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    Canzoni per i diritti


    Manuela Robazza

    (NPG 2003-02-53)



    Affrontare il tema dei diritti umani con gli adolescenti a partire dalle canzoni significa già osservare un loro diritto: il diritto ad esprimersi attraverso il loro linguaggio! Le canzoni qui proposte sono passate, quasi tutte recentemente, nelle classifiche nazionali, mandate dalle radio libere fino a ritrovarsi a cantarle a memoria. Forse non si possono definire “canzoni impegnate”, ma hanno il pregio di costituire il luogo d’incontro con gli adolescenti e di offrire l’occasione per parlare dell’uomo, di alcune situazioni problematiche che vive, della sua dignità e, perché no, dei suoi diritti!

    Tra le canzoni di Roberto Vecchioni “Sogna ragazzo sogna” può essere una sorta di introduzione generale al tema dei diritti. Nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita. E la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere; la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare; la vita è così grande che “quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”. Le ultime parole tra virgolette sono tratte dal famoso brano “Vita” di Nazim Hikmet. La canzone è stata collegata alla commemorazione di Falcone e Borsellino: due magistrati che si batterono per i diritti dell’uomo come pochi altri! Per commemorare Paolo Borsellino è stato piantato un ulivo. Quando morì lasciò sulla scrivania una lettera cui mancava solo la finale. Ecco perché l’ultima frase di questa canzone: Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.

    Sogna ragazzo sogna

    E ti diranno parole
    rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo,
    che la ragione sta sempre col più forte:
    io conosco poeti
    che spostano i fiumi con il pensiero,
    e naviganti infiniti
    che sanno parlare con il cielo.
    Chiudi gli occhi, ragazzo,
    e credi solo a quel che vedi dentro;
    stringi i pugni, ragazzo,
    non lasciargliela vinta neanche
    un momento;
    copri l’amore, ragazzo,
    ma non nasconderlo
    sotto il mantello:
    a volte passa qualcuno,
    a volte c’è qualcuno che deve vederlo.
    Sogna, ragazzo, sogna
    quando sale il vento nelle vie del cuore,
    quando un uomo vive per le sue parole
    o non vive più
    sogna, ragazzo, sogna,
    non lasciarlo solo contro questo mondo,
    non lasciarlo andare, sogna fino in fondo,
    fallo pure tu!
    Sogna, ragazzo, sogna
    quando cala il vento ma non è finita,
    quando muore un uomo
    per la stessa vita
    che sognavi tu;
    sogna, ragazzo, sogna,
    non cambiare un verso
    della tua canzone,
    non lasciare un treno fermo alla stazione,
    non fermarti tu!

    Lasciali dire che al mondo
    quelli come te perderanno sempre:
    perché hai già vinto, lo giuro,
    e non ti possono fare più niente;
    passa ogni tanto la mano
    su un viso di donna, passaci le dita:
    nessun regno è più grande
    di questa piccola cosa che è la vita.
    E la vita è così forte
    che attraversa i muri per farsi vedere;
    la vita è così vera
    che sembra impossibile doverla lasciare;
    la vita è così grande
    che “quando sarai sul punto di morire,
    pianterai un ulivo,
    convinto ancora di vederlo fiorire”.
    Sogna, ragazzo, sogna,
    quando lei si volta, quando lei non torna,
    quando il solo passo che fermava il cuore
    non lo senti più
    sogna, ragazzo, sogna,
    passeranno i giorni, passerà l’amore,
    passeran le notti, finirà il dolore,
    sarai sempre tu...
    Sogna, ragazzo, sogna,
    piccolo ragazzo
    nella mia memoria,
    tante volte tanti dentro
    questa storia:
    non vi conto più
    sogna, ragazzo, sogna,
    ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
    manca solo un verso a quella poesia,
    puoi finirla tu.

    Articolo 1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti…”;
    Articolo 30: “Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso (…) di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati”.
    Anche la seguente canzone di Daniele Silvestri si presta per una riflessione generale sui diritti. La distruzione dei diritti dell’uomo non avviene sempre con scene eclatanti: spesso la negazione dei diritti veste giacca e cravatta e le armi che uccidono sono anche le carte visa!
    Una denuncia senza mezzi termini di tutti quelli che, magari anche stando al potere, “piglia più di ciò che dà e non sbaglierà ma se sbaglia un altro pagherà”.

