Un sorriso e una parola buona
L’esperienza di servizio civile a Catania
Valeria Cantarella *
Sono originaria di un paese in provincia di Siracusa, ma all’età di 18 anni mi sono trasferita a Catania per seguire il mio percorso universitario. Anche se può sembrare strano, sono orgogliosa di aver scelto il mio indirizzo di studi già da bambina: mi piaceva l’idea di studiare il diritto e di capire quali sono le regole che bisogna seguire (e perché) per poter vivere bene in una società. Non mi sento assolutamente un genio precoce per questo, ma penso comunque che il senso di giustizia nasca molto presto nell’esperienza di un bambino, soprattutto in certi contesti familiari (e sociali). Parallelamente, ho iniziato a seguire le mie inclinazioni con passione: sono entrata all’interno di diverse associazioni con scopo culturale e sociale e assumendomi diverse responsabilità, ho ricoperto con esse ruoli locali e nazionali che mi hanno permesso di sperimentare cosa vuol dire mettere le competenze che stavo acquisendo nel percorso di studi al servizio degli altri e di iniziative belle, concrete e solidali. Durante il periodo della pandemia, mi sono resa conto di quanto il mondo stava cambiando e di quanto le competenze che prima erano opzionali (come quelle digitali) stavano diventando di base, creando disagio alle categorie sociali più fragili. Infatti, molte persone hanno cominciato a contattarmi per chiedermi aiuto per accedere alle misure di sostegno che le istituzioni stavano mettendo in atto, come ad esempio i buoni pasti comunali dove bisognava presentare una richiesta online. Questo era certamente un nuovo inusuale campo di intervento, e ho colto l’occasione di partecipare a due call nazionali per la scrittura di contributi scientifici. I miei contributi sono stati entrambi selezionati e così sono diventata (lo dico con un po’ di orgoglio) coautrice di due testi scientifici sul diritto digitale pubblicati da Editoriale Scientifica.
Dopo questa mia descrizione, vorrei adesso presentare una delle esperienze più belle mai fatte, quella che davvero mi ha “cambiato” la vita: il Servizio Civile Universale con i Salesiani in Sicilia.
Avevo sentito parlare tanto del Servizio Civile da persone che conoscevo e ho deciso di informarmi meglio. Tramite la mia esperienza associazionistica conoscevo già degli enti in cui era possibile svolgere il Servizio Civile, ma leggendo tutti i progetti per cui era possibile candidarsi, sono rimasta fin da subito colpita da un progetto in particolare: “PAROLA AI GIOVANI”. Ho cercato informazioni in merito all’ente di riferimento che era appunto l’Ispettoria Salesiana Sicula, e così ho scoperto e cominciato a conoscere il mondo salesiano. Purtroppo, i Salesiani non sono presenti nel mio paese d’origine, ma pian piano col crescere della conoscenza e dell’apprezzamento, ho cominciato a dire che “ero Salesiana ancora prima di conoscere i Salesiani”. Una seconda casa: ecco, una semplice frase che per me esprime tutto quello che i Salesiani con l’esperienza di Servizio Civile mi hanno dato.
L’esperienza di Servizio Civile per me è stata incredibile. Ho conosciuto tante nuove belle persone con un grande sguardo verso l’umano (salesiani e laici), ho visitato diversi posti della Sicilia che non avevo mai visto tra la Festa Ragazzi e gli esercizi spirituali, ho acquisito nuove competenze e potuto spendere quelle che già avevo per sostenere gli altri volontari (essendo il mio un progetto di segreteria) nella loro esperienza e ho potuto mettermi in gioco totalmente. Raccogliendo i dubbi e le sfide dei ragazzi e delle ragazze che, come me, stavano affrontando questa esperienza, ho avuto anche l’onore di essere la prima degli eletti in Sicilia per la Delegazione di rappresentanza della Regione Sicilia degli Operatori volontari. Ricordo con particolare emozione un momento importante del mio Servizio: il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, aveva programmato di venire in Sicilia e di incontrare tutti gli operatori e le operatrici volontarie in servizio dopo un momento di formazione, e in quell’occasione mi fu chiesto se volevo presentare e moderare l’incontro con lui. Ricordo benissimo l’emozione, la gioia e la gratitudine per la fiducia che mi era stata data dandomi un’occasione così bella. Così, davanti a circa 260 volontari della mia regione, ho fatto delle domande al Rettor Maggior e abbiamo ascoltato le risposte.
Ho vissuto tante esperienze e momenti indimenticabili in quell’anno, insieme ai miei colleghi che in poco tempo sono diventati amici e che sono tutt’ora nella mia vita per condividere momenti di confronto e risate.
Ho fatto molte riflessioni su me stessa durante l’anno, mi sono chiesta cosa volessi diventare nella vita e cosa volessi migliorare o semplicemente cambiare, ma anche cosa volessi tenere e tutelare. Mi piace osservare, capire e riflettere, e per me sono i dettagli, quelli piccoli e che solitamente passano inosservati, a fare la differenza. Essere accolti, ogni mattina, con un sorriso e una parola buona, avere un posto in cui poter essere se stessi, anche nei momenti di difficoltà è un bene immenso.
Oggi sono dipendente dell’Ispettoria, e nell’ufficio ci sono altri volontari del Servizio Civile e li vedo vivere l’esperienza, sperimentare e crescere esattamente nel posto in cui l’ho fatto io. E io sono qui, ad accompagnarli e ad occuparmi di tanti progetti sul territorio che daranno possibilità ad altre persone, molte delle quali semplicemente non hanno avuto molte opportunità o che non hanno creduto abbastanza in loro stesse. La Sicilia è un posto magico, anche se a volte difficile. È difficile perché, nonostante anche qui ci siano futuri ingegneri, avvocati, pittori, musicisti, attori, amministratori, muratori e babysitter, spesso non vengono “visti”. Il mio lavoro, in piccolo, mi permette di provare a “far vedere” prima a loro stessi le proprie capacità e poi agli altri. Ecco, io in tutto questo, in quello che faccio ogni giorno e che ho avuto l’opportunità di fare in questi anni con i salesiani, trovo tanta bellezza, orgoglio, umanità e dignità.
Ogni esperienza non va solo fatta, ma anche “vissuta”, a partire dal di dentro, da convinzioni e motivazioni, anche con la capacità di verificarle, di cambiarle. Aprendo il cuore al prossimo, se ben accompagnati, se con un buon “metodo”, si può scoprire un altro mondo e vivere momenti che non ci si sarebbe mai aspettati.
Forse è una frase forte, forse la dico perché sono ancora giovane rispetto alle sfide del presente e al futuro che mi aspetta… ma lo posso affermare con convinzione: l’esperienza di Servizio Civile mi ha cambiato la vita (o meglio, ha cambiato me stessa), e spero che molti altri giovani abbiano questa opportunità.
* 26 anni, laureata in Giurisprudenza, lavora a Catania presso l’Ispettoria Salesiana Sicula nell’Ufficio Progettazione sociale nel Coordinamento regionale salesiano del Servizio Civile Universale.