Voci dalle periferie
Per una PG segnata dagli ultimi
La collocazione territoriale in cui siamo è ovviamente determinante rispetto al nostro pensiero e azione di pastorale giovanile, come ogni buon sociologo della conoscenza facilmente direbbe. Ma come vedono le cose da altre collocazioni? Cosa significa fare pastorale giovanile in territori della periferia, dove i soggetti vivono altre esperienze, altre urgenze? Quali critiche muovono alla nostra PG?
In un articolo del passato il compianto Luis Gallo affermava che la pastorale giovanile occidentale è “ossessionata” dal problema del senso… mentre quella latino-americana è presa dal problema della povertà, della fame, dello sfruttamento, e dunque sviluppa maggiore attenzione al tema della “liberazione”, della solidarietà, dell’ambiente…
Vogliamo non certo mettere a confronto i diversi modi di pensare e fare pastorale giovanile, ma almeno vedere come ci vedono gli altri; magari ci può aiutare a calibrare, a rovesciare gerarchie di attenzioni, e forse ad aprire gli occhi sul mondo.
In questo ci aiuteranno alcuni amici che vivono “altrove”, in zone particolarmente difficili perché segnate da povertà o guerra. Insomma, per una pastorale giovanile più missionaria, essenziale, evangelica. Con riflessioni, lettere, storie, racconti di iniziative.
1. I doni di una pastorale giovanile in tempo di guerra
Maksym Ryabukha, SDB, Esarca Arcivescovile di Donetsk (Ucraina)
2. Fés. Una buona novella
Testimonianza di don Matteo Revelli, Parroco di Fès
Raccolta da Renato Zilio, missionario in Marocco
3. Ceuta: mondi che si incontrano
Renato Zilio
4. Un banchetto per tutte le genti
Renato Zilio