Il Movimento Giovanile Salesiano
Don Luc Van Looy
Consigliere per la Pastorale Giovanile Salesiana
Tra gli orientamenti operativi il CG23 tratta il «gruppo» come elemento importante. Una particolare attenzione al fenomeno del gruppo giovanile è riservata anche nel capitolo sul cammino cli fede e sulla spiritualità giovanile salesiana.
Nella dinamica dell'azione salesiana si è sensibili al grande fenomeno dei giovani che cercano un collegamento tra i gruppi cli vari tipi e cli vari ambienti e provenienza.
Noi vogliamo riflettere sulla realtà cli questo movimento nel mondo salesiano, sul suo ruolo e significato per la pastorale giovanile oggi.
1. Il Capitolo Generale 23
Il CG23 ha conferito importanza prevalente al giovane, alla sua tendenza cli stare con altri, e al gruppo giovanile come espressione cli comunità cristiana. I gruppi che fanno riferimento alla spiritualità e alla pedagogia cli Don Bosco «formano in modo implicito o esplicito il Movimento Giovanile Salesiano (MGS)» (n. 275).
La flessibilità e l'apertura al giovane concreto cli ogni ambiente ha offerto a questo movimento «dei giovani» la possibilità cli svilupparsi e crea per tanti giovani l'opportunità cli fare comunità e aggregarsi.
Il MGS «SÌ fonda, dice il CG23, sulla libera comunicazione tra i gruppi» (n. 277) e «unisce molti giovani: dai più lontani ... a quelli che in modo consapevole ed esplicito fanno propria la proposta salesiana » (n. 276).
Il CG23 ha preso coscienza della realtà del movimento giovanile e lo colloca nella tradizione pedagogica salesiana come un elemento fondamentale, in quanto è espressione dell'esperienza di gruppo, specificando che «il gruppo è il luogo dove si personalizzano le proposte educative e religiose; è lo spazio dell'espressione e della responsabilità; è il luogo della comunicazione interpersonale e della progettazione delle iniziative» (n. 274).
2. Il MGS nel patrimonio salesiano
Don Bosco impegnava i giovani nella sua opera educativa. Il punto culminante di questa corresponsabilità si trova nella partecipazione dei giovani al compito educativo che Don Bosco si proponeva.
Nell'oratorio di Valdocco funzionavano le «Compagnie» come risposta naturale al desiderio aggregativo dei giovani. Don Bosco impegnava i giovani stessi nel cammino verso la santità di tutti, in un ruolo specifico di accompagnamento dei loro coetanei. Insisteva sul trinomio «allegria, studio e pietà» (cfr. MB 5 484-486). Assegnava così un compito educativo ai ragazzi stessi e conferiva all'insieme della comunità di Valdocco un aspetto formativo.
Le Costituzioni e i Regolamenti rinnovati danno forza di legge a questo patrimonio salesiano quando dicono: «Si favorisca il sorgere di gruppi e associazioni secondo l'età e gli interessi dei giovani e se ne curi la continuità» (R 8), e «Animiamo e promuoviamo gruppi e movimenti di formazione e di azione apostolica e sociale» (C 35).
Si nota lungo tutta la storia della Congregazione che i gruppi e i movimenti, come già nel primo oratorio, si presentano con uno scopo decisamente apostolico e di corresponsabilità con i salesiani educatori ed evangelizzatori. Don Bosco aveva la certezza che i più idonei ad evangelizzare i giovani sono proprio i giovani; li chiama «i primi e immediati apostoli dei giovani» (AA 12). I ragazzi dei nostri ambienti avvertono il bisogno di condividere esperienze e preoccupazioni con amici e con membri della Famiglia Salesiana. Questo ha causato collegamenti e riferimenti comuni fino a diventare un vero «movimento dello spirito salesiano». A partire dal 1980, mentre con i giovani stessi si approfondisce la spiritualità giovanile salesiana, sr sviluppa il MGS in varie ispettorie. Il centenario della morte di Maria Mazzarello nel 1981 e il «Confronto Don Bosco 88» hanno creato nei giovani un senso di appartenenza e formano tuttora un punto di riferimento del MGS. Esso diventa una realtà a raggio mondiale nel 1990 con il CG23.
