Un lungo percorso da compiere
Dialogo con i giovani del Forum MGS *
Don Juan E. Vecchi
Nel pomeriggio di Sabato 12 agosto 2000, il Rettor Maggiore Don Juan Vecchi raggiunge i giovani del Forum MGS e si intrattiene per due ore con loro. È un momento atteso e desiderato, di grande gioia e di attento ascolto. Nella prima parte dell’incontro, Don Vecchi rivolge ai giovani un Messaggio. Dopo la lettura del Messaggio, Don Vecchi prosegue con altre indicazioni ed esortazioni e risponde poi ad alcune domande dei partecipanti.
“Cari giovani, abbiamo dunque un lungo percorso da compiere: dobbiamo perciò attrezzarci bene nel cuore e nella mente. È un percorso che dobbiamo fare insieme a Gesù Cristo, con una fede profonda nella sua Parola, da ascoltare e meditare ogni giorno, e con un’intensa vita di preghiera quotidiana. Si diceva di don Bosco: “Viveva in questo mondo come se vedesse l’invisibile”! Ed è per questo che in ogni ragazzo che avvicinava vedeva un figlio di Dio da amare e da accompagnare. Un autore contemporaneo afferma che questo è il tempo dei mistici: non di quelli che si ritirano o sognano, ma di quelli che sanno scorgere in questo mondo l’azione di Dio che lavora nei cuori, nelle menti, nei gruppi umani, nei popoli, nei continenti, nelle grandi cause, ecc. Anche noi vogliamo acquisire questa capacità di scoprire le tracce di Dio sul nostro cammino. Possiamo ringraziare il Signore anche del cammino fecondo che ha fatto il MGS in questa direzione. In una delle ultime visite in Venezuela ho potuto assistere ad un’adunanza di animatori che programmavano il loro piano quadriennale o quinquennale di formazione. Oggi è necessario capire e affrontare con l’intelligenza della fede tante problematiche e sfide che si affacciano: il problema della ricchezza e della povertà, il dialogo fede e ragione, il rapporto tra gusti ed interessi umani e la proposta evangelica, ecc. In tutto questo, cari animatori, occorre maturare e formarsi bene, in modo da aiutare poi anche altri a fare lo stesso percorso. Continuiamo ad accogliere la vita con quella gioia che don Bosco ci ha insegnato e che siamo abituati ad esprimere in tutti i nostri incontri; e con questo stile gioioso e impegnato di vivere il Vangelo, avanti come MGS per il Terzo Millennio!
D. In una società segnata e influenzata profondamente dai mezzi di comunicazione sociale, crede che dobbiamo modificare o adattare il nostro linguaggio per poter parlare al mondo giovanile di oggi, così spesso povero di proposte e di valori?
R. Vi ripropongo quell’indicazione di “andare oltre”, di cui vi ho parlato nel Messaggio del 30 gennaio proprio qui dal Colle Don Bosco durante la Messa inaugurale del Tempio rinnovato.
•- Andate oltre la ricerca di soddisfazioni immediate, perché la vita non si realizza tutta in questi piaceri.
•- Andate oltre i vostri progetti individuali, perché la vita non si compie in progetti individuali, ma è “altruista”.
•- Andate oltre nella risposta alla grazia che vi interpella, non accontentandovi di risposte deboli.
•- Andate oltre nel vostro comportamento, non fermandovi a quella mediocrità che rischia di non farvi mai decidere totalmente per qualcosa di grande.
- Occorre dunque andare oltre quel livellamento e quel conformismo che spegne i sogni più grandi e le risposte più coraggiose
D. Immaginando di essere in un Oratorio di oggi e di parlare direttamente a don Bosco, di cui lei è il successore, le chiedo: “Secondo lei, nel 2000, come dobbiamo fare per diventare santi e per proporre questo ideale ai ragazzi e ai giovani di oggi?”