    Il mio nemico

    Finché sei in tempo tira
    e non sbagliare mira
    probabilmente il bersaglio
    che vedi è solo l’abbaglio di chi
    da dietro spera
    che tu ci provi ancora
    perché poi gira e rigira gli serve
    solo una scusa
    la fregatura è che è sempre un altro
    che paga
    e c’è qualcuno che indaga per
    estirpare la piaga
    però chissà come mai qualsiasi
    cosa accada
    nel palazzo lontano nessuno fa una piega
    serve una testa che cada e poi
    chissenefrega
    la prima testa di c. trovata per strada
    serve una testa che cada e poi
    chissenefrega
    la prima testa di c. trovata per strada
    se vuoi tirare tira
    ma non sbagliare mira
    probabilmente il bersaglio che vedi
    è solo l’abbaglio di chi da dietro
    giura che ha la coscienza pura
    ma sotto quella vernice ci sono
    squallide mura
    la dittatura c’è ma non si sa dove sta
    non si vede da qua, non si vede da qua
    la dittatura c’è ma non si sa dove sta
    non si vede da qua, non si vede da qua
    il mio nemico non ha divisa
    ama le armi ma non le usa
    nella fondina tiene le carte visa
    e quando uccide non chiede scusa
    e se non hai morale
    e se non hai passione
    se nessun dubbio ti assale
    perché la sola ragione che ti
    interessa avere
    è una ragione sociale
    soprattutto se hai qualche dannata
    guerra da fare
    non farla nel mio nome
    non farla nel mio nome
    che non hai mai domandato la mia
    autorizzazione
    se ti difenderai non farlo nel mio nome
    che non hai mai domandato la mia
    opinione
    finché sei in tempo tira
    e non sbagliare mira
    (sparagli Piero, sparagli ora)
    finché sei in tempo tira
    e non sbagliare mira
    (sparagli Piero, sparagli ora)
    il mio nemico non ha divisa
    ama le armi ma non le usa
    nella fondina tiene le carte visa
    e quando uccide non chiede scusa
    il mio nemico non ha nome
    non ha nemmeno religione
    e il potere non lo logora
    il potere non lo logora
    il mio nemico mi somiglia
    è come me
    lui ama la famiglia
    e per questo piglia più di ciò che dà
    e non sbaglierà
    ma se sbaglia un altro pagherà
    e il potere non lo logora
    il potere non lo logora.

    Forse sembrerà un’esagerazione collegare anche questa “canzonetta” di Giorgia al tema dei Diritti umani, e in effetti lo è: una canzonetta d’amore come tante. Ma non manca uno spunto interessante: “Il problema è Che il mondo è Come lo farai Come lo farò Non è il paradiso qui…”. Eravamo angeli. Lottare per il rispetto dei diritti significa lottare perché il mondo diventi come il paradiso!

    Senza ali

    Sì o no?
    Eravamo solo angeli
    E come mai siamo qui
    Senza ali donne e uomini?
    Vivendo in questo mondo
    prima o poi si cade giù
    Fuoco e fiamme in paradiso
    Io rivoglio le mie ali e le voglio adesso
    Fuoco e fiamme in questo letto
    Portami con te all’inferno perché siamo fatti così
    Siamo qui
    Prigionieri di felicità
    La verità è limpida
    Ma la natura humana è stupida
    Vivendo in questo mondo prima o poi
    si cade giù
    Fuoco e fiamme in paradiso
    Io rivoglio le mie ali e le voglio adesso
    Fuoco e fiamme in questo letto
    Portami con te all’inferno perché siamo fatti così
    Il problema è
    Che il mondo è
    Come lo farai
    Come lo farò
    Non è il paradiso qui
    Ma siamo fatti così.

    Se Daniele Silvestri cantava “Il mio nemico”, ecco una bella canzone di Gianni Morandi che parla del “mio amico”. Si tratta di un disabile, una bella persona: “uno strano violino con le corde di seta in un mondo distratto che cinico suona, questo grande concerto che in fondo è la vita, il mio amico non parla mai di odio e sfortuna, anzi dice era peggio non essere nato, non avrei mai potuto vedere la luna e tutte le altre bellezze che Dio ha creato”. È una persona che crede nell’articolo 3 della Dichiarazione: “Ogni individuo ha diritto alla vita…”.

