Campagna
    abbonamenti
    QuartinoNPG2024


    Letti 
    & apprezzati


    Il numero di NPG
    maggio-giugno 2024
    600 cop 2024 2


    Il numero di NPG
    marzo-aprile 2024
    600 cop 2024 2


    Newsletter
    maggio-giugno 2024
    NL 3 2024


    Newsletter
    marzo-aprile 2024
    NL 2 2024


    P. Pino Puglisi
    e NPG
    PPP e NPG


    Pensieri, parole
    ed emozioni


    Post it

    • On line il numero di MAGGIO-GIUGNO di NPG sui "buchi neri dell'educazione" e quello di MARZO-APRILE sulla narrazione biblica.  E qui le corrispondenti NEWSLETTER: maggio-giugnomarzo-aprile.
    • Attivate nel sito (colonna di destra "Terza paginA") varie nuove rubriche per il 2024.
    • Linkati tutti i DOSSIER del 2020 col corrispettivo PDF.
    • Messa on line l'ANNATA 2020: 118 articoli usufruibili per la lettura, lo studio, la pratica, la diffusione (citando gentilmente la fonte).
    • Due nuove rubriche on line: RECENSIONI E SEGNALAZIONI. I libri recenti più interessanti e utili per l'operatore pastorale, e PENSIERI, PAROLE

    Le ANNATE di NPG 
    1967-2024 


    I DOSSIER di NPG 
    (dall'ultimo ai primi) 


    Le RUBRICHE NPG 
    (in ordine alfabetico
    e cronologico)
     


    Gli AUTORI di NPG
    ieri e oggi


    Gli EDITORIALI NPG 
    1967-2024 


    VOCI TEMATICHE 
    di NPG
    (in ordine alfabetico) 


    I LIBRI di NPG 
    Giovani e ragazzi,
    educazione, pastorale

     


    I SEMPREVERDI
    I migliori DOSSIER NPG
    fino al 2000 


    Animazione,
    animatori, sussidi


    Un giorno di maggio 
    La canzone del sito
    Margherita Pirri 


    WEB TV


    NPG Facebook


    NPG Twitter



    Note di pastorale giovanile
    via Giacomo Costamagna 6
    00181 Roma

    Telefono
    06 4940442

    Email

    L’abito del discernimento


    Editoriale

    Contro un modo di essere che “ripete” e “applica”

    Rossano Sala

    (NPG 2017-08-02)


    Cominciamo ad entrare, e lo faremo con sempre maggior forza e convinzione nella programmazione del 2018, nel clima e negli argomenti specifici del prossimo Sinodo. Ad esso ci stiamo lavorando con passione e lo sentiamo proprio come un ampio e articolato processo che ci interpella come Chiesa, come comunità cristiana, come singoli operatori, come Rivista che da sempre si occupa di pastorale giovanile.
    Una delle parole chiave del Sinodo – insieme a “fede”, “vocazione” e “accompagnamento” – è il termine “discernimento”. Senza ombra di dubbio un cavallo di battaglia di questo pontificato, che invita la Chiesa tutta, e quindi anche i giovani, a porsi nell’ottica del discernimento: sia personale, che comunitario, che ecclesiale.
    Il Santo Padre parla molto del fatto che il proprio dei Gesuiti, cioè il dono del discernimento, diventi patrimonio di tutta la Chiesa, perché questo è richiesto dal “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo [1]. Ecco uno dei suoi interventi, tra i tanti, sull’argomento:

    La cultura dell’abbondanza a cui siamo sottoposti offre un orizzonte di tante possibilità, presentandole tutte come valide e buone. I nostri giovani sono esposti a uno zapping continuo. Possono navigare su due o tre schermi aperti contemporaneamente, possono interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Ci piaccia o no, è il mondo in cui sono inseriti ed è nostro dovere come pastori aiutarli ad attraversare questo mondo. Perciò ritengo che sia bene insegnare loro a discernere, perché abbiano gli strumenti e gli elementi che li aiutino a percorrere il cammino della vita senza che si estingua lo Spirito Santo che è in loro. In un mondo senza possibilità di scelta, o con meno possibilità, forse le cose sembrerebbero più chiare, non so. Ma oggi i nostri fedeli – e noi stessi – siamo esposti a questa realtà, e perciò sono convinto che come comunità ecclesiale dobbiamo incrementare l’habitus del discernimento. E questa è una sfida, e richiede la grazia del discernimento, per cercare di imparare ad avere l’abito del discernimento. Questa grazia, dai piccoli agli adulti, tutti [2].

