bullismo più diffuso è la diffusione di informazioni false o cattive sul conto della vittima (27,9%). La diffusione di informazioni false o cattive sul proprio contro riguarda il 33,3% dei ragazzi tra i 12 e 15 anni, a fronte del 24,3% dei più grandi. Una differenza percentuale simile (+10,1%) si riscontra per quanto concerne le offese immotivate ripetute, cui sono oggetto il 25% di chi ha tra i 12 e i 15 anni e il 14,9% di chi è tra i 16 e i 19. Provocazioni e prese in giro continue colpiscono il 24,7% dei primi e il 16,6% dei secondi.

    Un quarto dei ragazzi ritiene che i bulli siano “ansiosi/insicuri” (25,6%), mentre il 18%, al contrario, li considera “sicuri di sé”. Il 12,5% crede siano “impulsivi” e il 10,3% “fisicamente forti”. Per l’11,2% i “prevaricatori” si trovano tra quelli che “vanno male a scuola”, e per il 3,4% sono quelli isolati all’interno della classe. Il 10% non sa individuare una caratteristica principale e l’8,7% indica l’opzione “altro”, facendola coincidere prevalentemente con la presenza di problemi personali o familiari.

    Le vittime. Sono i ragazzi in età compresa tra i 12 e i 15 anni ad essere vittima in percentuale maggiore di episodi di bullismo: nel 22,9% dei casi di un coetaneo (il 13% di un ragazzo e il 9,9% di una ragazza), a fronte del 15,7% (il 9,3% di un maschio e il 6,4% di una femmina) di quelli compresi tra i 16 e i 19 anni. Una tendenza simile si riscontra tra chi è vittima di un/a ragazzo/a più grande (complessivamente il 9,2% e 5,3%), contrariamente a quanto avviene con la percentuale di chi è invece oggetto delle “attenzioni” di gruppi di femmine. In questo caso i più grandi sono il 4% rispetto al 2% dei più piccoli. Complessivamente i 16-19enni di non essere vittime di questi comportamenti sono il 67,4%, a fronte del 56,3% di chi ha tra i 12 e i 15 anni.

    L’atteggiamento più diffuso è quello di dire al bullo di smetterla (22%), seguito da chi non reagisce (19,8%). Il 22,6% chiede aiuto ad altri: il 9,2% si rivolge a un genitore, il 7,5% a un compagno e il 5,9% a un insegnante o al dirigente scolastico. Reagisce invece in modo violento il 16,9% dei giovani: il 12,8% dichiara di essere venuto alle mani e il 4,1% di essersi messo a fare il bullo a sua volta, a scapito, probabilmente, di altri compagni. Il 2,6%, infine, ha reagito fuggendo, l’1,6% mettendosi a piangere.

    Il bullo se la prende soprattutto con chi non sa difendersi (63,6%), con chi è di nazionalità straniera (8,2%), con chi ha un difetto fisico (5%), con chi va molto bene a scuola (4,4%), ma anche con chi non veste alla moda (1,8%). Molti ragazzi, infine, non hanno saputo individuare una caratteristica prevalente per le vittime (8,2%) o ne indicano altre (8,2%) che in gran parte sono riconducibili alla categoria di chi non sa difendersi perché più debole.

    Prevaricazione: le conseguenze psicologiche. Un terzo degli adolescenti (33,9%) ha provato rabbia dopo aver subito un atto di bullismo, mentre poco più di un quarto (26,3%) si è sentito solo. Il 22,1% ha invece perso stima di sé, seguito dal 22% che ha iniziato a provare stati di ansia. Infine, il 21,3% ha perso la voglia di andare a scuola e il 17,8% ha cominciato a sentirsi depresso.

    Ma non ci sono solo vittime dirette: il 42,1% degli adolescenti ha assistito ad episodi avvenuti della propria scuola, a fronte del 57,1% che non vi ha assistito. Quasi la metà degli “spettatori” avversa simili azioni e, trovandovisi di fronte, prova rabbia (36%) e disapprovazione (13,5%). Molti invece reagiscono in modo “passivo”, provando pena per la vittima (24,1%) e paura (7%), altri addirittura restano indifferenti (7,2%).