    Il mio amico

    Il mio amico cammina
    che sembra un pendolo
    attraversa la strada
    e tutti lo guardano
    in questo mondo veloce si muove a fatica
    ma tu guarda che razza di scherzi
    ti fa la vita
    il mio amico è sempre stato così
    fino da piccolo
    con la faccia bambina ed impaurita
    che sembra un cucciolo
    quando parla il mio amico
    farfuglia piano
    e le parole nell’aria si sciolgono
    come venissero da lontano
    ma il mio amico è il mio amico
    e solo io so com’è
    lui ha un cuore pulito che un altro
    non c’è il mio amico quando è solo
    ascolta canzoni
    e ad ogni nota riaffiorano in lui
    vecchie e nuove passioni
    quando tu sei arreso e non sai cosa fare lui ti dice addormentati e prova a sognare
    vorrei essere anch’io così ingenuo e felice
    invece corro e da sempre
    non trovo mai pace
    il mio amico almeno è una bella persona
    uno strano violino con le corde di seta
    in un mondo distratto che cinico suona
    questo grande concerto che in fondo
    è la vita
    il mio amico non parla mai di odio
    e sfortuna
    anzi dice era peggio
    non essere nato
    non avrei mai potuto vedere la luna
    e tutte le altre bellezze che Dio ha creato

    Il mio amico a volte scompare e non lo vedo più
    anche lui soffre mesi d’amore
    e non li manda giù
    gli succede di solito con una sconosciuta
    e ogni volta ancor prima che inizi
    è una storia finita
    ma il mio amico è il mio amico
    e solo io so dov’è
    se vuol farsi trovare, se ha bisogno di me
    o se invece vuol stare per giorni a parlare
    sulla spiaggia da solo con le onde del mare
    il mio amico che gioca con gli occhi
    a pallone
    ci incoraggia e soffre
    anche in allenamento
    lui da bordo del campo comanda l’azione
    ondeggiando leggero come grano
    nel vento
    dal mio amico ho imparato
    un milione di cose
    per esempio ad amare senza
    essere riamato
    a guardare la luna e i giardini di rose
    e tutte le altre bellezze che Dio ha creato

    Il mio amico è il mio amico
    e non lo cambierei
    i ricordi più belli ce li ho insieme a lui
    in questo mondo veloce
    il mio amico si muove a fatica
    proprio lui che mi aiuta a capire
    e ad amare la vita.

    Articolo 6: “Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica…”;
    Articolo 13: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni stato…”;
    Articolo 15: “Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza…”.
    Questa bella canzone di Ivano Fossati è dedicata a tutti i fratelli del mondo che sono destinati ad essere eterni stranieri. Nella speranza che “se non c’è strada dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà”.

    Mio fratello

    Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te
    Mio fratello che guardi il cielo
    e il cielo non ti guarda
    Se c’è una strada sotto il mare
    prima o poi ci troverà
    Se non c’è strada
    dentro il cuore degli altri prima o poi si traccerà
    Sono nato e ho lavorato in ogni paese
    e ho difeso con fatica la mia dignità
    Sono nato e sono morto
    in ogni paese
    e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi
    Mio fratello che guardi il mondo
    e il mondo
    non somiglia a te
    Mio fratello che guardi
    il cielo
    e il cielo
    non ti guarda
    Se c’è una strada sotto il mare
    prima o poi ci troverà
    Se non c’è strada dentro il cuore
    degli altri prima o poi si traccerà.

    Articolo 29: “(…) Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà ognuno deve essere sottoposto soltanto alle limitazioni che sono stabilite dalla legge...”;
    Articolo 25: “Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute...”.
    Un’altra canzone di Daniele Silvestri può farci riflettere sulle condizioni di vita di molti carcerati e sul perché quelli che rimangono in carcere sono quelli che non hanno i soldi per pagare.

    Aria

    Alle otto e un quarto di un mercoledì
    d’agosto
    sto finalmente abbandonando questo posto
    dopo trent’anni carcerato all’Asinara
    che vuoi che siano poche ore in una bara.
    Ché in una bara in fondo non si sta
    poi male
    basta conoscersi e sapersi accontentare
    e in questo io, modestamente,
    sono sempre stato un grande
    perché per vivere a me non serve niente, solo...
    Aria... soltanto... aria.