3. Elementi che definiscono il movimento
C'è posto per tutti i giovani e per tutte le varietà di gruppi nel movimento, il quale vuol essere casa propria per molti giovani. È un'espressione della realtà oratoriana, in una modalità variata, dove il giovane è protagonista. «Non ha bisogno di un'organizzazione rigida e centralizzata» afferma il CG23 (n. 277). Come realtà aperta si adatta alle circostanze del tempo, del luogo e dei membri.
Sono due gli elementi definitivi che caratterizzano il movimento: il riferimento alla spiritualità giovanile salesiana e un collegamento per coordinare iniziative comuni.
3.1 Il riferimento alla spiritualità giovanile salesiana
Per chi fa parte del MGS Don Bosco è il personaggio centrale, il leader carismatico che deve essere conosciuto meglio, soprattutto nella partecipazione alla sua spiritualità. Il riferimento allo spirito di Don Bosco permette ai vari gruppi del movimento di presentarsi con volti e attività diversi. Al di là delle diversità ovvie e riconosciute, i gruppi si ritrovano nella comune finalità della spiritualità salesiana, la quale conferisce al movimento il tono amichevole ed educativo suscitato dalla persona di Don Bosco e dei suoi figli e figlie.
Fanno dunque parte del MGS «i gruppi e le associazioni che si sviluppano nei nostri ambienti educativi, che sono animati da Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, che compiono certe scelte pedagogiche caratteristiche; che assumono gli elementi fondamentali dello stile di Don Bosco, perché li considerano come arricchimento della loro specifica linea spirituale o formativa» (L'animatore salesiano nel gruppo giovanile, pp. 63-64).
3.2 Il Collegamento tra i gruppi
I vari gruppi con identità diversa creano «movimento» perché comunicano tra di loro e permettono un coordinamento e una circolazione di idee e di messaggi condivisi e costruttivi. «La circolazione dei messaggi e dei valori della spiritualità nel MGS si fonda sulla libera comunicazione tra i gruppi» (CG23 277). Gli incontri organizzati fanno parte del desiderio dei giovani di incontrarsi tra giovani amici che condividono gli stessi valori. Questi incontri invitano a un dialogo aperto e ad un confronto di esperienze. Spesso sono momenti di festa e di formazione cristiana o salesiana.
Il collegamento, al quale coopera ogni gruppo liberamente e corresponsabilmente, garantisce che il movimento sia proprio «dei giovani» e non pensato e gestito «per» i giovani.
È dunque movimento dei giovani, al ritmo dei giovani, basato sulla spiritualità giovanile salesiana, con un collegamento aperto e libero, nel quale i giovani si riconoscono protagonisti della propria vita, del gruppo e, allo stesso tempo, a servizio del bene di altri giovani.
L'orizzonte in cui si muove il MGS è l'impegno di formare «buoni cristiani e onesti cittadini, apostoli dei giovani» secondo le possibilità di ciascuno. Esso rappresenta una massa di giovani che guardano a Don Bosco e a Madre Mazzarello per rivivere oggi la loro spiritualità (cfr. L'animatore salesiano nel gruppo giovanile, pp. 64-65).
Il collegan1ento, richiesto dal MGS, trova espressione a livello locale, in linea con la comunità salesiana locale, che ha compito educativo pastorale; a livello ispettoriale, tra gruppi di vari ambienti salesiani; a livello interispettoriale e internazionale. I metodi di collegamento sono di vario tipo: dal foglio di collegamento agli incontri spontanei, fino a raduni organizzati ad ampio raggio nel coinvolgimento corresponsabile dei giovani in prima persona. Le grandi convocazioni giovanili danno ai giovani un forte senso di appartenenza, e al movimento una identità sempre più chiara. Dice il Rettor Maggiore a conclusione del CG23: «L'elemento che muoverà i gruppi giovanili a sintonizzare mutuamente, costituendo come l'aurora di una inedita e coinvolgente speranza, sono la comunione di tutti in quel tipo di 'spiritualità' che è giustamente chiamata 'salesiana' e che farà sentire vitalmente i vincoli di una specie di parentela personalizzante» (CG23 353).