    Ma quali sono, secondo i ragazzi, le reazioni dei loro coetanei? Un preoccupante 21,1% pensa che i compagni a scuola si divertono assistendo alla prevaricazione messa in atto dal bullo, il 20,3% che disapprovano senza intervenire e il 19,5% che rimangono indifferenti. I comportamenti più diffusi, quindi, sembrano essere quelli da bullo “gregario” e da spettatore “passivo”, mentre solo il 10,3% riferisce di compagni che aiutano la vittima e il 4,2% di compagni che chiedono l’intervento di un adulto. Non mancano comunque atteggiamenti timorosi, quali lo spavento (7,4%) e l’allontanarsi per non essere presi di mira (9,9%).

    Fermare il bullismo. Ma come? Il 26,9% dei ragazzi pensa che la strategia migliore per fermare il bullo sia “agire in gruppo sostenendo la vittima”. Il 22,2% ritiene invece si debba punire il bullo, a fronte del 12,5% che ritiene prioritario instaurare un dialogo per convincerlo a non ripetere il suo gesto. Il 13,2% ravvede la necessità dell’intervento di un adulto, mentre l’8,5% inviterebbe la vittima a reagire. L’11%, infine, non sa indicare uno dei provvedimenti proposti come risolutivi.

    Il cyberbullismo. Il 3,2% degli ragazzi ha inviato o diffuso messaggi offensivi e minacciosi tramite supporto tecnologico (l’1,2% spesso, e il 2% qualche volta); il 4% ha utilizzato il cellulare o Internet per divulgare informazioni false sul conto di un’altra persona (lo 0,6% di frequente e il 3,4% di tanto in tanto); e, infine, il 7,5% ha intenzionalmente escluso qualcuno da gruppi on line (il 2,3% spesso, il 5,2% qualche volta). I cyber bulli sarebbero quindi pochi anche se non è da trascurare la percentuale di quanti, seppur “raramente”, ammettono di inviare materiale offensivo o minaccioso (5,7%), di diffondere informazioni false su altri (10,7%)e di escludere qualcuno da gruppi online (9%). Lo strumento privilegiato dal cyberbullo è il cellulare (46,1%), seguito dalla chat (24,3%). Il 6,1% sceglie l’instant messaging, mentre il 5,2% preferisce i blogs, il 4,6% le e-mail, il 4,1% i giochi di ruolo on line e, infine, il 3,8% il forum. Per quanto riguarda le vittime di cyberbullismo, il 5,6% ha ricevuto messaggi, foto o video offensivi o minacciosi spesso (1,3%) o qualche volta (4,3%) e il 4,8% ne ha ricevuti seppur raramente. Percentuali maggiori di ragazzi, invece, dicono di aver trovato informazioni false sul proprio conto: al 2,3% è capitato di frequente, al 10,3% di tanto in tanto e al 14,3% occasionalmente. L’1,2%, infine, è stato spesso escluso intenzionalmente da gruppi on line, sorte condivisa con l’1,5% che l’ha subìta qualche volta e con il 2,5% cui è successo di rado. Prendendo in considerazione gli episodi di cyberbullismo segnalati dai ragazzi (21,3%) emerge che nel 6% dei casi a prendere di mira usando le nuove tecnologie sono persone poco conosciute dalla vittima o di cui si ignora l’identità (5,8%). Il 4,1% ammette che a compiere prepotenze nei suoi confronti è stato un amico o un compagno di scuola (3,2%).

    Infine, le vittime bullismo e cyberbullismo rivelano l’accaduto soprattutto ai coetanei (29,2%). Molti comunque preferiscono la protezione dei genitori (20,1%) o dei fratelli (6,7%), solo il 2,7% degli insegnanti. Il 22,3% invece non ne fa parola con nessuno.

    L’uso dei nuovi media. L’apparecchiatura maggiormente diffusa tra gli adolescenti rimane la televisione (solo il 3,1% non la guarda mai). Al secondo ed al terzo posto, a breve distanza, si posizionano però il pc (non lo usa il 6,5%) ed il cellulare (non lo usa il 6,8%). Anche Internet è largamente diffuso (non lo usa il 10,6%), seguito dal lettore Mp3 (ne fa a meno il 19,8%). Il dvd e la playstation/PSP non è utilizzato dal 42,7% e dal 68,9% dei ragazzi.