    L’avevo detto: “prima o poi
    vi frego tutti!”
    quelli ridevano, pensavano scherzassi
    ”da qui non esce mai nessuno
    in verticale”
    come se questo mi potesse scoraggiare
    e poi col tempo mi hanno visto
    consumarmi poco a poco
    ho perso i chili, ho perso i denti, somiglio a un topo
    ho rosicchiato tutti gli attimi di vita
    regalati
    e ho coltivato i miei dolcissimi progetti campati...
    In aria... nell’aria.
    E gli altri sempre a
    protestare,
    a vendicare qualche torto
    a me dicevano, schifati,
    “tu sei virtualmente morto!
    a te la bocca serve
    solamente
    a farti respirare”
    io pensavo: “e non è questo il trucco?
    inspirare, espirare”,
    inspirare, espirare: questo
    posso fare
    e quando sono fortunato sento l’umido del mare
    io la morte la conosco, e se non mi
    ha battuto ancora
    è perché io, da una vita, vivo solo
    per un’ora...
    D’aria... un’ora d’aria.
    Respiro lento,
    aspetto il vento
    il mio momento arriverà...
    aria aria aria...

    Articolo 7: “Tutti sono uguali davanti alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una uguale tutela da parte della legge”.
    Una canzone piena di ironia, questa ancora di Roberto Vecchioni. Ironia amara verso tutti quei giudici che calpestano il diritto di ogni uomo ad essere tutelato dalla legge.
    Signor giudice noi siamo quel che siamo, ma l’ala di un gabbiano può far volar lontano.

    Signor Giudice

    Signor giudice
    Le stelle sono chiare
    Per chi le può vedere
    Magari stando al mare

    Signor giudice
    Chissà chissà che sole
    Si copra per favore
    Che le può fare male
    Immaginiamo che avrà
    Cose più grandi di noi
    Forse una moglie
    Troppo giovane
    E ci scusiamo con lei
    D’importunarla così
    Ma ci capisca
    In fondo siamo uomini così così
    Abbiamo donne abbiamo amici così così
    Leggiamo poco leggiamo libri così così
    E nelle foto veniamo sempre così così

    Signor giudice
    Lei venga quando vuole
    Più ci farà aspettare
    Più sarà bello uscire
    Signor giudice
    Si compri il costumino
    si mangi l’arancino
    col suo pomodorino
    Noi siamo tanfi siam qua,
    già la chiamiamo papà
    Di quei papà
    Che non si conoscono
    Quel giorno quando verrà giudichi
    senza pietà
    Ci vergogniamo tanto d’essere uomini
    Così così
    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    Abbiamo nonne abbiamo mamme così così
    E quasi sempre sposiamo mogli così così
    Se ci riusciamo facciamo figli così così
    Abbiamo tutti le stesse facce così così
    Viaggiamo poco, vediamo posti così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così
    Signor giudice noi siamo quel che siamo
    Ma l’ala di un gabbiano
    può far volar lontano
    Signor giudice qui il tempo
    scorre piano
    Ma noi che l’adoriamo col tempo
    ci giochiamo
    L’ombra sul muro non è una rogala
    Però ci fai l’amore per abitudine
    Lei certamente farà quello che è giusto
    Per noi che ci fidiamo e continuiamo
    A vivere così così così
    Sappiamo poco sappiamo cose così così
    Ci accontentiamo perchè noi siamo
    così così
    A casa nostra ci sono quadri così così
    E se c’è sole è sempre sole così così
    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    E nelle foto veniamo sempre così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così.

    Articolo 4: “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù”;
    Articolo 5: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli”.
    Alex Baroni, morto recentemente in seguito ad un incidente, aveva scritto questa bella canzone pensando a tutti i bambini costretti a fare il soldato. La canzone immagina le parole di uno di questi baby soldato andato in paradiso.

    E il cielo mi prese con sé

    Se vai nel mondo
    Ferma il mio pianto
    ... digli la verità
    Niente medaglie
    Ne ali su me
    Laggiù si muore
    ... senza un perché
    Non vidi più il sole
    Fra l’odio e il rancore
    La vita si arrese
    E il cielo mi
    prese con se
    Madre mi manchi
    Fratelli anche voi
    In questa notte
    ... che non passa mai
    Credevo era un gioco
    Eterno sorriso
    Mi sono smarrito
    Perché mi hanno ucciso!
    Soldato bambino
    Racconta tu
    Tutta la verità
    Soldato bambino
    Giustizia ti chiedo
    E se tu ritorni
    Riprendi i miei giorni
    Rinasci per me... per me...
    per me.

