Cesare Bissoli
(NPG 2001-08-29)
1. Un segnalatore indispensabile nel cammino della fede
La Bibbia attesta con verità la Parola di Dio per la salvezza dell’uomo (cf DV, n. 11).
Perciò la comunità cristiana, e ogni singola persona in essa, accosta la Bibbia come guida sicura e necessaria per il cammino della fede nelle sue diverse espressioni: annuncio, celebrazione, preghiera, vita spirituale, condotta morale… (cf DV, 21, 25)
2. Attenti all’uso
«E necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura» (DV, 22).
Ma non ogni uso è corretto. Fondamentalismo, lettura ideologica, moralismo, fretta consumista ed impiego funzionale… sono tarli da cui il cristiano si difende. Lo studio del testo, la preghiera con esso e l’esperienza viva di esso garantiscono un impiego corretto del Libro Sacro. La presenza di un animatore esperto nel gruppo biblico è oggi una pratica necessità ed una vera benedizione.
3. Dio parla con parole nostre
La Bibbia è un segno forte del mistero dell’incarnazione: Dio si accosta all’uomo diventando simile a lui, parlando il suo linguaggio, adottando la sua cultura, rispettando la sua debolezza, senza mai accettarne il male (cf DV, 13).
Questo comporta che il testo biblico venga compreso nel senso genuino, sia letterale che spirituale, riconoscendo il genere letterario, valutando il contesto culturale, sapendo unire AT e NT, ecc.
4. Storia di una relazione di amore
«Nei Libri Sacri il Padre viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli e discorre con essi» (DV, 21).
Questo richiede di leggere la Bibbia non come un manuale di verità e di doveri su Dio e sull’uomo, ma come il racconto di una relazione di amore tra Dio e l’uomo, fatto di proposte e di risposte, di dono e di rifiuto. Quel Dio è il nostro Dio, quell’uomo sei tu, siamo noi.
5. Una grande biblioteca, il cui libro centrale è il vangelo
Vuol dire che tutto nella Bibbia, parola di Dio, tende a quella pienezza di Parola che è Gesù Cristo, la relazione Dio-uomo fatta persona (cf DV, 4, 13, 16).
Questo comporta di riconoscere la centralità dei Vangeli e dunque dare preferenza alla loro lettura, di abituarsi a vedere nella persona di Gesù morto e risorto il senso ultimo e perfetto di quanto dice il Libro Sacro su Dio, sull’uomo, sulla vita, sul futuro, sulla condotta. Ciò è facilitato dal confrontare i rimandi che stanno tra vangeli e il resto della Bibbia.
6. Una sinfonia di voci per l’unica parola di Dio
L’evento della Parola se ha nella Bibbia la chiave armonica, realizza in pieno la sua potenza di salvezza con gli strumenti della dottrina, dei sacramenti, della carità, ed anche della cultura (cf DV, 8).
Per cui è giusto e costruttivo soltanto un uso integrato della Bibbia che unisca strettamente e faccia interagire Bibbia e insegnamenti della Chiesa, Bibbia e liturgia, Bibbia e servizio, Bibbia e il sapere umano…
7. Una parola di vita per la vita
«Dio che ha parlato in passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio, e lo Spirito Santo fa risiedere nei credenti la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza» (DV, 8).
Vuol dire dalla Bibbia, nata non da speculazioni a tavolino, ma dalla vita intensa del popolo di Dio, grazie allo Spirito Santo e alla riflessione dei credenti continua ad essere attuale oggi, parla, anzi interpella ogni lettore.
In concreto vuol dire che, ad esempio, un gruppo biblico si preoccupa di cogliere di un determinato passo le implicanze esistenziali (vita, morte, felicità, male…), alla luce della Bibbia discerne le vicende della vita e della storia, suscita fra i partecipanti le risonanze della Parola e ne fa una condivisione, traduce il testo in preghiera, stimola a scelte di vita, specie nell’ambito della carità.
8. La bibbia, inesauribile scuola di preghiera
«La lettura della Sacra Scrittura deve essere accompagnata dalla preghiera» (DV, 25).
È fondamentale riconoscere e praticare ogni contatto con il Libro Sacro come incontro con il mistero di Dio, nell’ascolto e nella risposta di fede, cioè nella preghiera. Fuori di questa prospettiva la Bibbia svanisce, perde il suo peso specifico.
In pratica la comunità cristiana esplora e fa proprie le grandi preghiere bibliche nell’AT e NT, dà preferenza alla preghiera dei Salmi secondo l’ufficio della Chiesa, privilegia la Parola di Dio nella liturgia eucaristica, si propone come obiettivo comunitario e personale, la Lectio Divina (cf Novo Millennio Ineunte, 39; Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 49).
9. Alle radici della nostra cultura
La Bibbia, un tesoro per riempire sempre di più il cuore dell’uomo (cf DV, 26).
Qui si vuol richiamare che essa sta alla base della civiltà occidentale, in quanto i valori ebraico-cristiani hanno impregnato visione della vita, valori etici, arte… producendo una ineguagliata storia degli effetti.
Ciò spinge i cristiani ad avvicinare il Libro Sacro, non soltanto con la semplice lettura, ma con iniziative di studio, adeguato alle diverse condizioni, ad esplorare gli effetti prodotti nel contesto umano, sociale, culturale, a confrontare la visione biblica con altre visioni religiose (Islam, induismo…) e laiche (filosofie, sistemi di significato), a farne fonte di ispirazione per la musica, le arti, la letteratura, il cinema…
10. La bibbia in mano
«I figli della Chiesa si familiarizzino con sicurezza ed utilità con le Sacre Scritture» (DV, 25).
La Bibbia è «la lettera di Dio» che ogni cristiano riceve nella sue mani, e quindi deve poterla leggere con i suoi occhi, sfogliare con le sue mani, gustare nel suo cuore.
Diventa obiettivo concreto che il cristiano possieda una Bibbia intera come il libro della sua fede, la possa leggere secondo un itinerario bene fissato, si avvalga di commenti esegetici che lo aiutano a cogliere il vero senso di un passo, e se svolge un servizio nella comunità (catechesi, insegnamento religioso, formazione spirituale), sia capace di comunicare la Bibbia a piccoli e grandi. In ogni diocesi dovrebbe esserci un Settore per l’Apostolato Biblico che animi la pastorale biblica nelle comunità secondo le indicazioni della Nota dei Vescovi italiani, La Bibbia nella vita della Chiesa (1995).