R. Riguardo alla santità, se leggete bene la vita di don Bosco e dei suoi ragazzi, vedrete che lui è un pedagogo e un maestro. Parla chiaramente ed esplicitamente di santità a Domenico Savio, che era già capace di comprendere questo discorso. Se invece leggete la storia di Michele Magone, la proposta che fa don Bosco è un’altra, adatta a lui e alla sua personale situazione: “Senti, vieni all’oratorio, lì potrai studiare, lì potrai giocare, lì troverai compagni e amici…” Tutto questo significa che è importante per un animatore e un educatore avere la coscienza di questo cammino di santità da intraprendere e da vivere. E poi, saper proporre a ciascun ragazzo del nostro ambiente educativo o incontrato sulla strada, questo stesso cammino evangelico in maniera differenziata e con le parole opportune. Può darsi così che in un gruppo oratoriano io possa parlare esplicitamente di santità; ma se mi trovo in un gruppo diverso, che ignora lo stesso concetto di santità è necessario un approccio diverso, raccontando magari qualche fatto evangelico; e se anche non utilizzo il termine santità, il cammino è già iniziato. Vi comunico una personale esperienza legata ad una Casa per ritiri spirituali. Ebbene, ad alcuni gruppi potevamo parlare chiaramente di vita spirituale e di vocazione; per altri gruppi invece, come prima cosa, dovevamo “destrutturare” un certo tipo di mentalità, falsata e condizionata negativamente; solo in un secondo tempo potevamo costruire in positivo. Certamente, lo ribadisco, è importante che un animatore o un educatore abbia in mente l’ideale della santità e lo persegua egli stesso. Nel rapporto con i ragazzi invece, occorre valutare il cammino possibile e graduale per ciascuno. Don Bosco diceva ai ragazzi che incontrava: “Vuoi venire con me?”, e quando passava per i cantieri: “Vieni la domenica in oratorio, ti divertirai con molti compagni”: questo era il primo invito per un cammino di gioia e di santità! È importante dunque che animatori ed educatori abbiano la chiara consapevolezza che Dio chiama tutti alla santità, cioè ad una risposta gioiosa alla sua proposta di salvezza e di vita piena; dovranno poi vedere e programmare i passi concreti che ogni ragazzo potrà fare in questo itinerario. In questo senso, il MGS ha una grande esperienza: a volte infatti si opera in ambienti oratoriani normali; altre volte invece ci si occupa di ragazzi poveri o di ragazzi di strada.
D. Noi come possiamo fare a diventare santi?
R. È la domanda di Domenico Savio a don Bosco, e don Bosco gli ha dato alcuni consigli: “Con gioia, con altruismo e vivendo con fedeltà i tuoi doveri”. Sei studente? Studia con piacere, impara com’è fatto questo mondo e la società in cui vivi, comportati bene con i tuoi maestri e professori e con i tuoi compagni. Comincia da qui! A voi animatori e animatrici poi aggiungerei una cosa importante: la preghiera! È indispensabile. Non si può infatti camminare sulla strada del Signore se non si custodisce ogni giorno l’amicizia e la comunione con Lui! Anche don Bosco indicava le “pratiche di pietà” come elemento indispensabile per la vita cristiana di un giovane. Il nostro rapporto con Dio deve essere mantenuto vivo, specialmente oggi, contro il pericolo di essere distratti da tante cose… Infine vorrei dire ancora una cosa, a voi giovani impegnati nel MGS: fate in modo che la vostra vita sia un dono per gli altri; formatevi a questo, affinché il vostro dono sia sempre più pieno e autentico! E così la santità – impresa difficile – passo dopo passo, si realizzerà anche nella vostra vita!
D. Come viene considerato il MGS nella Chiesa, e come viene accolto e apprezzato dai Vescovi?
R. La cosa più importante è il fatto che il MGS sia presente e vivo nelle nostre comunità, nei nostri oratori, nelle scuole, in tutti i nostri ambienti. Il fatto poi che venga riconosciuto e considerato dai Vescovi è un secondo passo! Nella Chiesa tutti i Movimenti prima sono nati e cresciuti con grande vivacità e forza; soltanto dopo, in un secondo tempo, sono stati riconosciuti e accolti pienamente. Nella Chiesa la realtà più importante non è l’organizzazione, ma il dinamismo dello Spirito che suscita una varietà di carismi e ministeri. Anche per noi in questo momento è importante che il frutto di questo Forum – che io considero fondamentale, poiché mettiamo una pietra miliare nel cammino del MGS – sia quello di suscitare gruppi di giovani che vogliono impegnarsi sia nella propria formazione personale che nel servizio agli altri, e che siano accompagnati e seguiti da animatori salesiani! Una volta che esiste e prende consistenza questa realtà, si potrà anche dire al Vescovo: “Qui c’è un MGS formato da tanti gruppi e impegnato in tanto lavoro”. Una Chiesa aperta e sensibile, certamente non escluderà questa risorsa preziosa! Tuttavia, se fosse necessario – come abbiamo già fatto in qualche Diocesi – è possibile presentarsi ufficialmente alla Chiesa locale, manifestando la propria disponibilità e la propria collaborazione.