    Articolo 29: “Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”.
    Piero Pelù, Ligabue e Jovanotti cantarono in questo modo la convinzione che ognuno ha il preciso dovere di fare di tutto perché si possa dire “mai più” alla guerra, all’odio, all’ingiustizia, all’indifferenza, a tutto ciò che calpesta la dignità umana. Ogni individuo ha il dovere di dire “Il mio nome è MAI PIÙ!”.

    Il mio nome è mai più

    Io non lo so chi c’ha ragione e chi no
    se è una questione di etnie, di economia,
    oppure solo follia: difficile saperlo.
    Quello che so è che non è fantasia,
    e che nessuno c’ha ragione e così sia
    A pochi mesi da un giro di boa per voi così moderno.
    C’era una volta la mia vita
    c’era una volta la mia casa
    C’era una volta e voglio che sia ancora
    E voglio il nome di chi si impegna a fare i conti con la propria vergogna
    dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni…
    Il mio nome è mai più mai più mai più
    Eccomi qua seguivo gli ordini
    che ricevevo
    c’è stato un tempo in cui io credevo
    che arruolandomi in aviazione
    io avrei girato il mondo e fatto bene alla mia gente
    fatto qualcosa di importante.
    In fondo a me piace volare…
    C’era una volta un aeroplano, un militare americano
    c’era una volta il gioco di un bambino.
    E voglio i nomi di chi ha mentito
    di chi ha parlato di una guerra giusta
    Io non le lancio più le vostre
    sante bombe…
    Il mio nome è mai più mai più mai più
    Io dico sì dico si può, saper convivere è dura già, lo so
    Ma per questo il compromesso è la strada del mio crescere.
    E dico sì al dialogo
    Perché la pace è l’unica vittoria, l’unico gesto in ogni senso
    che dà un peso al nostro vivere, vivere….
    Io dico sì, dico si può cercare pace
    è l’unica vittoria
    l’unico gesto in ogni senso che darà forza al nostro vivere…

    Articolo 28: “Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa dichiarazione possano essere pienamente realizzati”.
    Il grande Bruce Springsteen scrisse questa bella canzone in memoria del tragico 11 settembre 2001 e la dedicò ai vigili del fuoco che davvero morirono nel tentativo di recuperare qualche vita straziata da chi distrusse in un attimo l’“ordine sociale”.

    The Rising

    Can’t see nothin’ in front of me
    Can’t see nothin’ coming up behind
    I make my way through this darkness
    I can’t feel nothing but this chain that binds me
    Lost track of how far I’ve gone
    How far I’ve gone, how high I’ve climbed
    On my back’s a sixty pound stone
    On my shoulder a half mile of line
    Come on up for the rising
    Come on up, lay your hands in mine
    Come on up for the rising
    Come on up for the rising tonight
    Left the house this morning
    Bells ringing filled the air
    Wearin’ the cross of my calling
    On wheels of fire I come rollin’ down here
    Come on up...
    Li,li, li,li,li,li, li,li,li
    There’s spirits above and behind me
    Faces gone black, eyes burnin’ bright
    May their precious blood bind me
    Lord, as I stand before your fiery light
    Li,li, li,li,li,li, li,li,li
    I see you Mary in the garden
    In the garden of a thousand sighs
    There’s holy pictures of our children
    Dancin’ in a sky filled with light
    May I feel your arms around me
    May I feel your blood mix with mine
    A dream of life comes to me
    Like a catfish dancin’ on the end
    of my line
    Sky of blackness and sorrow
    (a dream of life)
    Sky of love, sky of tears (a dream of life)
    Sky of glory and sadness (a dream of life)
    Sky of mercy, sky of fear (a dream of life)
    Sky of memory and shadow
    (a dream of life)
    Your burnin’ wind fills my arms tonight
    Sky of longing and emptiness
    (a dream of life)
    Sky of fullness, sky of blessed life
    Come on up...
    Li,li, li,li,li,li, li,li,li