4. Altre caratteristiche del movimento
4.1 Un movimento «Salesiano»
Il MGS è un'espressione odierna della «Corrente» iniziata da Don Bosco nella società e nella Chiesa. Si sviluppa attorno ai membri della Famiglia Salesiana. Il centro carismatico è Don Bosco. I giovani del movimento si identificano con la famiglia di Don Bosco tanto da chiamarsi volentieri «noi salesiani».
La Famiglia Salesiana trova nel movimento, dove ogni componente offre la ricchezza del suo apporto specifico, una realizzazione del suo impegno per aiutare i giovani ad approfondire lo spirito carismatico di Don Bosco.
4.2 Un movimento educativo
«Giovani per i giovani» è un'espressione tipica del movimento.
Esprime che tutti i giovani sono accolti come sono. Aperto indistintamente per loro, il movimento si dedica al bene di ognuno e crea un ambiente educativo insieme a tutta la comunità educativa. La partecipazione al clima educativo salesiano rende anche i giovani veri educatori. Cercare il bene, comunicare felicità e impegnare le proprie doti a favore di amici, rendono i giovani soggetti e protagonisti di crescita umana e cristiana. Il gruppo diventa così un luogo educativo in cui tutti riescono ad esprimersi e a crescere.
4.3 Un movimento missionario
Insieme ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice e agli altri membri della Famiglia Salesiana, i giovani crescono in consapevolezza della missione salesiana e giungono ad appropriarsi del titolo di «missionari dei giovani» attraverso l'attenzione che rivolgono ai vicini, come pure ai lontani ed agli emarginati nella società e nella Chiesa. In questo impegno sono coinvolti, nelle modalità e misura possibili, i soggetti di ogni gruppo. Essi diventano così sensibili ai valori evangelici, acquistano un forte senso di Chiesa, prendono iniziative adeguate per venire incontro ai più deboli dello stesso gruppo o della società che spesso si caratterizzano per indifferenza alla fede religiosa o per povertà di vario genere.
Il movimento si esprime così nel territorio e rende i giovani soggetti di sviluppo sociale e culturale. Essi si sentono invitati a un impegno cristiano, apostolico, e sono proposta di educazione alla fede ad altri giovani. In questo modo il movimento integra educazione ed evangelizzazione, fede e vita; sviluppa un clima di fiducia nell'uomo e in Dio.
4.4 Intensità «graduale» di appartenenza
Il movimento è aperto a tutti. Il criterio fondamentale di accettazione è quello di Don Bosco: «basta che siate giovani». Ognuno partecipa con le proprie capacità e modalità ed è rispettato nella sua fase di crescita come individuo e come partecipante ad un dato gruppo. Questo conferisce al movimento la fisionomia di «cerchi concentrici» (cfr. CG23 276), in cui tutti possono ritrovarsi. Il riferimento alla spiritualità giovanile salesiana sarà perciò molto diversificato, secondo i gruppi e le persone.
Il MGS è una realtà in cammino. Data la sua natura non sarà mai possibile darne una definizione stabile. Questa sarà sempre approssimata a un «corpo» in crescita e dovrà conservare quindi la flessibilità e l'adattabilità che le sono proprie.
5. Elementi della vita del movimento
5.1 La varietà dei gruppi
Già si è detto che il movimento raduna gruppi di vario genere.
In esso non è estraneo niente di ciò che piace ai giovani. Non fa differenza se ci sono gruppi di tempo libero o di sport, di cinema o di turismo, di interesse culturale o artistico, a carattere sociale o apostolico... Necessita solo che garantiscano gli elementi fondanti della spiritualità giovanile salesiana e il collegamento con altri gruppi.
Ogni gruppo cammina sulla strada che conduce all'«onesto cittadino e buon cristiano».
