Solidarietà digitale
Dalla tecnologia al pensiero
Edoardo Mattei, G. Marco Salvati, Daniele Aucone, Marco Staffolani
Presentazione
Durante il lockdown e le limitazioni sofferte nella pandemia, gli strumenti ed i dispositivi digitali hanno permesso la continuità dei rapporti sociale e amichevoli compresa la possibilità di contatto con le realtà più deboli e bisognose di aiuto. È stata un'occasione inaspettata per vivere alcune dimensioni dell’esperienza di fede e la solidarietà in modo nuovo.
La ricerca Solidarietà Digitale: dalla tecnologia al pensiero (Solidigit) ha voluto indagare come il periodo di emergenza sia stato vissuto dalla comunità cristiana, in particolare seguire l'evoluzione dei comportamenti e di giudizio verso la mediazione del digitale inteso come supporto alla vita di fede e strumento di solidarietà.
La ricerca Solidigit, inserita all'interno del programma "CRISI" della Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino - Angelicum di Roma, si è svolta nei mesi di gennaio e febbraio 2021. Il personale docente e non dell'Università è stato invitato a rispondere al questionario anonimo online, sia in inglese che in italiano. La somministrazione del questionario è avvenuta in modalità CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). I questionari sono stati compilati direttamente online dagli intervistati. I dati sono stati raccolti ed elaborati con sistemi di office automation in modalità completamente anonima.
Come era prevedibile, le risposte hanno evidenziato i benefici ricevuti dal digitale durante la pandemia, specialmente durante le chiusure più rigide. I più scettici hanno dovuto vincere la diffidenza e, in molti casi, questo ha permesso un'esperienza positiva in grado di superare o mitigare il giudizio negativo precedente.
Nonostante le difficoltà tecniche riscontrate e l'apprendimento un po' difficoltoso dello strumento, il giudizio complessivo è stato positivo e ci si augura il mantenimento di alcune "buone pratiche" consolidate in questi mesi. Anzi, emerge la sensazione dell'inizio di una nuova fase pastorale e liturgica.
Guardando più da vicino i risultati, si evidenzia la disponibilità ad usare i mezzi digitali per mantenere i rapporti personali e la vita di fede (preghiera, spiritualità, liturgia ma anche solidarietà e studio). Una parte più entusiasta ne auspica l'utilizzo più frequente nel futuro e considera la possibilità di un rinnovamento delle celebrazioni liturgiche.
In molti hanno scoperto, grazie al digitale, zone sconosciute di disagio e la possibilità di organizzare o partecipare alle iniziative di solidarietà. Un risultato più che positivo.
Il desiderio di maggiori approfondimenti e documentazione evidenzia il bisogno di dare sempre più fondamento alla propria fede, con richieste di studio, accesso ai testi ed informazioni.
Questo tempo ha fatto nascere la consapevolezza di essere comunità ecclesiale anche grazie al digitale. In un momento in cui la chiesa non è più al centro del villaggio, va consolidandosi l'idea che la comunità non è necessariamente vincolata ad un luogo, a un ambito territoriale; essa si realizza là dove i fedeli si incontrano ed hanno relazioni. Sono la relazione e l'incontro delle persone a far nascere una comunità. Orbene, poiché il digitale consente di mantenere attive le relazioni e di svilupparne di nuove, esso diventa occasione per sostenere la vita e l'azione della comunità ecclesiale.
Inoltre, il periodo di crisi, che ha spinto all'uso del digitale chiunque volesse continuare una vita sociale e di fede, ha permesso anche di scoprire situazioni di disagio non conosciute, nonché una migliore organizzazione e partecipazione alle reti di solidarietà.
In sintesi, il digitale, dopo l’esperienza della pandemia, si configura, anzitutto quale occasione di ripensamento e riflessione sull'essere comunità; inoltre, costituisce una via feconda per l’approfondimento personale dell’esperienza di fede; infine rappresenta un prezioso strumento di solidarietà, poiché favorisce un esercizio più efficace dell’attenzione agli ultimi e alle ‘periferie’ che oggi viene chiesta a quanti appartengono alla comunità ecclesiale.
FONTE: Gruppo Domenico 800 (https://www.gd800.it/attualita/solidarieta-digitale-dalla-tecnologia-al-pensiero/