    Risurrezione
    Non posso vedere nulla in fronte a me
    Non posso vedere nulla venirmi alle spalle
    Faccio la mia strada in questa oscurità
    Non sento nient’altro che questa
    catena che mi lega
    Ho smarrito il sentiero per quanto
    sono andato lontano
    Quanto lontano sono andato,
    quanto in alto ho scalato?
    Sulla mia schiena un masso di
    sessanta libbre
    Sulle mie spalle mezzo miglio di corda
    Forza alzatevi per la resurrezione
    Forza alzatevi, mettete le vostre mani
    nelle mie
    Forza alzatevi per la resurrezione
    Forza alzatevi per la resurrezione questa notte
    Ho lasciato la casa questa mattina
    Il suono delle campane riempiva l’aria
    Con addosso la croce della mia vocazione
    Sto arrivando qua giù su ruote di fuoco
    Forza alzatevi...
    Ci sono spiriti sopra e dietro di me
    Le facce si fanno scure,
    e gli occhi infuocati
    Possa il loro prezioso sangue avvolgermi
    Signore, mentre sto di fronte
    alla tua fiera luce
    Ti vedo, Mary, nel giardino
    Nel giardino di un centinaio di lamenti
    Ci sono fotografie benedette
    del nostro bambino
    Che balla nel cielo illuminato
    Posso sentire le tue braccia intorno a me
    Posso sentire il tuo sangue misto al mio
    Un sogno di vita si impossessa di me
    Come un pescegatto che ondeggia
    alla fine della mia lenza
    Cielo di cattiveria e dolore
    (un sogno di vita)
    Cielo d’amore, cielo di lacrime
    (un sogno di vita)
    Cielo di gloria e tristezza
    (un sogno di vita)
    Cielo di pietà, cielo di paura
    (un sogno di vita)
    Cielo di memoria e ombra
    (un sogno di vita)
    Il tuo vento infuocato
    riempie le mie braccia questa notte
    Cielo di desiderio e di vuoto
    (un sogno di vita)
    Cielo di abbondanza, cielo di vita benedetta
    Forza alzatevi...

    Articolo 22: “Ogni individuo ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione dei diritti economici, sociale e culturali indispensabili alla sua dignità e al libero sviluppo della sua personalità”.
    Però non c’è pietà, non c’è compassione,(…) una sola potenza, un solo mercato un solo giornale, una sola radio e mille scheletri dentro l’armadio. Cantava così Jovanotti l’anno scorso. La storia ci insegna che non c’è fine all’orrore. La vita ci insegna che vale solo l’amore!

    Salvami

    I bianchi, i neri, la religione
    il pessimismo della ragione
    la foto di gruppo, il primo giorno
    di scuola
    libertà di movimento,
    libertà di parola
    le otto principesse
    e i settecento nani
    le armi, gli scudi, i diritti umani
    i corvi che gracchiano “rivoluzione”!
    però non c’è pietà non c’è compassione
    il sangue si coagula
    sul pavimento
    si inceppa l’articolazione del movimento
    la voce che balbetta, la speranza
    che inciampa
    la capra che crepa la capra che canta
    la giornalista scrittrice che ama la guerra
    perché le ricorda quand’era giovane e bella
    amici e nemici, che comodità
    villaggi di fango contro grandi città
    Salvami salvati salvaci salviamoci
    Salvali salvati salvami salviamoli
    Le reti i cancelli le zone rosse
    migliaia di croci milioni di fosse
    la nato la fao le nazioni unite
    seimiliarditrecentomilioni di vite
    dignità dignità, una vita normale
    l’indifferenza è il più grande
    peccato mortale
    il mercato mondiale, il mercato rionale
    la croce del sud e la stella polare
    il nasdaq che crolla, il petrolio che sale
    la borsa che scende, la borsa che sale
    la storia ci insegna che non c’è fine
    all’orrore
    la vita ci insegna che vale solo l’amore
    Salvami salvati salvaci salviamoci
    Salvali salvati salvami salviamoli
    Il Pil la ricchezza misurata in consumo
    la rete globale i segnali di fumo
    la riconversione dell’energia
    il colpo di coda dell’economia
    il microcomputer le trasformazioni
    e noi sopra un ferro che ancora i pistoni
    le facce impaurite, la vita che vola
    lo stomaco, il fegato, il petto, la gola
    peshawar, new york, sierra leone
    la polizza vita dell’assicurazione
    l’innocenza perduta, le ragioni di stato
    una sola potenza, un solo mercato
    un solo giornale, una sola radio
    e mille scheletri dentro l’armadio
    Salvami salvati salvaci salviamoci
    Salvali salvati salvami salviamoli

    Articolo 2: “Ad ogni uomo spettano tutti i diritti e le libertà enunciate in questa Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di nascita o di altra condizione”.
    Gianluca Grignani ha espresso quest’idea di uguaglianza nella canzone Uguali e diversi. Il video che la illustrava rappresentava una serie di persone diverse che alla fine componevano come in un puzzle il viso stesso di Grignani.