    I tempi di utilizzo fanno registrare il primato del telefonino: il 39,8% lo usa per oltre 4 ore al giorno e complessivamente il 25,5% da 1 a 2 ore (12,8%) e da 2 a 4 ore (12,7%). Segue Internet: 42,9% di forti consumatori (19,7% più di 4 ore; 23,2% 2-4 ore) e 27,8% di consumatori medi (1-2 ore). Al terzo posto il pc (17,6% più di 4 ore; 24,1% 2-4 ore; 31,8% 1-2 ore). Le ragazze usano più a lungo il cellulare (il 45% più di 4 ore al giorno, contro il 28,8% dei ragazzi), e l’Mp3 (9,2% vs 1,1%), mentre nell’80% dei casi non giocano mai alla playstation (vs 46%).

    I programmi preferiti. Il programma preferito è il cartoon americano “politicamente scorretto” I Simpson (18,1%). Grande successo riscuotono anche Amici (12,6%) I Cesaroni (12,4%). Seguono Zelig (6,5%), Le iene (6%), Uomini e donne (5,7%) e Striscia la notizia (5%). Sorprende invece il contenuto riscontro ottenuto dal Grande Fratello (2,6%) e da X-factor (3,7%).

    Che cosa non piace della Tv?...Ben poco. Sono le persone che parlano di fatti intimi e privati nei programmi Tv l’aspetto più disturbante delle trasmissioni televisive secondo gli adolescenti (51,3%), a seguire i litigi nei programmi (46%) e le immagini di guerra e/o morte nei telegiornali (46%). Il 44,5% non sopporta la volgarità e le parolacce in Tv. Pochi sono infastiditi da scene di violenza in film/telefilm (29,2%) e da scene di sesso e/o nudo in film/telefilm (26,9%). I 12-15 anni risultano turbati dai contenuti televisivi più spesso rispetto a quelli più grandi. Ciò avviene soprattutto per le scene di sesso e/o nudo (37,3% vs 20%), ma anche per le scene di violenza in film/telefilm (33,8% vs 26,2%) e le immagini di guerra e/o morte nei telegiornali (50,8% vs 42,9%).

    Fra tutte le immagini e le notizie, spesso tragiche, inquietanti e sconvolgenti, trasmesse dai telegiornali, quel che i ragazzi riferiscono di trovare più fastidioso in assoluto sono i politici, citati nel 18,3% dei casi. Seguono, nella stessa percentuale, le immagini di violenza e le immagini di bambini che soffrono (12,6%), ma anche i personaggi famosi (8,8%) e le immagini di guerra (8,5%). Colpiscono anche le immagini di persone povere (7,3%), quelle volgari che si riferiscono al sesso o dei paesi colpiti da disastri naturali (entrambe 7%) e quelle di incidenti stradali (6,4%). I più giovani si dicono più turbati nel vedere bambini che soffrono (15% vs 11%), mentre con la crescita nei ragazzi aumenta l’insofferenza nei confronti dei politici (19,6% vs 16,3%).

    Il pc soprattutto per scrivere e cercare informazioni on line. Tutte le competenze relative all’utilizzo del computer risultano largamente diffuse tra gli adolescenti: al primo posto la scrittura di testi sul Pc (98%), seguita dalla ricerca di informazioni su Internet (97,5%), giocare (97,2%) e stampare (96,9%). Il 90,5% dei ragazzi sa anche trasferire foto dalla macchina digitale al Pc e l’88,9% sa inviare e-mail.

    Ormai quasi 9 adolescenti su 10 utilizzano Internet, i dati indicano una diffusione molto eterogenea delle diverse applicazioni della Rete fra i ragazzi. La ricerca di informazioni è la forma più comune di utilizzo di Internet (93,4%).

    Estremamente diffuse risultano anche l’abitudine di guardare filmati su You Tube (85,8%) e quella di cercare materiale per lo studio (83,2%), seguite da quella di comunicare via chat (79,9%) e di scaricare musica/film/giochi/video (76,1%). La maggioranza degli adolescenti comunica tramite posta elettronica (58,3%). Il 46,8 legge un Blog, il 45,5% gioca con videogiochi on line. Ancora in pochi leggono e scrivono su un forum di loro interesse (24,9%), partecipano a giochi di ruolo (21,4%) e fanno acquisti on line (20,9%).

    Situazioni di rischio in Rete. A quasi la metà degli adolescenti (47%) è capitato che qualcuno in Rete chiedesse loro nome, cognome e indirizzo. Il 41,4% è entrato in un sito dove c’era scritto “accesso vietato ai minorenni”. Il 39,8% si è sentito chiedere almeno una volta un incontro dal vivo da uno sconosciuto in Rete. Il 29,9% si è invece accorto di comunicare con una persona che fingeva di essere un’altra; il 24,9% ha visto immagini che lo hanno messo a disagio o turbato, il 20,7% ha ricevuto messaggi volgari o offensivi. Sono invece pochi i ragazzi entrati in siti a pagamento (8,7%).

