Un lancio per provarci
Un’esperienza che radica un’idea
Giuseppe Catania *
Posso definirmi un tipo abbastanza socievole, i miei interessi spaziano dal cinema ai fumetti, non tralasciando i romanzi quando ho la possibilità di leggere. Ultimamente ho sviluppato un’incredibile passione nei confronti dei podcast sulle piattaforme di streaming online, che trovo estremamente interessanti e ricchi di spunti di riflessione (in base alle tematiche trattate). Sono laureato in Filosofia e al momento sto studiando per il conseguimento della laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione.
Con questo mio background ci si potrebbe chiedere come mai sia finito a lavorare in ufficio di “coordinamento del servizio civile universale” di un ente religioso come quello salesiano. Certe volte me lo chiedo anch’io, ma non è difficile trovare la risposta. In realtà la risposta si trova in una domanda, già quella che ho inviato per partecipare al lontano bando 2019 del servizio civile universale. Avevo 29 anni non compiuti, per dirla nei termini dei limiti anagrafici per presentare la domanda, e cercavo qualcosa che mi potesse dare uno stimolo in un momento di stasi in seguito al conseguimento della laurea in Filosofia, soprattutto dal punto di vista lavorativo. Del servizio civile universale me ne aveva parlato un mio amico, che lo aveva fatto per un ente diverso e che mi aveva detto che era stata un’esperienza appagante e che gli aveva permesso di potersi mantenere (almeno per un anno) gli studi. Come detto prima però la mia non era una necessità puramente economica, ma il cercare di mettermi in gioco, di riuscire a dare un senso a quello che ero e a quanto avevo acquisito durante il mio percorso formativo, magari anche per una verifica “sul campo”. Mi candidai per il progetto che si svolgeva proprio presso questo stesso Ufficio dove lavoro adesso, avendo anche fatto un corso in risorse umane durante il mio periodo di stasi lavorativo. In seguito all’iter delle selezioni e all’uscita delle graduatorie definitive, rimasi estremamente felice di scoprire che ero risultato idoneo e selezionato.
Il servizio civile non è un lavoro. È vero, però l’ambiente che mi accolse, in tutte le sue sfumature, mi diede l’impressione di essere diventato parte di qualcosa di estremamente professionale e complesso. Un ambiente che rispecchiava ciò che c’era scritto nella scheda sintetica di progetto, e che mi proiettava finalmente verso una posizione di responsabilità nei confronti di qualcuno (e in questo caso di tanti altri miei colleghi operatori volontari presenti in molti territori della regione Sicilia). Già, perché avere a che fare con tutte le “scartoffie” di ogni singolo operatore volontario non era di certo una passeggiata. Controllare, monitorare, inviare comunicazioni agli altri operatori volontari non era una cosa da poco, soprattutto se le comunicazioni che avevo finora inviato in vita mia erano quelle ai professori universitari per l’orario di ricevimento o per la tesi.
Purtroppo la mia esperienza di servizio civile è stata segnata dall’evento della pandemia. Il Covid-19 ha segnato nel bene e nel male ognuno di noi, e in questo caso anche il servizio civile, trasformandolo (anzi rimodulandolo) per indirizzare le attività degli operatori volontari ai propri destinatari rispettando le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.
Ricordo vivamente che il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale mandò una comunicazione ad ogni singolo operatore volontario, chiedendo se, a seguito dell’inizio dell’emergenza sanitaria, volessero continuare il percorso di servizio civile o rinunciare (in questo ultimo caso si dava la possibilità di ripresentare domanda l’anno successivo). Dei 240 operatori volontari impiegati nei progetti con i Salesiani in Sicilia, nessuno presentò la rinuncia. Anzi, proprio in un momento di difficoltà ognuno di loro è rimasto sul campo e ha messo a disposizione le proprie competenze, volontà, creatività per far fede agli obiettivi del progetto scelto. Se posso allargare il discorso, mi sembra che proprio in un momento di difficoltà nazionale senza precedenti i giovani, con la propria volontà e con il proprio spirito di sacrificio, possano fare la differenza anche nel loro piccolo. Mi viene da sorridere quando leggo certi giornalisti o studiosi o politici parlare di noi, dei giovani, come dei bamboccioni, degli sfaticati, capaci a muovere le mani solo sui cellulari e sulle app. Ma tutto questo non mi sorprendeva affatto, non l’ho sentito come un atto di grande eroismo, mi sembrava giusto (e ovvio): forse anche il contesto dove vivevo questa esperienza mi ha aiutato, per chi conosce il mondo salesiano che responsabilizza e rende i giovani dei protagonisti.
Premetto comunque che io i salesiani li conoscevo solo per via della figura di Don Bosco, e che quando ero piccolo ho fatto parte sì di un gruppo formativo religioso, ma non era salesiano. Poi un giorno, lo ricordo bene, da adolescente andai in un oratorio salesiano (Santa Maria della Salette sempre a Catania), e le mie emozioni furono di stupore e di profonda ammirazione. Le attività di doposcuola, ludico-ricreative, religiose, il far sentire un cortile o una struttura come una seconda casa, l’accoglienza calorosa delle persone, la felicità dei bambini di fronte a un evento o a una semplice attività. Tutto sembrava rispecchiare pienamente gli insegnamenti e il sogno di Don Bosco. E, indipendentemente dalla propria fede religiosa o dal fatto che si creda o meno, nessuno può rimanere apatico mettendo piede all’interno di una realtà del genere.
Il servizio civile è un’esperienza che ti cambia la vita? Nel mio caso certamente sì, e non solo dal punto di vista professionale (visto che ho avuto la possibilità di continuare a lavorare nello stesso ufficio), ma soprattutto perché mi ha fatto incontrare persone speciali, esperienze di vita che hanno arricchito la mia visione del mondo, rendendomi una persona abbastanza diversa rispetto al passato, spero più matura e profonda, certamente più motivata. Spero anch’io, nel mio piccolo, di poter contribuire al cambiamento positivo del mondo. Gli insegnamenti giusti ci sono, la buona volontà c’è. Quest’anno prezioso della mia vita potrebbe essere il lancio per provarci…
* 33 anni, dipendente dell’Ispettoria Salesiana Sicula presso l’Ufficio Coordinamento Servizio Civile Universale con i Salesiani in Sicilia a Catania.
È il terzo da destra, con la scritta VI