    Il motivo per cui oggi è diventato cruciale saper discernere è l’estrema ricchezza delle possibilità che ci sono offerte: proprio dove sono presenti molteplici opzioni bisogna crescere nella sensibilità verso ciò che è bello, buono e vero. Ed è proprio del discernimento questa capacità di intuire ciò che viene da Dio e ciò che invece proviene dal Maligno, chiarire le sottili differenze tra il bene e il male, approfondire la radice e la provenienza di ciò che ci si presenta davanti e infine scegliere con coraggio ciò che si è riconosciuto giusto e santo.
    Ma che cosa significa far diventare il discernimento un “abito”, cioè una modalità ordinaria di vivere, uno stile di Chiesa normale e scontato, un modo di procedere preciso?
    In una importante conferenza tenuta all’interno del Simposio organizzato dalla Conferenza Episcopale Europea, sul tema dell’accompagnamento dei giovani, il Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario generale del Sinodo, ci aiuta a cogliere quali sono gli atteggiamenti e le dinamiche che accompagnano una comunità che fa del discernimento un abito costante del suo modo di essere e di agire:

    Discernimento significa prima di tutto stare e mantenersi in ascolto, valutare tutto ciò che avviene nella vita del mondo e della Chiesa, sostare nelle feritoie della storia con vigilanza evangelica e attenzione profetica. Significa mantenere aperte le porte al Dio della tenerezza che agisce con insospettabile creatività nella storia, desideroso di prendere voce attraverso la parola dei piccoli e dei poveri. Soprattutto invita la Chiesa stessa ad imparare dai giovani e a chiedere loro «di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia» (Documento Preparatorio). Per entrare nel ritmo del discernimento è necessario farsi attenti alle persone concrete, che non sono automi replicanti a cui si chiede sottomissione. La pastorale, in questa prospettiva, non è una semplice “applicazione” di regolamenti o prassi fredde e burocratiche alla realtà delle persone, ma è frutto di un discernimento continuo fatto di ascolto, dialogo, confronto, progetto, verifica e rilancio [3].

    Dalle parole del Santo Padre e da quelle del Segretario Generale del Sinodo ci giungono due inviti da non lasciar assolutamente cadere per rinnovare il nostro modo di essere Chiesa e di fare pastorale giovanile.
    Il primo è quello di non essere dei “ripetitori” ossessivo-compulsivi: porsi nell’ottica del discernimento significa contestare con forza la pastorale del “si è sempre fatto così”, del “business as usual”, del pensare alle persone come a degli automi e dei replicanti, dell’agire come se noi avessimo tra le mani l’algoritmo pastorale definitivo e immutabile. La pastorale ha invece a che fare sempre con delle comunità reali e con dei giovani vivi, diversi gli uni dagli altri, con le loro sensibilità, le loro debolezze e i loro punti di forza. Ci è chiesto non solo di essere fedeli, ma anche e soprattutto creativi nella nostra lealtà al Vangelo. Lo Spirito del Signore è fin dall’inizio uno “Spiritus creator”, una presenza che rinnova continuamente, che fa sempre nuove tutte le cose.
    Il secondo è quello di non essere persone che “applicano” norme in forma giuridicamente ineccepibile, ma che disumanizzano ambienti, persone, comunità. La norma è necessaria, certamente, ma ogni situazione è sempre differente e implica una sapienza nell’agire che nessuna norma oggettiva potrà mai sostituire. Sia dal punto di vista personale che comunitario, è necessario ascoltare con attenzione, dialogare con rispetto, confrontarci con apertura di spirito, progettare con lungimiranza, verificare con umiltà e rilanciare con entusiasmo.
    È molto comodo applicare freddamente norme, ma la pastorale, quella vera, sta al di là di ogni burocrazia: sta lì dove ricomincia lo stile di Gesù, che è un modo di procedere artigianale e non standardizzato, rispettoso delle diversità di tutti e mai omologante, deciso nel chiedere conversione e per nulla accomodante.
    Come si può ben comprendere, arrivare a tutto ciò non è facile, perché entrare nel ritmo del discernimento significa inserirsi in una vera e propria dinamica di laboriosità permanente: laboriosità culturale, che ci aiuta a leggere ciò che capita intorno a noi; laboriosità intellettuale, che fa entrare nella ragione delle cose che sono; laboriosità spirituale, per penetrare le profondità della nostra anima; laboriosità pastorale, che ci pone il compito di agire secondo lo Spirito del Signore; laboriosità ecclesiale, che ci fa scoprire i segni dei tempi.
    Non per ultima, per ogni giovane c’è la necessità di sostare in una laboriosità vocazionale. È il tema del Dossier di questo numero, che invita ogni operatore di pastorale giovanile ad essere un esperto nel discernimento vocazionale. E per questo, ne siamo convinti,