    La netta maggioranza dei ragazzi manifesta un atteggiamento di chiusura nei confronti di chi li infastidisce in Rete: nel 31,6% dei casi se questa persona li cerca ancora non le rispondono; il 24,7% dei ragazzi dicono al molestatore che non deve più dar loro fastidio; il 24,1% per troncare ogni contatto con questa persona evita la chat/ forum/ sito dove l’ha incontrata. Solo una minoranza esprime un atteggiamento meno accorto: il 4,3% pensa che non gli possa succedere niente, l’1,7% è incuriosito e continua a comunicare.

    Il 26,1% dei ragazzi ritiene che le storie d’amore nate su Internet siano rischiose perché si possono fare brutti incontri. Il 25,3% pensa che il modo più naturale di innamorarsi è conoscersi di persona; il 23% sottolinea che la conoscenza on line può essere ingannevole. Solo una minoranza di adolescenti pensa che Internet sia un modo come un altro per conoscersi e innamorarsi (13%), che permetta di conoscersi in modo più profondo dialogando senza essere influenzati dall’aspetto fisico (4%) o che permetta di conoscere con facilità un numero maggiore di persone tra cui scegliere (2%).

    Mai senza cellulare. Solo l’1,7% degli adolescenti non possiede un cellulare tutto suo, nel 2008 erano il 3,8%. Nel complesso 97,7% ha un modello base (59,5%), un telefonino Umts (13,8%), un video-telefonino (10,3%), un telefonino smart-phone (2,6%) o possiede più di un tipo di telefonino (11,5%, 1 un ragazzo su 10). Fra i ragazzi sono lievemente più numerosi che fra le ragazze i possessori di un telefonino smart-phone (4,7% contro 1,6%) e di un video-telefonino (11,8% contro 9,6%), mentre fra le ragazze è più alta la percentuale di chi ha più di un tipo di telefonino (12,3% contro 9,8%).

    La quasi totalità degli adolescenti usa il telefonino per inviare/ricevere sms (97,5%), chiamare/essere chiamati dagli amici (95,9%), chiamare/essere chiamati dai genitori (94,6%). Ben il 90,4% usa il cellulare anche per fare fotografie, mentre un cospicuo 86,1% fa e riceve squilli e l’81% gira filmati col cellulare. La maggioranza dei ragazzi invia e riceve mms (65%). Si riduce al 46% la quota dei giovanissimi che giocano con il cellulare, mentre rimangono una minoranza quelli che lo usano per navigare in Internet (20,7%) e sono ancor meno quelli che scaricano loghi e suonerie (8,9%) o guardano programmi televisivi/film (6,1%). Rispetto al 2008 è cresciuta notevolmente la percentuale di ragazzi che navigano in Rete col telefonino (dall’8,2% al 20,7%).

    Social network. Il 71,1% degli adolescenti intervistati possiede un profilo su Facebook. Percentuali di gran lunga più ridotte di giovani utenti della Rete si radunano attorno a My Space (17,1%) e Habbo (10,4%). La realtà parallela che è possibile vivere in Second Life affascina solo il 2,6% dei ragazzi e il 2,5% fa parte di coloro che amano “cinguettare” su Twitter.

    Fare comunità…a distanza. Il 28,7% degli adolescenti ritiene che i social network siano utili strumenti per rimanere in contatto con gli amici di sempre e con quelli che si trovano lontano o non si frequentano da molto tempo (23,6%). Fare nuove conoscenze rappresenta il motivo principale per cui il 14,9% dei ragazzi ha deciso di affacciarsi al mondo delle reti sociali sul web. Alcuni social dispongono di particolari applicazioni (giochi, gruppi, test) che rappresentano, per il 10,4% dei ragazzi una possibile alternativa per riempire il tempo libero. Ridotta, invece, appare la parte di campione che sfrutta questi mezzi di comunicazione per rintracciare notizie su eventi o argomenti di proprio interesse (2,8%). Le opinioni negative sull’argomento coinvolgono solo il 13% degli adolescenti che, nell’8% dei casi, considerano i social solo una perdita di tempo e, per il 5%, sono convinti che usarli possa mettere a rischio la riservatezza personale.