5.2 Gli animatori
I giovani che vivono più intensamente l'identità cristiana e la spiritualità salesiana agiranno all'interno del gruppo e del movimento come animatori. Questo «nucleo animatore» è presente nel gruppo, nel movimento e nelle varie aggregazioni come invito a tutti a dare con gioia il meglio di se stessi agli altri. Essi animano gli amici a vivere in pieno le beatitudini evangeliche. Sono giovani che «in modo consapevole ed esplicito fanno propria la proposta salesiana» (CG23 276).
5.3 La festa e gli incontri
Il senso della festa, l'allegria e la gioia costituiscono parte fondamentale dell'ambiente salesiano. Il salesiano infatti «diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa» (C 17). I giovani cercano questa gioia nello stare insieme e nel condividere le proprie esperienze. Il movimento si esprime attraverso momenti di convivenza e di festa a raggio ispettoriale e interispettoriale.
Questi sono allo stesso tempo momenti di comunicazione di messaggi, di formazione alla vita, alla fede e di verifica sul movimento stesso. Il tono che qualifica maggiormente il movimento come salesiano è senz'altro quello della «festa giovanile» che trova concreta incarnazione e robustezza negli impegni e ideali quotidiani.
5.4 Il cammino nell'esperienza comunitaria
La spiritualità giovanile salesiana nasce da un incontro che fa scoccare amicizia tra giovani, come pure tra giovani e adulti.
L'esperienza di amicizia e di gruppo conduce ad una scelta che esprime il desiderio di rimanere con Don Bosco (cfr. MB 5 526). Il cammino del movimento unisce i cuori dei giovani prima delle menti, come afferma il CG23 ricordando che «l'esperienza precede la riflessione sistematica» (n. 159). Questo garantisce il modo tipicamente giovanile del linguaggio, dell'espressione, della forma associativa, ecc. Il camminare con il passo dei giovani conferisce al movimento le caratteristiche dell'oratorio di Valdocco, fa amare quello che amano i giovani, per arrivare, con sensibilità educativa inerente all'ambiente, al momento in cui i giovani amano quello che ama l'educatore e l'evangelizzatore.
5.5 I luoghi salesiani: santuari per i giovani MGS
Il «Confronto Don Bosco '88» ha mostrato la forza di proposta e il fascino del «Colle delle Beatitudini» e di Valdocco. I giovani del MGS si trovano come a casa propria al Colle Don Bosco, a Mornese e a Valdocco, perché vi ritrovano la proposta di santità di Don Bosco, di Madre Mazzarello e di altri giovani. Questi luoghi fanno parte del movimento e significano un messaggio vitale per i giovani d'oggi.
Il fenomeno del pellegrinaggio ha acquistato valore di proposta cristiana per i giovani, e invita a ritenere che anche in altri paesi o continenti si dovranno costituire luoghi di incontro spirituale per i giovani del movimento salesiano.
6. Conclusione: La rifondazione dell'oratorio
A modo di conclusione conviene ritrovarci nel clima dell'ambiente che voleva Don Bosco, dove i giovani cercano compagnia, sono accolti da adulti che li comprendono e partecipano alla loro vita, creano uno «stile» di comportamento insieme ad altri giovani e si impegnano in attività socio-culturali, ricreative, religiose e festose.
Questi valori permanenti dell'oratorio di Valdocco vibrano in pieno nel MGS che costituisce una forma nuova di oratorio.
Rifacendoci alle parole del Rettor Maggiore nel suo discorso conclusivo del CG23: «Direi che a noi Salesiani di Don Bosco viene assegnata, in questo ripensamento creativo, la responsabilità della rifondazione dell'oratorio» (CG23 345), pare che una formula veramente ricreativa e incisiva di rifondazione è proprio il MGS. Esso è un esempio del fatto che il «Criterio oratoriano non abbatte le strutture, ma va più in là» (CG23 351) e richiama che tutti i salesiani sono «chiamati a rinnovare tutto un tipo di animazione... stimolati dalle interpellanze del contesto giovanile... e nutriti intrinsecamente dal clamore dei destinatari» (CG23 350). I giovani ci offrono il metodo di rinnovamento salesiano e di rifondazione dell'oratorio su misura dei nostri tempi. Il MGS ne è una prova.
(ACG 336/1991, ORIENTAMENTI E DIRETTIVE, pp. 44-52)