    Uguali e diversi

    Né più bianco né più nero
    della guerra sono stanco
    ho fatto un sogno più sincero
    ho fatto un sogno che ti canto
    mi svegliavo stamattina
    faccia e corpo colorati
    e i giornali e la televisione
    non sembravan spaventati

    Non credo a un mondo che rotola indietro
    non credo che per vivere serva un segreto
    non credo alle favole
    ma ho immaginazione
    e credo che
    siam tutti uguali e diversi da me
    Ero in guerra ed ero a casa
    ero a terra ed ero in volo
    ero e non so più chi sono
    ma di certo sono un uomo
    che si svegliava stamattina
    faccia e corpo colorati
    e i giornali e la televisione
    non sembravan spaventati

    Non credo a un mondo che rotola indietro
    non credo che per vivere
    serva un segreto non credo alle favole
    ma ho immaginazione
    e credo che siam tutti uguali e diversi da me

    Sì, ho detto proprio così: tutti uguali
    e diversi da me.

    Articolo 19: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione…”.
    Qualche anno fa Francesco Guccini scrisse questa canzone per Silvia Baraldini che da anni si trovava in carcere in America (attualmente si trova in Italia) ora vi chiedo di lasciarla ritornare, perché non è possibile rinchiudere le idee in una galera. Ma quanti uomini e donne sono attualmente perseguitati, o in carcere, per le loro idee?

    Canzone per Silvia

    Il cielo dell’America son mille cieli sopra a un continente;
    il cielo della Florida è uno straccio che è bagnato di celeste,
    ma il cielo là in prigione non è cielo,
    è un qualche cosa che riveste
    il giorno e il giorno dopo e un altro ancora sempre dello stesso niente.
    E fuori c’è una strada all’infinito,
    lunga come la speranza,
    e attorno c’è un villaggio sfilacciato,
    motel, chiese, case, aiuole,
    paludi dove un tempo ormai lontano
    dominava il Seminole,
    ma attorno alla prigione c’è un deserto dove spesso il vento danza.
    Son tanti gli anni fatti, e tanti in più che son ancora da passare,
    in giorni e giorni e giorni che fan mesi che fan anni ed anni amari;
    a Silvia là in prigione cosa resta?
    Non le resta che guardare
    l’America negli occhi, sorridendo coi suoi limpidi occhi chiari.
    Già, l’America è grandiosa ed è potente, tutto e niente, il bene e il male,
    città coi grattacieli e con gli slum e nostalgia di un grande ieri,
    tecnologia avanzata e all’orizzonte l’orizzonte dei pionieri,
    ma a volte l’orizzonte ha solamente una prigione federale.
    L’America è una statua che ti accoglie e simboleggia, bianca e pura,
    la libertà, e dall’alto, fiera, abbraccia tutta quanta la nazione,
    per Silvia questa statua simboleggia
    solamente la prigione
    perché di questa piccola italiana ora l’America ha paura.
    Paura del diverso e del contrario,
    di chi lotta per cambiare,
    paura delle idee di gente libera che soffre, sbaglia, spera;
    nazione di bigotti ora vi chiedo di lasciarla ritornare,
    perché non è possibile rinchiudere le idee in una galera.
    ll cielo dell’America son mille cieli sopra a un continente
    ma il cielo là rinchiusi non esiste, è solo un dubbio, o un’intuizione;
    mi chiedo se ci sono idee
    per cui valga restare là in prigione,
    e Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente.
    Mi chiedo cosa pensi alla mattina
    nel trovarsi il sole accanto,
    o come fa a scacciare fra quei muri la sua grande nostalgia,
    o quando un acquazzone all’improvviso spezza la monotonia,
    mi chiedo cosa faccia adesso Silvia mentre io qui piano la canto.
    Mi chiedo ma non riesco a immaginarlo; penso a questa donna forte
    che ancora lotta e spera perché sa che adesso non sarà più sola.
    la vedo con la sua maglietta addosso, con su scritte le parole
    che sempre l’ignoranza fa paura,
    ed il silenzio è uguale a morte.