    Il 30,8% dei ragazzi fuma, ma la maggior parte di loro si dichiara non fumatore (69,8%). Ad avere questa abitudine sono prevalentemente le ragazze (31,6%), parallelamente, i ragazzi tendono ad evitare tale comportamento (70,8%). Al Nord-Est è più facile che i ragazzi accendano una sigaretta (42,7%), ma si riscontrano percentuali abbastanza consistenti anche nelle Isole (39,5%) e nel Centro (32%). Al crescere dell’età dei ragazzi aumenta anche la propensione a fumare: lo fa il 39,3% dei 16-19enni, contro il 17,9% dei più piccoli.

    La maggior parte del campione, il 40%, fuma una sigaretta ogni tanto. Inoltre, esiste un’elevata percentuale di ragazzi che ammette di fumare meno di dieci sigarette al giorno (31,9%). Inferiore appare la percentuale di coloro che hanno l’abitudine di fumare tra le dieci e le 15 sigarette nell’arco di una giornata (16,8%). I valori continuano a scendere ulteriormente man mano che aumenta la quantità nicotina assunta: appena il 6,9% consuma quasi un pacchetto al giorno e solo il 2,6% si spinge oltre tale livello. Moltissimi (67,4%) hanno acceso la prima sigaretta spinti dalla curiosità di provare la sensazione di aspirarne una boccata. Gli altri perché il gesto di tenere tra le dita la sigaretta dava loro la sensazione di essere più grandi (10,9%), per emulazione degli atteggiamenti osservati in famiglia (7,8%) o nel gruppo dei pari (3,8%). Nel 6,6% dei casi, poi, i ragazzi affermano che hanno assunto l’abitudine di fumare perché è un gesto che rilassa e ammazza la noia (1,4%).

    Non solo sigarette… Il 20,8% dei ragazzi ha ammesso di aver fumato cannabis o marijuana, contro un’ampia fascia di ragazzi che non ha mai avuto esperienze di questo tipo (79,2%). In particolare, il 25,7% dei ragazzi ha fatto uso di marijuana o hashish contro il 18,5 delle coetanee del sesso opposto.

    La maggior parte (46,2%) dei ragazzi che hanno ammesso di fumare canne potrebbe essere definito un fumatore occasionale, dal momento che dichiara di consumare marijuana circa una o due volte l’anno. A tale percentuale si affianca quella di coloro che lo fanno una volta al mese (21,7%). Più assiduo nel consumo di cannabis è il 12,2% dei ragazzi che afferma di fumarne una a settimana. Gli abitué del consumo di cannabis sono il 10,8% e ne fanno uso più volte al giorno. Scende, invece, la percentuale di coloro che fumano canne una volta al giorno (4,2%).

    L’abitudine all’uso di sostanze stupefacenti appare maggiormente evidente nei ragazzi che hanno un’età compresa tra i 12 e i 15 anni. Nel complesso (42,8% dei casi), infatti, essi dichiarano di fumare canne con una frequenza che varia da una volta a settimana (14,3%) a una (6,1%) o più volte al giorno (22,4%).

    Secondo le opinioni raccolte, non esiste un luogo in particolare dove più frequentemente i ragazzi si ritrovano per fumare canne. Il 40,6%, infatti, dice di consumarle ovunque gli capiti. Per il 20,3%, invece, il luogo migliore è la strada o i giardini pubblici. Una percentuale pari al 18,9%, poi, lo fa spesso in casa di amici. Altri luoghi, come la discoteca (5,6%) o la scuola (4,5%), non sono considerati dagli adolescenti il posto migliore per “rilassarsi” aspirando un po’ di marijuana o di hashish. L’1% lo fa tranquillamente in casa propria.

    Per approfondire ulteriormente il discorso sulla diffusione delle droghe leggere, è sembrato opportuno chiedere pione di esprimere un’opinione personale sull’argomento. La maggior parte degli adolescenti (36%) non è attratto da questo tipo di esperienza che, nel 27,3% dei casi, viene considerata un comportamento sbagliato e pericoloso. Non manca comunque chi ritiene che fumare canne senza esagerare non procuri alcun danno (19,7%) e chi sostiene

    I ragazzi ad ogni modo hanno una buona conoscenza riguardo alle conseguenze che l’uso di cannabis può comportare: l’84,5% afferma che uno dei rischi più probabili è rappresentato dai danni neurologici, l’83,4 che canne possa compromettere la capacità di mantenere alta l’attenzione mentre si guida, l’81,8% ritiene che ci siano effetti dannosi sulla capacità della memoria e di concentrazione (81,6%).