D. Riguardo alla tematica vocazionale, che cosa ci suggerisce?
R. Voi sapete che nella SGS c’è un aspetto che riguarda proprio il progetto di vita e l’appello vocazionale. Quando poi si pensa al volontariato, si auspica che l’impegno temporaneo potrebbe e dovrebbe fiorire in un impegno definitivo e totale. Chi incomincia a gustare la generosità e il lavoro per gli altri, è possibile che ad un certo punta voglia dedicare loro più tempo o addirittura tutta la vita! Sottolineiamo innanzitutto un dato positivo: il MGS è un terreno fecondo per la maturazione di vocazioni ecclesiali, religiose e sacerdotali; e questo diventa ancor più vero se si rafforza la formazione spirituale e la vita di preghiera. Qualcuno teme che il nostro Movimento sia un pochino “allegro” e spensierato: molta festa e allegria… ma l’interiorità? Io non temo questo pericolo, però vi raccomando molto la cura dell’interiorità. Un altro rilievo: potrebbe darsi che nel MGS la tematica vocazionale non sia stato presa in sufficiente considerazione; la riflessione attorno alla vita come chiamata e risposta, come vocazione e missione, forse non è sempre sviluppata adeguatamente nell’accompagnamento di animatori e animatrici, di giovani ed adolescenti. Anche se dobbiamo riconoscere che dal MGS sono maturate vocazioni per la vita religiosa, consacrata, maschile e femminile, e per la vita sacerdotale. Comunque resta un impegno per tutti questo continuo approfondimento nell’ambito della SGS.
D. Qual è il messaggio che vorrebbe inviare ai suoi fratelli salesiani in riferimento al MGS?
R. Il mio messaggio ai confratelli salesiani sarebbe molto ampio, pensando a tutta la gioventù da aiutare e da salvare. Comunque, sul punto specifico del MGS, farei due rilievi:
- Favoritelo estendendolo: negli oratori, nelle scuole, in tutti gli ambienti… Io sogno che il Movimento Giovanile Salesiano possa penetrare e radicarsi anche fuori dagli ambienti salesiani, in quello spirito tipicamente salesiano di apertura e di missionarietà!
- Curate moltissimo la qualità senza però escludere nessuno: chiedendo a ciascuno quello che può dare con un itinerario graduale e crescente, soprattutto in formazione cristiana, in vita di fede, in capacità di preghiera, in capacità di donazione, fino a mete coraggiose e impegnative di santità.
D. Qualche breve parola ancora sull’identità del MGS.
R. Il Movimento Giovanile Salesiano presenta alcune specificità che ricordo brevemente.
- È giovanile: e dunque è costituito prevalentemente da giovani; in questo già si distingue da altri Movimenti ecclesiali, che sono costituiti invece da molti adulti.
- È un movimento educativo: si ripropone di aiutare tutti i giovani che sono raggiunti a migliorare la propria situazione, il proprio comportamento e la propria formazione; può darsi che un gruppo sia più avanti ed un altro più indietro; ma anche il più povero dei ragazzi appena si incontra con noi, deve essere aiutato a prendere coscienza di quello che è e di quello che potrebbe essere in meglio; e tutto questo attraverso il rapporto personale, la conversazione, le attività proposte: questo vuol dire educativo!
- Un Movimento insomma che si propone di aiutare ciascuno a crescere nei tre dinamismi suggeriti da don Bosco:
- Nella ragione: nell’affrontare la vita!
- Nella religione: nella conoscenza di Gesù Cristo e nella vita di fede!
- Nell’amorevolezza: nella capacità di positive relazioni con gli altri e di inserimento in una comunità.
Concludendo, se dovessi dire qual è l’elemento identificativo del MGS, direi proprio questo carattere educativo: la capacità di far crescere ogni giovane in umanità e in fede, partendo dal punto in cui si trova!
D. Come le FMA e gli SDB possono lavorare insieme?
R. Non si può negare che da tempo stiamo lavorando insieme: abbiamo progettato e realizzato insieme gli appuntamenti più significativi del MGS (Confronto Europeo, Forum…), i documenti e le riflessioni sul MGS e sulla SGS, il manuale dell’Animatore, ecc. Che si debba lavorare fisicamente insieme in qualsiasi ambiente e con ciascun gruppo non è invece sempre possibile. Non perché non si voglia, ma perché la realtà è complessa e variegata. Ad esempio, in una città può esserci benissimo un gruppo da una parte e uno dall’altra; è fondamentale che ciascun gruppo sia seguito e animato opportunamente. In qualche occasione particolare magari ci si incontra; su alcuni punti fondamentali si concorda insieme, oppure si studia un progetto congiunto di animazione del quartiere o della città, ecc. Dunque: ci possono essere situazioni in cui le cose funzionano bene in maniera autonoma e altre situazioni invece che richiedono un lavoro più unitario e congiunto. L’importante è che si operi nella forma più efficace e utile a beneficio dei giovani del luogo!
* Incontro di Sabato 12 agosto 2000, dopo la lettura del Messaggio