    Ma chi si occupa di adolescenti non potrà evitare di scontrarsi con l’attuale dominatore delle classifiche mondiali: lo scioccante Eminem. Un esempio molto chiaro di cosa significhi la mancanza di rispetto in assoluto, mancanza di rispetto degli altri, di se stesso, dei diritti umani! Perché l’articolo 12 dice che “Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza né a lesioni del suo onore e della sua reputazione…”.
    Invece Eminem nel suo video della canzone White America rivolge all’America bianca di George W. Bush una serie di critiche sfacciate e pesanti. L’educazione ai diritti si può realizzare anche “per contrasto”!
    Per il testo, cerca in Internet con il motore Google: “Eminem - White America” lyrics.

     

    La musica e gli adolescenti

    Se il cellulare ha quasi sostituito il walkman nell’assorbire l’attenzione degli adolescenti, la musica non ha perso il suo ruolo importante e, ora attraverso il cellulare, gli adolescenti passano il 90% del loro tempo in compagnia con i loro pezzi preferiti o con le radio che li mandano. Per questo utilizzare canzoni e musica negli incontri di gruppo con preadolescenti e adolescenti è ancora la scelta vincente, anche se richiede agli educatori un po’ di lavoro in più per la preparazione.
    Una delle esperienze più belle del mio lavoro con gli adolescenti è stata la presentazione di sé che ognuno doveva fare attraverso quella che considerava la canzone della propria vita. Molti ragazzi del gruppo riuscirono a raccontarsi, attraverso le “cassettine” portate da casa, in maniera molto più eloquente che se avessero dovuto usare solamente le parole. La musica è il linguaggio per loro più facile, familiare, quotidiano e con esso gli adolescenti non hanno quella famosa “difficoltà di espressione” che hanno con il linguaggio verbale. Capita la stessa cosa anche per la comprensione e l’apprendimento. Le canzoni qui proposte possono essere utilizzate in modi vari. Alcuni suggerimenti:

    • Pensa una canzone
    Un punto di partenza interessante potrebbe essere quello di chiedere agli adolescenti se conoscono canzoni che affrontano il tema dei diritti umani: avremo un’idea di quale conoscenza essi hanno dei diritti umani e anche della loro valutazione del mondo musicale. Probabilmente “Il mio nome è mai più” a qualcuno viene in mente. Quindi potremo chiedere quale dei cantautori o cantanti che esse preferiscono potrebbero affrontare il tema nelle loro canzoni. Riflettere sul fatto che cantare canzoni di denuncia e di difesa dei diritti umani non fa vendere molto e sul motivo di questa realtà, può essere un obiettivo significativo.

    • Ascolta e rispondi
    Far ascoltare la canzone senza premesse invitando ad un ascolto attento sia della musica, sia del testo. Quindi chiedere le reazioni a caldo: come valutate questa canzone? La conoscevate? Di che cosa parla? Qual è il passaggio che vi piace di più? Che ne dite della musica? Infine si invita a riascoltare offrendo una chiave di lettura: l’articolo della dichiarazione cui si riferisce esplicitamente dice questo (…) che cosa aggiunge la canzone? L’introduzione della dichiarazione e l’articolo 1 ricorda che tutti gli uomini sono uguali e tutti hanno uguale dignità, in che modo la canzone esprime la stessa idea?

    • Diritti & canzoni
    Si può anche partire proprio dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo e offrire al gruppo il testo di alcuni articoli e il testo di una o due canzoni che si ritengono adeguate. Dopo aver individuato il messaggio chiave della canzone la si ascolta e si dialoga: rispetto a questo articolo la canzone sviluppa un aspetto, ma l’articolo dice di più: che cosa?

    • Dedicata
    Dopo aver riflettuto sulla dichiarazione o su alcuni articoli di essa si può immaginare con i ragazzi di dedicare questa o quella canzone ai responsabili del rispetto dei diritti: a chi dedicheremmo questa canzone? Senza dimenticare che quei responsabili non sono solo gli uomini dell’ONU o i capi delle Nazioni: ci sono anche i responsabili delle istituzioni, i presidi, i sindaci, fino ad arrivare alla gente del proprio quartiere, della propria famiglia, a se stessi!

    • Smontiamo la canzone
    Stimolare la fantasia dei ragazzi perché, a partire da una canzone che loro amano molto ma non ha un messaggio chissà quanto impegnato, ne possa nascere una con la stessa musica ma con le parole inventate da loro.

    • Musical sui Diritti
    L’obiettivo più ambizioso è quello di riuscire a produrre con gli adolescenti un lavoro sui diritti con la musica come protagonista. Ad esempio un musical che contiene queste e/o altre canzoni che gli adolescenti suonano e cantano pensando insieme il filo conduttore che può collegarle!

     


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