    Buona parte dei ragazzi, inoltre, ritiene che le canne possano essere considerate a tutti gli effetti delle sostanze psicotrope che producono dipendenza (74,7%) e siano capaci di rendere il carattere più irritabile (66,2%). Su valori percentuali tendenzialmente più contenuti si trova l’opinione di coloro che ritengono che fumare canne aiuti a rilassarsi (37,4%) e alleggerisca lo stress di situazioni complicate (28,4%). Il 28% è dell’idea che fare uso di cannabis conferisca a chi adotta tale pratica un atteggiamento “da grande” e che, in alcuni casi, rappresenti un modo per socializzare all’interno del gruppo dei pari (18,8%).

    Quali sono gli hobby preferiti dagli adolescenti di oggi? I ragazzi amano dedicarsi all’ascolto della musica (87%, di cui abbastanza 39,7% e molto 47,3%) e passano il proprio tempo libero davanti allo schermo di un pc: chattare, aggiornare il proprio profilo su Facebook e scaricare contenuti digitali, sono solo alcune delle innumerevoli opportunità messe a disposizione oggi dalla Rete Internet (77,9%, di cui abbastanza 42,2% e molto 35,7%). Preferisce la Tv,il 66,5% (di cui abbastanza 45,8% e molto 20,7%), mentre adorano il movimento il 56,9% (di cui abbastanza 28,2% e molto 28,7%) degli adolescenti, che occupano il proprio tempo libero praticando sport. Al contrario, sono poco inclini a trasferire su un foglio le loro riflessioni o emozioni: non scrivono poesie/racconti e non affidano i propri segreti ad un diario rispettivamente il 90,8% (per niente 78,3% e poco 12,5%) e l’86,8% (per niente 66,9% e poco 19,9%) dei giovani. Sono “per niente” 71,8% o “poco” 16,3% propensi a dedicare agli altri il proprio tempo libero svolgendo attività di volontariato e sono, inoltre, restii alla lettura di fumetti (87,5%, di cui per niente 66,3% e poco 21,2%) e di libri (59,8%, di cui per niente 29,4% e poco 30,4%). Anche l’arte è un hobby poco diffuso: l’86,2% (per niente 59,6% e poco 26,6%) non disegna o dipinge e l’84,1% non suona uno strumento musicale (per niente 66,5% e poco 17,6%). Infine, preferisce non consumare davanti a videogiochi le ore dedicate al divertimento e al relax il 70,8% del campione (per niente 41,6% e poco 29,2%).

    Viaggiare in mondo globalizzato e conoscere altre lingue. Ben il 57,5% degli adolescenti viaggia in un anno circa 1-2 volte. C’è, poi, un 19,4% del campione che si sposta 3-4 volte l’anno o chi, addirittura, ha la fortuna di farlo per più di 5 volte (9,3%). Solo il 12,1% non ha l’abitudine di viaggiare. Il 70,9% dei ragazzi ha avuto la possibilità di andare all’estero contro il 27,6% di coloro i quali non hanno ancora fatto questa esperienza. Gli adolescenti hanno una buona conoscenza dell’inglese (74%, di cui abbastanza 63,9% e molto 10,1%), mentre conoscono poco il francese (58,5%, di cui per niente 24,3% e poco 34,2%), lo spagnolo (78,8% di cui per niente 53,5% e poco 25,3%) e il tedesco (81,2% di cui per niente 67,% e poco 14,1%).

    Le attività svolte nel tempo libero. La passione per il cinema è comune tra i ragazzi che hanno frequentato nel corso dell’ultimo anno le sale cinematografiche per assistere alla proiezione di un film nel 66,8% dei casi (spesso 22,4% e qualche volta 44,4%). Il 39,7% di essi dichiara di aver assistito nel corso dell’ultimo anno a spettacoli sportivi.

