8° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza
A cura di Eurispes e Telefono Azzurro
(NPG 2007-09-72)
Questo Rapporto – in coincidenza con il venticinquennale dell’Eurispes e il ventennale di Telefono Azzurro – vuole rappresentare un momento di riflessione sui ragazzi e le loro esperienze di vita e offrire scenari possibili sul futuro. Esso è composto da 40 schede tematiche di approfondimento e dalle due grandi indagini svolte all’interno del mondo scolastico che hanno interessato in particolare 52 scuole di ogni ordine e grado.
L’Identikit del bambino è stato tracciato attraverso un questionario somministrato a bambini con un’età compresa tra i 7 e gli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe delle elementari e la prima classe della scuola media. L’Identikit dell’adolescente, invece, ha raccolto gli orientamenti dei ragazzi dai 12 ai 19 anni, frequentanti la seconda e la terza media o una delle cinque classi degli istituti superiori. I questionari analizzati sono stati 1.680 per quanto riguarda l’infanzia e 1.950 per l’adolescenza.
In attesa di ulteriori interventi in NPG con la presentazione di schede sui temi più rilevanti, offriamo come primo assaggio le riflessioni conclusive di Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes, e di Ernesto Caffo, Presidente di S.O.S., il Telefono Azzurro ONLUS.
FARA: «Li abbiamo definiti padroni. E i nostri figli, le nuove generazioni, sono effettivamente, oggi più che mai, padroni di questo tempo. Lo sono da un punto di vista che potremmo definire positivo per quanto riguarda l’utilizzo e le capacità legate alle nuove tecnologie. Infatti la conoscenza non passa più di padre in figlio, al contrario, accade sempre più spesso che siano proprio i figli ad insegnare ai padri come orientarsi nei meandri della Rete e ad informarli sull’evoluzione delle apparecchiature informatiche e sulle nuove modalità di comunicazione. In negativo, invece, accanto alla necessità di proteggere le giovani generazioni dai nuovi rischi dell’inarrestabile processo di globalizzazione, emerge con chiarezza la presenza di una nutrita schiera di figli-padroni: aggressivi con il gruppo dei pari, con i professori e con gli stessi genitori. Una realtà così diffusa da far nascere la necessità da parte degli adulti non solo di tutelare, ma anche, e sempre più spesso, di tutelarsi. Attraverso le analisi tracciate nel corso di questi venticinque anni l’Eurispes aveva paventato già da tempo l’avvento della now generation, una generazione del tutto e subito, qui e ora. Una gioventù che, a causa della velocità delle trasformazioni sociali e tecno-economiche, enfatizza l’immediatezza ed il presente, poiché il futuro è pervaso da un senso di nebulosità e di incertezza. Oggi e domani infatti non hanno più la distanza di un giorno, ma sono 24 ore di tempo nelle quali i mutamenti possono avvenire in maniera del tutto radicale quanto repentina.
La genitorialità si sfalda ed è spesso permeata da un permissivismo sconcertante rispetto alle richieste dei bambini e dei giovani. Ecco allora che accanto a quella dei figli padroni si colloca la figura del genitore incapace di stabilire delle regole e di farle rispettare. Quello che occorrerebbe invece è che proprio gli adulti ricominciassero a rieducare i giovani in quest’epoca di iper-informatizzazione, rimettendosi in discussione e riappropriandosi del loro ruolo in maniera critica e, perché no, arricchendo e ampliando le proprie conoscenze per superare il gap che, sempre di più, li allontana dai propri figli».
CAFFO: «Dall’identikit dei bambini e degli adolescenti contenuto in questo Rapporto, emerge chiaramente come le giovani generazioni siano ricche in termini di affetti, di competenze e di opportunità, ma ancora alla ricerca di un reale dialogo con gli adulti. La comunicazione tra le generazioni risente, infatti, di un divario sempre più ampio nei linguaggi usati e nelle conoscenze. Gli stessi genitori, fonte di affetto e certo punto di riferimento, sono sempre più fragili, esposti a condizioni di vita stressanti, crescenti incertezze e solitudine. Aumentano le fonti di stress, mentre si riducono il tempo a disposizione e le occasioni di ascolto.
Il rischio è che gli adulti si limitino ad esercitare un controllo sugli “orari di rientro” e sulle “vacanze da soli”, e siano sempre meno presenti nelle scelte importanti della vita come quelle relazionali, scolastiche e lavorative. È necessario, invece che questo dialogo trovi sempre nuove opportunità, soprattutto perché i ragazzi devono essere attivamente coinvolti nelle riflessioni e nelle scelte che li riguardano.
Infine, non è più accettabile parlare di infanzia solo di fronte ai casi di cronaca. Telefono Azzurro continua a credere che possa e debba essere colmato il divario esistente tra ricerca e politiche sociali, tra dati e azioni. Il fenomeno dei bambini scomparsi, quello degli abusi sessuali, della violenza domestica e del bullismo, per citare solo alcuni esempi, necessitano di un concreto investimento di risorse».