    non basta studiare la teoria del discernimento; occorre fare sulla propria pelle l’esperienza di interpretare i movimenti del cuore per riconoscervi l’azione dello Spirito, la cui voce sa parlare alla singolarità di ciascuno. L’accompagnamento personale richiede di affinare continuamente la propria sensibilità alla voce dello Spirito e conduce a scoprire nelle peculiarità personali una risorsa e una ricchezza [4].


    NOTE

    [1] Cfr. Francesco, Oggi la chiesa ha bisogno di crescere nel discernimento. Un incontro privato con alcuni gesuiti polacchi, in «La Civiltà Cattolica» III (2017) 345-448.
    [2] Cfr. Visita pastorale del santo padre del Santo Padre Francesco a Milano, Incontro con i sacerdoti e con i consacrati, Duomo di Milano, 25 marzo 2017.
    [3] Barcellona, 31 marzo 2017. Per avere il testo completo, cfr. il sito https://symposium2017.ccee.eu/it.
    [4] Cfr. Sinodo dei Vescovi – XV Assemblea Generale Ordinaria (presentazione di R. Sala - Riflessioni di E. Castellucci e N. Dal Molin), I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento preparatorio e questionario, LDC, Torino 2017, 51.


    T e r z a
    p a g i n A


    NOVITÀ 2024


    Saper essere
    Competenze trasversali


    L'umano
    nella letteratura


    I sogni dei giovani x
    una Chiesa sinodale


    Strumenti e metodi
    per formare ancora


    Per una
    "buona" politica


    Sport e
    vita cristiana
    rubrica sport


    PROSEGUE DAL 2023


    Assetati d'eterno 
    Nostalgia di Dio e arte


    Abitare la Parola
    Incontrare Gesù


    Dove incontrare
    oggi il Signore


    PG: apprendistato
    alla vita cristiana


    Passeggiate nel
    mondo contemporaneo

     


    NOVITÀ ON LINE


    Di felicità, d'amore,
    di morte e altro
    (Dio compreso)
    Chiara e don Massimo


    Vent'anni di vantaggio
    Universitari in ricerca
    rubrica studio


    Storie di volontari
    A cura del SxS


    Voci dal
    mondo interiore
    A cura dei giovani MGS

    MGS-interiore


    Quello in cui crediamo
    Giovani e ricerca

    Rivista "Testimonianze"


    Universitari in ricerca
    Riflessioni e testimonianze FUCI


    Un "canone" letterario
    per i giovani oggi


    Sguardi in sala
    Tra cinema e teatro

    A cura del CGS


    Recensioni  
    e SEGNALAZIONI

    invetrina2

    Etty Hillesum
    una spiritualità
    per i giovani
     Etty


    Semi e cammini 
    di spiritualità
    Il senso nei frammenti
    spighe


    Ritratti di adolescenti
    A cura del MGS


     

    Main Menu