    Abbastanza consistente è il numero di coloro i quali sono andati in discoteca spesso (16,3%), qualche volta (23,7%) o raramente (18,9%). C’è, poi, un 22,8% di giovani (spesso 2,7%% e qualche volta 20,1%) che ha impiegato una parte del proprio tempo libero nel visitare musei o mostre, mentre ha riscosso poco seguito la partecipazione ad altre attività culturali. Infatti, una quota consistente di adolescenti ammette di non aver mai assistito a concerti di musica classica (83,8%) o leggera (73,5%). Infine non è una prerogativa dei più giovani assistere a spettacoli teatrali (60%) o visitare siti archeologici di grande rilievo storico e culturale (75,2%), probabilmente perché attività giudicate poco stimolanti e interessanti.

    Il senso della religione. I dati raccolti evidenziano che nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza vi è una diminuzione percentuale nella definizione di se stessi come credenti. I credenti più piccoli (7-11 anni) sono il 79,6% mentre la percentuale dei più grandi (12-19 anni) arriva al 65,3%. Si tratta quindi di uno scarto del 14,3%.

    I non credenti sono il 15,6%. Una discreta quota (19,1%) di giovani ha risposto di non sapere se sono o non sono credenti. Il 72% dei 12-15enni dichiarano di essere credenti mentre sono il 60,9% i 16-19enni che dichiarano lo stesso. Questi ultimi si definiscono non credenti nel 19% dei casi contro il 10,1% dei più piccoli.

    La partecipazione assidua alle funzioni religiose riguarda una piccola minoranza: va tutte le settimane solamente il 14,4%. La maggior parte dei giovani frequenta i luoghi di culto “qualche volta” (49,7%). Non li frequenta mai il 35,7%.

    Il 33,1% dei ragazzi va in chiesa o nel luogo di culto per pregare o osservare il proprio credo. Il 23,2% lo frequenta perché gli piace e li fa stare bene. Più del 22% frequenta le funzioni religiose non tanto per profonda convinzione ma perché sono indotti da un comportamento più “sociale” che religioso. Rispondono infatti “per far contenti i miei genitori” il 12,7%, “perché si usa così” l’8,4%, “perché ci vanno i miei amici” l’1,5%.

    Amore, amicizia e libertà i valori più importanti. Amore/amicizia (31,7%), libertà (28,1%), onestà (11%) e rispetto degli altri (10,1%) sono i valori più importanti secondo gli adolescenti. Ma anche generosità (5%) e cultura (4,9%). Divertimento, bellezza, ricchezza e successo rappresentano complessivamente una esigua percentuale del 5,9%.

    Genitori pronti a fare sacrifici per i figli: i loro desideri prima di tutto. Dall’indagine è emerso che la volontà dei ragazzi influisce su decisioni familiari di vario genere, tanto che i genitori tendono ad assecondare i “desideri” dei loro figli. Ciò avviene, in particolare, quando si tratta di fare acquisti di tipo alimentare (68,5%: abbastanza 47,3% e molto 21,2%), ma anche quando si tratta di acquistare dispositivi tecnologici di ultima generazione (65,7%: abbastanza 49,5% e molto 16,2%). Nella maggioranza dei casi gli adulti tengono conto della volontà dei figli anche quando si tratta di scegliere il posto in cui andare in vacanza (61,8%, di cui abbastanza 43,6% e molto 18,2%) o i programmi televisivi da vedere quando si è insieme a tavola (55,1%, di cui abbastanza 37,7% e molto 17,4%). Al contrario, i genitori non sono per nulla influenzabili quando si tratta di decidere se acquistare o meno un mezzo di trasporto (52,8%, di cui per niente 16,2% e poco 36,6%).

    Quando si deve prendere una decisione importante per il futuro ci si mette a tavolino con i propri genitori e si decide insieme sul da farsi (72%). Vi è, poi, un 10,5% di ragazzi che preferisce prendere da solo una decisione importante, mentre nel 10,6% dei casi sono i genitori a scegliere della vita dei loro figli. Prendono le redini del comando il padre o la madre rispettivamente nel 3,3% e nel 2,5% dei casi.

    I genitori del terzo millennio risultano essere particolarmente permissivi e capaci di lasciare i propri figli liberi di vivere le loro esperienze: i giovani hanno la libertà di scegliere gli amici con i quali passare il proprio tempo libero e trascorrere momenti condivisi (91,6%, di cui abbastanza 27,7% e molto 63,9%). Hanno, poi, libertà di scelta sull’abbigliamento (91,1%: abbastanza 27,2% e molto 63,9%) e la possibilità di decidere autonomamente su cosa fare “da grandi” (88%: abbastanza 40,9% e molto 47,1%) o il partner con il quale avere le prime esperienze sentimentali importanti (82,1%, di cui abbastanza 29,1% e molto 53%). I genitori sono, poi, rispettosi delle idee politiche dei loro figli (77,9%, di cui abbastanza 27,1% e molto 50,8%) e lasciano anche che essi scelgano gli orari di rientro, confidando nel loro buon senso (62%, di cui abbastanza 44,4% e molto 17,6%).

