Il coraggio
È la molla della vita, il coraggio. Accendemmo il fuoco perché avemmo coraggio. Uscimmo dalle caverne e piantammo il primo seme perché avemmo coraggio. Ci gettammo in acqua e poi in cielo perché avemmo coraggio. Inventammo le parole e i numeri, affrontammo le fatiche del pensiero, perché avemmo coraggio. La storia dell’Uomo è anzitutto e soprattutto una storia di coraggio: la prova che senza il coraggio non fai nulla, che se non hai coraggio nemmeno l’intelligenza ti serve. E il coraggio ha molti volti: il volto della generosità, della vanità, della curiosità, della necessità, dell’orgoglio, dell’innocenza, dell’incoscienza, dell’odio, dell’allegria, della disperazione, della rabbia, e perfino della paura cui rimane spesso legato da un vincolo quasi filiale. Però esiste un coraggio che non ha niente a che fare con quei tipi di coraggio: il coraggio cieco e sordo e illimitato, suicida, che nasce dall’amore. Non ha confini il coraggio che nasce dall’amore e per amore si realizza. Non tiene conto di alcun pericolo, non ascolta nessuna forma di raziocinio. Pretende di muovere le montagne e spesso le muove. A volte, invece, ne viene schiacciato.
(Oriana Fallaci, Inshallah, cap. 3, 3)