ll dialogo

Carlo Molari

ildialogo

Vorrei completare le riflessioni di questa settimana sulla formazione della coscienza, con alcune annotazioni relative al dialogo e alle sue modalità.
Ogni uomo cresce con la convinzione che le, sue abitudini siano assolute e i suoi principi universali. Solo quando incontra persone che pensano o agiscono diversamente comincia a interrogarsi sulla verità delle proprie posizioni. L'atteggiamento istintivo, quello legato cioè alle modalità infantili, è di rifiutare ogni pensiero e stile di vita diversi dal proprio.
Poi con la crescita cominciano ad affiorare nuove esigenze e si avverte l'urgenza di prendere contatto con gli altri, di iniziare un dialogo. Ma raramente si incontrano persone capaci di farlo correttamente.
Molti infatti dialogano con l'intenzione più o meno scoperta di convincere gli altri dell'esattezza delle proprie idee e degli errori altrui. Si pensi a molte discussioni politiche, o al dialogo di molti genitori con i loro figli.
Altri all'opposto dialogano con l'atteggiamento di chi è convinto di fare una cosa inutile. Si pensi a molti giovani che giudicano gli adulti incapaci di comprendere il loro punto di vista. Se dialogano lo fanno solo per gettare in faccia agli altri le loro convinzioni assolute.
Perché il dialogo sia fruttuoso richiede che, almeno da una parte, ci sia l'atteggiamento di ascolto, di confronto e di offerta.
Ascoltare significa prendere sul serio quello che l'altro vive e dice. Dargli credito. Partire dalla presunzione che vi siano ragioni valide a favore di ciò che l'altro viene asserendo. Se si odono le parole altrui solo per cortesia, per seguire con correttezza le regole del gioco, non le si fanno scendere in profondo, non ci si lascia coinvolgere da queste parole. Si attende solo il momento per riprendere il discorso e investire gli altri con la propria verità. Confrontarsi significa valutare con rigOre le ragioni addotte dagli altri e vederne il valore insieme ai limiti e alle insufficienze. Non respingerle quindi solo perché non combaciano con i propri punti di vista.
Offrire la propria convinzione significa porgere la verità che si ritiene di aver colto, con la delicata attenzione di chi sa di maneggiare realtà molto più elevate delle parole inadeguate che usa e delle esperienze contaminate che le hanno generate.
Questi giorni sono forse per molti propizi all'esercizio del dialogo. Proviamoci ad ascoltare con maggiore attenzione, a confrontarci con criteri più rigorosi, a porgere il nostro punto di vista con tratto più delicato.
Avremo fatto un passo avanti nella difficile sapienza del dialogare.