    Al contrario, gli adolescenti dichiarano di avere scarsa voce in capitolo quando si tratta di prendere decisioni sulle scelte scolastiche (84,9%, di cui per niente 48,1% e poco 36,8%), Infine, la risposta è negativa quando si chiede ai genitori di andare in vacanza da soli (58,3%, di cui per niente 29,2% e poco 29,1%).

    Ma come litigano i genitori degli adolescenti? I giovani ammettono che nella maggioranza dei casi i genitori discutono con un tono di voce piuttosto elevato (55%). Il 12,6% afferma, invece, che i propri genitori sono rimasti a lungo offesi e imbronciati, creando in casa una clima teso e carico di ansia. Vi è chi dichiara di aver assistito a litigi in cui sono volate parole pesanti (4,4%) o addirittura in cui si è venuti alle mani (2%). La conversazione rimane piuttosto equilibrata, discutendo con calma e cercando di trovare insieme un compromesso nel 21,2%dei casi. Nel vedere i genitori litigare i ragazzi si sentono tristi (30%). Il 18,9% reagisce invece con l’indifferenza, mentre si è sentito inerme e arrabbiato rispettivamente il 17,8% ed il 14,2% degli adolescenti. Le urla e gli insulti hanno, invece, generato timore nel 6% degli adolescenti, ma c’è anche chi si è sentito in colpa per questa situazione (4,1%). Infine, è da rilevare un 2,8% di giovani che hanno provato solitudine.

    La Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo. Quasi la metà dei ragazzi non ha mai sentito parlare della Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo (43,3%), mentre il 55,3% ne ha sentito parlare a scuola (29,6%), in televisione o sui giornali (9,8%), in famiglia (2,1%) o in altro àmbito (13,8%).

    Il giudizio degli adolescenti sul rispetto dei principali diritti sanciti nella Convenzione Onu è, complessivamente, positivo, tranne che per ciò che concerne il diritto ad essere protetti dai maltrattamenti e il diritto a non essere trattati male per via del colore della pelle. A questi due items, rispettivamente, il 49% e il 62,7% dei ragazzi risponde “poco” o “per niente”, a fronte del 45,8% e 41,3% che indica invece “abbastanza” o “molto”. La maggior parte degli adolescenti, quindi, ritiene che il razzismo rappresenti la forma più diffusa di violazione dei diritti dell’infanzia.

    Gli adolescenti credono che i diritti maggiormente rispettati siano: il diritto alla vita (il 63,7% indica “molto” o “abbastanza” e il 31,9% “poco” o “per niente”); il diritto ad avere una famiglia (il 63,2% risponde “molto” o “abbastanza” e il 32,2% “poco” o “per niente”) e il diritto allo studio (il 61% sceglie “molto” o “abbastanza” e il 34,3% “poco” o “per niente”). I ragazzi ritengono, rispettivamente, che nel 52,1% e nel 47,2% dei casi il diritto al riposo e allo svago e il diritto al rispetto delle proprie opinioni siano “molto” o “abbastanza” rispettate, a fronte del 42,7% e 46,8% che ha invece indicato “poco” o “per niente”.

    All’aumentare dell’età cresce la convinzione, fra i ragazzi, che il rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione Onu sull’Infanzia diminuisca: quasi un terzo degli adolescenti tra i 16 e 19 anni ritiene che il diritto alla vita (31,2%), il diritto ad avere una famiglia (33,5%) e il diritto allo studio (31,2%) siano “poco” rispettati, a fronte del 21,8% , del 21,4% e del 26,5% dei ragazzi che rientrano nella classe di età di 12-15 anni che condividono la medesima opinione. Quasi la metà dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni, invece, crede che siano “poco” rispettati il diritto ad essere protetti dai maltrattamenti (42,5%), al rispetto delle proprie opinioni (43,1%) e a non essere trattati male per il colore della pelle (43,2%), a fronte del, rispettivamente, 35,6%, 32%, e 35,1% dei ragazzi tra i 12 e 15 anni che hanno espresso lo stesso parere.

     

     


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